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  • Lunedì 4 dicembre 2023

Israele ha cominciato a invadere anche il sud della Striscia di Gaza

L'esercito israeliano è a pochi chilometri da Khan Yunis, la principale città meridionale, e i civili palestinesi non sanno dove fuggire

Le macerie di un palazzo distrutto da un bombardamento israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza (AP Photo/Hatem Ali)
Le macerie di un palazzo distrutto da un bombardamento israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza (AP Photo/Hatem Ali)
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L’esercito israeliano ha cominciato a invadere via terra anche il sud della Striscia di Gaza, dopo che nelle scorse settimane aveva già invaso il nord. Diversi testimoni hanno raccontato a corrispondenti dell’agenzia di stampa AFP di decine di carri armati israeliani che stanno avanzando verso Khan Yunis, la principale città meridionale della Striscia.

Negli ultimi giorni molti segnali avevano fatto capire che sarebbe stata imminente un’operazione militare israeliana nel sud di Gaza. Lo aveva confermato domenica pomeriggio uno dei portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, che in una conferenza stampa ha detto che Israele sta ampliando le operazioni militari contro Hamas «in tutta la Striscia di Gaza». Hagari aveva anche fatto sapere che veicoli armati israeliani erano stati posizionati vicino alla strada di Al-Matahen, circa 5 chilometri a nord di Khan Yunis: nelle scorse settimane era stata intensamente bombardata dall’esercito israeliano, e probabilmente ora diventerà il primo obiettivo militare della nuova invasione via terra.

I presupposti di un’invasione del sud della Striscia erano diventati evidenti già poche ore dopo la fine della tregua venerdì scorso, quando l’aviazione israeliana aveva distribuito volantini sulla città di Khan Yunis per avvertire la popolazione di spostarsi ancora più a sud, verso Rafah, al confine con l’Egitto.

– Leggi anche: Le indagini israeliane sugli stupri compiuti da Hamas il 7 ottobre

In questa parte di territorio si erano già ammassati circa 2 milioni di civili palestinesi che erano fuggiti dal nord, quando a fine ottobre Israele aveva cominciato l’offensiva. Ora quindi i civili non hanno praticamente nessun territorio in cui scappare. A nord c’è l’esercito israeliano, a ovest il mare è controllato dalle navi militari israeliane e a sud l’unico passaggio di confine che non porti in Israele, il varco di Rafah con l’Egitto, è chiuso.

Nei giorni scorsi l’esercito israeliano ha pubblicato una mappa in cui aveva diviso la Striscia di Gaza in 620 porzioni di terra, e ha detto che i civili dovranno attenersi a quella mappa per sapere quali sono i territori “sicuri”, dove andare quando vengono ordinate le evacuazioni. A ogni modo non è chiaro come gli abitanti della Striscia, che hanno un accesso assai limitato all’elettricità e alla connessione internet, possano venire a conoscenza di queste informazioni.

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