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  • Giovedì 9 novembre 2023

La Chiesa ha dato un po’ di risposte sulle persone trans e i sacramenti

Ha chiarito che possono ricevere il battesimo e fare da padrini e madrine, come tutti gli altri fedeli

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
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Mercoledì il dicastero per la Dottrina della Fede, un importante organo della Chiesa cattolica che tra le altre cose ha il compito di occuparsi di materie riguardanti la dottrina e la morale dei credenti, ha pubblicato una serie di chiarimenti sulla vita all’interno della Chiesa delle persone trans e delle persone che hanno relazioni omosessuali (il dicastero parla più specificamente di persone “omoaffettive”).

I chiarimenti sono stati forniti dal dicastero in risposta ad alcune domande fatte nei mesi scorsi da José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile, e riguardano soprattutto la possibilità di partecipare ai sacramenti del battesimo e del matrimonio. Il documento è stato firmato da Victor Manuel Fernandez, direttore del dicastero, e controfirmato da papa Francesco.

Sono questioni sulle quali in passato la Chiesa cattolica non aveva esplicitamente fornito linee guida di condotta, di fatto non mettendo divieti ma nemmeno dando spiegazioni chiare. La prima domanda riguarda la possibilità che una persona trans possa essere battezzata: il dicastero dice che una persona trans che si fosse anche sottoposta a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso, «può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli». Il dicastero specifica anche che «nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il battesimo».

Vale lo stesso discorso per la possibilità che le persone trans siano padrino o madrina di un battesimo. Il dicastero dice che è possibile ma specifica che «non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale». In sostanza, secondo il dicastero, non conta che una persona sia o meno trans per poter fare da padrino o madrina, ma che conduca una vita conforme al Vangelo. Il dicastero è ancora più chiaro nel rispondere alla domanda se una persona trans possa essere testimone di un matrimonio: in questo caso, si dice nel documento, «non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale» che proibisca a una persona trans di fare da testimone.

Per quanto riguarda il battesimo di figli di persone omosessuali, che siano stati adottati o nati tramite gestazione per altri (il dicastero usa la definizione dispregiativa “utero in affitto”), si dice che perché vengano battezzati ci deve essere «la fondata speranza» che saranno educati «nella religione cattolica», quindi non c’è alcun divieto preventivo.

Il dicastero aggiunge poi una risposta sulla possibilità che le persone che hanno una relazione gay possano essere padrini o madrine di un battesimo: in questo caso il dicastero fa una distinzione tra persone che convivono e conducono «una vita conforme alla fede», per le quali è possibile, e persone la cui convivenza non consiste in «una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio», letteralmente alla maniera di marito e moglie, in pratica intende che abbiano rapporti sessuali, per le quali non è possibile. Infine il dicastero dice che, come per le persone trans, non ci sono divieti per le persone con relazioni gay nel fare da testimoni nei matrimoni.

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