Gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina missili a lungo raggio

Saranno armati con bombe a grappolo e permetteranno di colpire obiettivi lontani fino a 300 chilometri: Biden li ha concessi dopo molte esitazioni

Joe Biden e Volodymyr Zelensky in un incontro di fine 2022 (AP Photo/Andrew Harnik)
Joe Biden e Volodymyr Zelensky in un incontro di fine 2022 (AP Photo/Andrew Harnik)
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Gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all’Ucraina missili a lungo raggio armati con munizioni a grappolo. Questi missili, chiamati ATACMS (Army Tactical Missile System), permetteranno all’esercito ucraino di colpire obiettivi molto più lontani rispetto alla linea del fronte, fino a 300 chilometri di distanza dal luogo di partenza. L’annuncio della fornitura non è ancora ufficiale ma la decisione è stata confermata a vari media statunitensi da fonti anonime interne al governo e all’esercito statunitense.

L’Ucraina richiedeva questo tipo di missili sin dallo scorso anno, ritenendoli fondamentali per colpire luoghi di comando, depositi di armi e vie logistiche russe lontane dalla linea del fronte. Gli Stati Uniti avevano finora rifiutato l’invio di questo genere di armi per due motivi: che potrebbero permettere all’Ucraina di colpire obiettivi all’interno del territorio russo e che ritenevano di non averne quantità sufficienti nei propri arsenali.

Queste due obiezioni paiono ora essere superate: il governo americano chiederà e otterrà probabilmente rassicurazioni sull’utilizzo dei missili, come già accaduto per le bombe a grappolo, e ha già avviato un programma di produzione di missili a lungo raggio di nuova generazione che andranno a sostituire quelli destinati all’Ucraina. Secondo informazioni provenienti da fonti parlamentari riportate dal Washington Post attualmente l’esercito americano avrebbe in dotazione 1486 missili ATACMS, di cui 364 armati con munizioni a grappolo. Questo tipo di missili è ancora in produzione: la Lockheed Martin ha un contratto per fornirne 500 all’anno all’esercito statunitense, che li ha destinati alla vendita all’estero.

Esercitazioni dell’esercito americano con i missili ATACMS (John Hamilton/U.S. Army via AP)

Il presidente Joe Biden avrebbe informato Volodymyr Zelensky della decisione durante l’incontro alla Casa Bianca di giovedì. Durante lo stesso incontro l’amministrazione statunitense avrebbe deciso lo stanziamento di altri 325 milioni di dollari in armamenti, che comprenderanno difese antiaeree, munizioni da artiglieria e bombe a grappolo.

Le bombe a grappolo (in inglese chiamate cluster bombs) vengono utilizzate a partire dalla Seconda guerra mondiale e sono contenitori che trasportano decine o centinaia di bombe più piccole, note anche come “submunizioni”. Possono essere sganciate da un aereo, lanciate da terra o da mare, o appunto possono armare dei missili. Quando raggiungono un’altezza prestabilita, a seconda dell’area interessata che può essere ampia quanto diversi campi da calcio, si aprono e le bombe al loro interno si distribuiscono “a grappolo” sull’area sottostante. Ci sono vari tipi di submunizioni, ma quasi tutte sono progettate per esplodere al momento dell’impatto. La loro efficacia ma anche la loro pericolosità a anni di distanza per la popolazione civile sono legate al cosiddetto “dud rate”, cioè quante submunizioni delle bombe a grappolo rimangono inesplose a terra.

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