“Minecraft” per chi ancora non ha capito cos’è

Con 300 milioni di copie vendute è di gran lunga il videogioco più venduto di sempre, e anche uno dei più originali

(Miles Willis/Getty Images for Ascot Racecourse)
(Miles Willis/Getty Images for Ascot Racecourse)

Questo mese il videogioco Minecraft ha superato i trecento milioni di copie vendute, cento milioni in più del secondo videogioco di maggior successo della storia, Grand Theft Auto V. Secondo alcuni il videogioco ad aver venduto più copie nella storia sarebbe in realtà Tetris, con più 520 milioni a partire dagli anni Ottanta: Tetris viene però considerato una “serie” di giochi, essendosi sviluppato in versioni molto diverse tra loro nel corso dei decenni. Se si parla di titoli singoli, quindi, è Minecraft a dominare la classifica, nonostante sia entrato in commercio poco più di dieci anni fa, nel 2011, e sia stato sviluppato originariamente da una singola persona, lo svedese Markus Persson (detto “Notch”).

Minecraft è un gioco molto particolare, a cominciare dal suo aspetto, fatto di mattoncini e cubetti che rievocano la grafica dei primi videogiochi. Su Minecraft i giocatori hanno totale libertà d’azione: a seconda della modalità di gioco selezionata, infatti, ciascuno può decidere di dedicarsi alle attività che preferisce – l’esplorazione della mappa di gioco, per esempio – senza preoccuparsi di punteggi, nemici, o del tempo. Il titolo è di tipo sandbox, termine con cui si indicano i videogiochi liberamente esplorabili, dotati spesso di mappe enormi e senza confini, in cui il giocatore può impegnarsi in varie missioni.

Le attività fondamentali ruotano attorno alla raccolta di risorse come il legno o la pietra: il giocatore controlla un personaggio che tiene in mano un martello (o altri strumenti che può costruire e ottenere nel corso del gioco) con cui estrae risorse dall’ambiente circostante. La risorsa fondamentale è il legno, che si ottiene colpendo ripetutamente il tronco degli alberi con un martello: a questo punto, lo si può trasformare in assi o blocchi di legno, con cui è possibile fabbricare altri strumenti o costruirsi un riparo. Al centro di queste trasformazioni c’è l’inventario del giocatore, una finestra di gioco con cui è possibile gestire le risorse o fabbricarne (o “craftare”, dall’inglese crafting) di nuove. Per costruire un’ascia di pietra, ad esempio, si parte da tre blocchi di legno, che vengono trasformati in assi e bastoni, ottenendo un’ascia fatta di legno; con questa è possibile estrarre la pietra dai massi circostanti. Con tre pezzi di pietra è a questo punto possibile fabbricare l’ascia desiderata.

All’inizio di una nuova partita a Minecraft i giocatori possono decidere tra alcune modalità di gioco che permettono esperienze diverse e hanno contribuito alla diffusione e al successo del titolo. La prima modalità è detta “Sopravvivenza”, nella quale bisogna raccogliere risorse per costruirsi un riparo durante le ore di luce: con il tramonto e la successiva notte, infatti, il mondo viene popolato da mostri e creature che attaccano i giocatori indifesi. La modalità Sopravvivenza è la più affine ai videogiochi classici, in cui il giocatore ha un obiettivo preciso e dei nemici da cui difendersi. La seconda modalità è invece quella più rappresentativa dell’estrema libertà che caratterizza il gioco: si chiama “Creativa” e permette di raccogliere risorse e costruire strutture per un lasso di tempo indefinito, senza preoccuparsi delle ore di luce o dei mostri. Con la modalità “Avventura”, invece, si possono esplorare mappe progettate da altri giocatori: in questo caso, i giocatori non possono distruggere liberamente gli ambienti e si limitano a interagire solo con alcuni elementi e personaggi. Altre modalità sono quella “Estrema”, una versione particolarmente difficile di Sopravvivenza, e “Spettatore”, in cui gli utenti visitano le mappe prodotte dagli altri utenti senza alcuna interazione diretta.

Le primissime versioni del gioco risalgono al 2009, anche se la pubblicazione ufficiale avvenne solo nel 2011. Fin da subito fu la modalità Creativa a colpire il pubblico, come notato da una delle prime recensioni del gioco, pubblicata dal sito GameSpot nel 2009: «Anche se inizialmente [il gioco] non presenta alcuna trama tangibile o direzione da seguire, la vera bellezza di Minecraft sta nel fatto che non c’è bisogno di nessuna delle due. Ottieni dal gioco ciò che decidi di dedicarci, cosa che permette di perseguire gli aspetti che più ti interessano». Il successo del videogioco fu istantaneo: nel solo 2012, il primo anno dopo il lancio ufficiale, Minecraft vendette 15 milioni di copie. Nel settembre del 2014 Microsoft acquistò il videogioco, l’azienda che l’aveva sviluppato (Mojang Studios, fondata da Persson nel 2009) e l’intera proprietà intellettuale legata al suo mondo, per 2,5 miliardi di dollari.

La diffusione di Minecraft avvenne senza investimenti pubblicitari ma grazie al passaparola online, tra siti e forum specializzati e, soprattutto, grazie a YouTube, dove è da anni il videogioco a cui sono dedicati più video in assoluto. Nel dicembre del 2021 YouTube ha celebrato “un trilione di views di Minecraft”, ovvero mille miliardi di visualizzazioni raccolte nel corso di dodici anni da tutti i contenuti che si occupano del videogioco. Un tale successo è stato reso possibile soprattutto dalle varie modalità di gioco, che hanno finito col creare generi di intrattenimento diversi: dai contenuti videoludici più classici (in cui un giocatore dimostra di avere particolari capacità) a quelli più creativi.

Tra questi ultimi, i casi più noti sono quelli dei giocatori che, organizzandosi in gruppi, hanno usato i mattoncini del gioco per costruire strutture sempre più ambiziose: alcuni esempi sono le riproduzioni di monumenti come il Taj Mahal o dell’intera città di New York, riprodotta da un gruppo di 2.731 persone. Nel 2020 migliaia di utenti si riunirono con l’obiettivo di ricreare l’intero pianeta Terra su Minecraft, a dimensioni naturali: come ha notato il sito Vice, infatti, l’impresa è resa possibile dalle incredibili dimensioni della mappa di gioco, la cui estensione è di 60mila chilometri per 60mila chilometri, più grande di Nettuno, un pianeta grande circa quattro la volte la Terra.

(Quora)

Secondo i dati forniti da YouTube, negli ultimi anni si sono diffusi nuovi tipi di contenuti legati a Minecraft, come quelli di tipo “Role-Play” (gioco di ruolo), in cui gli utenti usano Minecraft per immergersi in scenari molto particolari, interpretando ruoli specifici e seguendo regole e trame condivise da altri utenti, che si riuniscono in server appositi, delle “stanze” virtuali in cui si può giocare con un gruppo di persone. Alcuni di questi server sono diventati fenomeni di massa le cui partite sono seguite da milioni di persone, con personaggi noti e discussi online, e hanno creato community di fan molto attive su Tumblr e nei portali dedicati alle fan fiction. Server come “Dream SMP” – co-fondato dallo youtuber Dream – hanno avuto un notevole impatto culturale tra i più giovani, ma ne esistono d’ogni tipo, spesso caratterizzati da regole interne pensate per personalizzare il gioco.

Nonostante la natura rivoluzionaria del gioco, Minecraft non è nato dal nulla: il suo creatore Persson, oggi quarantaquattrenne, si ispirò a diversi titoli della scena indipendente del settore videoludico. Tra i giochi più influenti per il futuro Minecraft ci furono Dwarf Fortress (2006), in cui dei nani devono raccogliere legna, fabbricare mobili o estrarre altre risorse mentre si difendono da mostri come vampiri e ragni giganti. Secondo Daniel Goldberg e Linus Larsson, autori di Minecraft. La storia di Markus “Notch” Persson e del gioco che ha cambiato tutto (Multiplayer Edizioni, 2015), gli altri giochi che ispirarono Persson furono RollerCoaster Tycoon e Dungeon Keeper: il primo per la possibilità di costruire liberamente delle strutture di vario tipo, il secondo per le atmosfere lugubri e sotterranee. Prima d’allora, Persson aveva anche lavorato a un gioco chiamato Wurm Online, in cui i giocatori potevano alterare l’ambiente di gioco e vagare senza obiettivo. L’elemento fondamentale per la nascita del videogioco fu però un altro titolo, Infiniminer, uscito nel 2009, che conteneva alcuni elementi praticamente identici a quelli di Minecraft, come le strutture a blocchi, la possibilità di estrarre risorse e di modificare l’ambiente.

Come raccontato da Goldberg e Larsson, il codice sorgente di Infiniminer (la versione originale di un software) «trapelò in rete appena un mese dopo l’uscita del gioco» e molti programmatori cominciarono a modificarlo creandone versioni diverse. Anche Persson cominciò a lavorarci, cambiando la prospettiva di gioco dalla terza persona alla prima e rielaborando la grafica per renderla ancora più a cubetti. Quando, nel maggio del 2009, il programmatore caricò su YouTube un video con la primissima versione di Minecraft, la sua descrizione diceva: “Questa è una versione di prova preliminare del clone di Infiniminer a cui sto lavorando. Se riuscirò a finirlo, aggiungerò molte più risorse e materiali”.

Da allora il videogioco si è diffuso tra diverse generazioni di giocatori: secondo Microsoft, l’utente medio ha circa 28 anni e il pubblico è misto, soprattutto per gli standard dei videogiochi (il 40% di utenti è di sesso femminile). Nel corso degli anni, inoltre, Minecraft si è affermato anche come strumento ludico per l’infanzia. Un articolo del 2016 del New York Times Magazine intitolato “La generazione di Minecraft” ha raccontato come l’uso dei blocchi avvicini il videogioco a LEGO o ad altri giochi per l’infanzia utilizzati dalle scuole che seguono il metodo Montessori. Anche il ricorso a martelli e asce per la raccolta di legno e altre risorse ricorda alcuni esperimenti didattici diffusi nell’Europa del Nord nel secondo Dopoguerra. Secondo l’articolo, «l’architetto del paesaggio danese Carl Theodor Sorensen propose di trasformare le aree delle città distrutte dalla Seconda guerra mondiale in “parchi giochi di rovine”, dove ai bambini venissero date asce, martelli e seghe per fare dei detriti una nuova civiltà». Anche in Svezia si diffuse all’epoca il sloyd, o arte del lavorazione del legno per bambini e bambine. In Italia Minecraft viene utilizzato talvolta per ricreare monumenti antichi con cui accompagnare le lezioni in classe, come fanno le insegnanti di scuola primaria Simonetta Anelli e Monica Boccoli, creatrici del progetto “Maestre a cubetti”, o il canale YouTube “A scuola con Minecraft.

Nonostante l’aura di divertimento e creatività che circonda il gioco, nel corso degli anni la figura di Persson è diventata molto problematica. A partire dal 2016 in particolare, in seguito alla sua uscita da Mojang, l’imprenditore si è fatto notare per alcune dichiarazioni sessiste, transfobiche e cospirazioniste pubblicate soprattutto sul suo profilo Twitter. Tra le altre cose, Persson ha definito il femminismo “una malattia sociale”, ha proposto l’istituzione di una giornata per l’orgoglio eterosessuale (una risposta polemica al Pride della comunità LGBTQ+) e ha offeso pubblicamente Zoë Quinn, sviluppatrice di videogame che fu al centro della controversia sessista chiamata “Gamergate”. Più recentemente, Persson ha twittato frasi vicine alla alt-right statunitense (“È ok essere bianchi”) e appoggiato teorie cospiratorie d’estrema destra come Pizzagate e QAnon, tra le più deliranti e paranoiche di questi anni. Da tempo i rapporti tra il creatore e la proprietà del videogioco sono interrotti: nel 2019 Persson fu escluso dalla celebrazione per il decennale del titolo perché le sue opinioni «non riflettono quelle di Microsoft o di Mojang, e non sono rappresentative di Minecraft».