Il video della giudice di Catania diffuso da Salvini

Si vede la magistrata Apostolico partecipare a una manifestazione del 2018, e se ne sta discutendo anche per come è saltato fuori

Un frame del video pubblicato su X da Matteo Salvini
Un frame del video pubblicato su X da Matteo Salvini

Giovedì il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha pubblicato sui propri account social un video in cui si vede la magistrata Iolanda Apostolico durante una manifestazione a favore dei migranti, nel 2018. Del video si sta discutendo molto, sia per il suo contenuto che per le modalità con cui questo sarebbe stato filmato e poi ottenuto da Salvini. Apostolico è la giudice del tribunale di Catania che la scorsa settimana ha annullato la richiesta di detenzione per quattro migranti tunisini nel nuovo Centro per le procedure accelerate di frontiera di Pozzallo, in provincia di Ragusa, giudicando illegittime alcune parti del decreto “Cutro”. La sentenza era stata molto criticata dal governo, e il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che sarà impugnata.

Nel video si vede Apostolico partecipare a una manifestazione in favore dello sbarco dei 67 migranti che in quel periodo (agosto del 2018) si trovavano a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Al tempo Salvini era ministro dell’Interno, e gran parte del suo lavoro e della sua comunicazione si basava proprio sulla promessa di fermare gli arrivi via mare di migranti irregolari. Durante l’estate si rifiutò di indicare un porto per l’attracco della Diciotti, ma dopo vari giorni di confusione le persone a bordo furono comunque fatte sbarcare a Trapani, in Sicilia. La procura di Palermo aprì un’indagine a carico di Salvini per sequestro di persona a scopo di coazione, omissione di atti d’ufficio e arresto illegale, ma nel marzo del 2019 il Senato negò l’autorizzazione a procedere, e quindi il caso fu chiuso senza un processo.

Il video pubblicato giovedì fu filmato durante una manifestazione molto animata nel porto di Catania, in cui la folla rivolge cori contro i membri del governo, all’epoca guidato da Giuseppe Conte, accusandoli di essere «animali» e «assassini». Tra i partecipanti c’è anche Apostolico, il cui volto è inquadrato molto bene in diversi momenti del video. La giudice non dice nulla e non partecipa attivamente alle proteste: si limita a stare in piedi tra la folla e il cordone della polizia, con un’espressione a tratti incerta.

Giovedì Apostolico ha commentato le polemiche dicendo di essere molto impegnata con il lavoro e di non aver visto il video: «Io mi rifiuto di entrare in quest’arena, non è nelle mie aspirazioni», ha detto uscendo dal tribunale. «Non intendo contribuire a questo chiasso. Si sposta l’attenzione su cose che non hanno nulla a che vedere con un provvedimento giurisdizionale, che si può discutere e impugnare». Secondo La Stampa, Apostolico avrebbe detto ai colleghi di credere che il governo stia portando avanti «un’operazione di dossieraggio», ossia una raccolta non autorizzata di informazioni su una o più persone, spesso con lo scopo di ricattarle.

Non è chiaro chi abbia filmato la scena. Il video è fatto da una persona che si trova vicino ai poliziotti. Un articolo del Fatto Quotidiano mette a confronto il video diffuso da Salvini con le immagini di un altro video della stessa scena, in cui si vede il cordone della polizia da dietro: non ci sono operatori o giornalisti, ma un uomo molto vicino agli altri agenti in divisa che riprende la scena, da quel che si vede senza divisa e con uno zaino. Non sappiamo nemmeno come Salvini sia entrato in possesso di questo video, risalente a oltre cinque anni fa.

Nella serata di venerdì la questura di Catania ha fatto sapere che il video pubblicato da Salvini «non risulta tra gli atti d’Ufficio relativi all’evento in questione», e che negli atti redatti dagli agenti a seguito del servizio relativo alla manifestazione «non risulta menzionata la presenza della dottoressa Iolanda Apostolico né del marito».

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (ANM), ha detto: «A cinque anni di distanza si riprende non so bene come un video, quando questo magistrato non convalida il trattenimento dei migranti. Non so bene come spunti il video, se era già online o se appartiene alle forze di polizia come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo. Questo mi sembra più grave».

Santalucia ha anche detto che partecipare alle manifestazioni è un «diritto costituzionale» e che il lavoro dei giudici dovrebbe essere valutato sulla base dei loro provvedimenti, e non tramite uno «screening al passato, alla vita privata di un magistrato, scavando a ritroso per anni». Questo è un altro aspetto su cui si sta discutendo, cioè l’opportunità per una giudice di partecipare o meno a una manifestazione come quella del 2018: alcuni dicono che non si può limitare il diritto di Apostolico di farlo e di esprimere liberamente le sue opinioni, come per tutti i cittadini, mentre secondo altri la sua professione dovrebbe comportare maggiori cautele, per garantire il rispetto del principio di imparzialità della magistratura.

Diversi esponenti del governo e della maggioranza che lo sostiene hanno criticato la presenza di Apostolico alla manifestazione, interpretata come un segnale di solidarietà verso i migranti. Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa ha detto che la giudice andrebbe «radiata immediatamente», mentre il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha detto che «un magistrato ha l’obbligo non solo di essere, ma anche di apparire indipendente».  Matteo Renzi, il leader del partito centrista Italia Viva, ha detto di non condividere le idee di Salvini sull’immigrazione, ma che comunque trova «scandaloso che un magistrato vada in piazza. Se vuoi fare politica, non fai il magistrato».

La giudice stessa, comunque, ha detto di non essere stata coinvolta nei cori, anzi di avere cercato di evitare ulteriori scontri tra la polizia e i manifestanti. Ha rivendicato il diritto di poter partecipare alle manifestazioni, un diritto che appartiene anche ai giudici e ai magistrati: «A meno che non si voglia tornare a magistrati che si rinchiudono in una torre d’avorio».