• Mondo
  • Lunedì 13 novembre 2023

Il sorprendente rimpasto nel governo britannico

L’ex primo ministro David Cameron sarà il nuovo ministro degli Esteri, la ministra dell’Interno Suella Braveman è stata licenziata

(Carl Court/Getty Images)
(Carl Court/Getty Images)
Caricamento player

Lunedì mattina il governo britannico guidato da Rishi Sunak e sostenuto dai Conservatori ha annunciato un esteso e sorprendente rimpasto di governo. Suella Braverman, ministra dell’Interno del Regno Unito che ormai da mesi era criticata per le sue posizioni estremiste sull’immigrazione e altri temi, è stata licenziata: al suo posto è stato nominato James Cleverly, l’attuale ministro degli Esteri, che è stato a sua volta sostituito a sorpresa dall’ex primo ministro David Cameron, che torna così al governo dopo 7 anni.

Il rimpasto di governo di Sunak è stato interpretato come un tentativo di fermare la riduzione nei consensi del partito Conservatore, in corso ormai da mesi, prima delle elezioni che si terranno entro gennaio del 2025. Nella mattinata di lunedì è anche stato confermato il cancelliere Jeremy Hunt, che ricopre questo ruolo da ottobre del 2022, mentre si sono dimessi o sono stati licenziati i sottosegretari di sette diversi ministeri. Si è dimessa anche la ministra per l’Ambiente Thérèse Coffey ed è stata sostituita dall’attuale ministro per la Salute e l’Assistenza sociale Steve Barclay, il cui posto è stato preso da Victoria Atkins.

Non è la prima volta che un governo in difficoltà nel Regno Unito richiama un vecchio leader del proprio partito in un rimpasto, ma è raro, e la nomina di Cameron è stata accolta con particolare sorpresa e qualche critica, non solo da parte dell’opposizione. Le prime analisi sui principali quotidiani britannici fanno notare come negli ultimi anni Cameron non abbia partecipato in alcun modo alla politica attiva e sia diventato invece un influente lobbista: nel 2021 Cameron fu coinvolto in un grosso scandalo che riguardava il fallimento della società di servizi finanziari Greensill Capital. Due inchieste, del Financial Times e del Sunday Times, accusavano Cameron di aver cercato di convincere Rishi Sunak, al tempo cancelliere, a far ottenere a Greensill la massima allocazione possibile di prestiti garantiti dal governo nell’ambito di un meccanismo di finanziamento aziendale istituito durante la pandemia.

Cameron poi è uscito da quella storia senza conseguenze giudiziarie, e aveva ripreso a fare il lobbista. Nel comunicato stampa con cui ha annunciato la sua nomina ha ringraziato Sunak e il partito senza chiarire esattamente i dubbi legati alla sua attività di lobbista.

La nomina di Cameron non era in alcun modo stata prevista dai giornali britannici. Cameron fra l’altro non è un membro del parlamento, condizione che nel Regno Unito è essenziale per diventare ministro. La sua designazione è stata possibile grazie a una nomina d’urgenza di natura nobiliare. In una nota diffusa dal governo si legge infatti che re Carlo III ha conferito a Cameron il titolo a vita di Barone del Regno Unito, permettendo così l’ingresso nella Camera dei Lord e la nomina a ministro degli Esteri.

Negli scorsi anni Cameron è stato anche molto vicino al governo cinese. Il suo mandato da primo ministro è stato descritto come “un’epoca d’oro” per le relazioni fra Regno Unito e Cina, e nella sua attività da lobbista è stato accusato di lavorare per il governo cinese: a settembre del 2023 Cameron aveva parlato a due importanti eventi in Medio Oriente nell’ambito del finanziamento del progetto Port City Colombo, la costruzione di una zona economica speciale e hub finanziario a Colombo, la città più importante dello Sri Lanka. Nonostante Cameron abbia negato di aver parlato con membri del governo cinese, questo progetto è una parte fondamentale della “Via della Seta”, il grande progetto infrastrutturale voluto dal presidente cinese Xi Jinping, ed è visto come un centro finanziario che la Cina vorrebbe far competere con Singapore e Dubai.

Tuttavia, altre analisi hanno letto la sua nomina come un modo per Sunak di portare dentro al suo governo una figura che ha già dei legami solidi con molti leader internazionali grazie al suo passato da primo ministro, in un momento di grande instabilità politica.

– Leggi anche: Suella Braverman, tra incidenti e ambizioni

Per quanto riguarda invece il licenziamento di Suella Braverman, l’ex ministra ha ricevuto molte critiche per le sue posizioni reazionarie o per comportamenti e atti giudicati inadeguati ai suoi ruoli: la settimana scorsa era stata molto contestata per un suo articolo pubblicato sul Times in cui criticava la polizia di Londra perché, secondo lei, avrebbe gestito le manifestazioni di destra in maniera più dura rispetto a quanto fatto con le manifestazioni in sostegno alla Palestina. Secondo i critici avrebbe messo in dubbio l’autonomia di azione della polizia, minandone la reputazione. In molti avevano chiesto le dimissioni di Braverman, fra cui anche diversi esponenti del partito Conservatore (di centrodestra), di cui fanno parte lei e Sunak.

Secondo alcuni con quell’articolo Braverman avrebbe cercato di anteporre le sue ambizioni personali al suo ruolo e alle priorità del governo. Alcuni parlamentari del partito Conservatore avevano detto in passato che Braverman starebbe cercando di proporsi come leader del partito al posto di Sunak, con l’obiettivo di diventare prima ministra: nel 2022 si era candidata per sostituire Boris Johnson come leader dei Conservatori, e di conseguenza come prima ministra, ma era stata eliminata al secondo giro delle primarie. Nel Regno Unito il leader del partito che controlla la maggioranza dei seggi in parlamento viene nominato primo ministro: le prossime elezioni sono previste fra più di un anno ma la precarietà degli ultimi governi e la perdita di consensi del partito Conservatore rendono la situazione politica instabile.

Braverman era già stata ministra dell’Interno nel governo precedente a quello di Sunak, guidato da Liz Truss e durato solo un mese fra il settembre e l’ottobre del 2022. In quel caso era stata costretta a dimettersi a causa di una violazione del regolamento ministeriale: Braverman aveva condiviso tramite il suo indirizzo di posta elettronica privato un documento ufficiale contenente la proposta scritta di un progetto di legge sull’immigrazione, materiale ritenuto sensibile a causa delle ripercussioni che questo tipo di leggi ha sull’economia degli stati. Il giorno successivo alle sue dimissioni si dimise peraltro anche Liz Truss.

– Leggi anche: Suella Braverman non vede l’ora di mandare i richiedenti asilo in Ruanda