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  • Giovedì 22 dicembre 2022

Il dilemma degli Stati Uniti sui missili da inviare all’Ucraina

Il presidente Joe Biden ha appena annunciato l'invio di nuove armi come i missili Patriot, ma ci sono dei limiti alle forniture militari americane

(AP Photo/Andrew Harnik)
(AP Photo/Andrew Harnik)
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In concomitanza con la storica visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky negli Stati Uniti, il governo americano ha approvato nuovi aiuti militari a favore della difesa dell’Ucraina nella resistenza contro l’invasione russa: gli aiuti appena approvati valgono 1,85 miliardi di dollari, e sono tra i più rilevanti inviati finora (in totale, gli Stati Uniti hanno speso quest’anno 21,3 miliardi di dollari per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina). Tra le altre cose, gli aiuti comprendono una batteria di missili Patriot, il sistema di difesa missilistica più avanzato in possesso dell’esercito americano.

Quest’ultimo invio di mezzi militari ha anche un certo valore simbolico, perché mostra come gli Stati Uniti siano pronti a fare grossi investimenti nella difesa dell’Ucraina. Nonostante questo, rimane una certa dialettica tra Stati Uniti e Ucraina: Zelensky vorrebbe che gli Stati Uniti inviassero ulteriori armi, e aggiungessero ai sistemi di difesa anche missili offensivi a lungo raggio. Il presidente americano Joe Biden, invece, deve cercare di bilanciare gli aiuti alla resistenza ucraina con la necessità di evitare che la Russia percepisca l’invio di armi come un’escalation e un ulteriore coinvolgimento degli Stati Uniti e della NATO nella guerra.

Questa dialettica si è vista anche durante la visita di Zelensky a Washington. Durante la conferenza stampa congiunta una giornalista ha chiesto a Biden: «Non potremmo dare all’Ucraina tutti gli aiuti militari di cui ha bisogno per liberare tutto il proprio territorio il prima possibile?». E Biden ha detto, indicando Zelensky: «La sua risposta è sì». Zelensky a quel punto si è messo a ridere e ha esclamato: «Sono d’accordo!».

Sempre durante la visita, Zelensky ha detto a Biden che «vorremmo avere più Patriot» oltre alla singola batteria di missili che è già stata promessa, aggiungendo: «Mi dispiace, ma siamo in guerra». Secondo alcuni giornali, inoltre, la delegazione ucraina avrebbe ripetuto la richiesta non soltanto di missili difensivi, ma anche di missili offensivi a lunga gittata, i cosiddetti ATACMS, che sono i più potenti e sofisticati missili terra-terra che l’esercito americano abbia a disposizione. Gli Stati Uniti però si rifiutano di fornire gli ATACMS all’Ucraina, perché con quei missili l’esercito ucraino sarebbe in grado di colpire molto in profondità il territorio russo.

Gli aiuti militari che gli Stati Uniti stanno dando all’Ucraina sono straordinari per un paese che non fa parte della NATO. In questi mesi di guerra, le armi americane hanno avuto un ruolo fondamentale nella resistenza ucraina, a più riprese.

Nei primi mesi della guerra, quando la prima necessità dell’Ucraina era di respingere l’invasione di terra russa, ebbero un’importanza eccezionale i Javelin, armi anticarro di produzione americana che contribuirono alla distruzione di centinaia di carri armati russi e che consentirono agli ucraini di respingere l’esercito russo da gran parte del proprio territorio.

Nei mesi estivi, man mano che la guerra si concentrava nell’est dell’Ucraina, furono invece decisivi gli HIMARS, lanciarazzi americani forniti all’esercito ucraino. Al contrario dei Javelin, gli HIMARS sono armi offensive, usate per colpire e distruggere le posizioni nemiche. Senza gli HIMARS l’esercito ucraino non sarebbe riuscito a compiere le sue eccezionali controffensive di Kharkiv a settembre e di Kherson a novembre.

Con l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno, la Russia ha adottato una tattica di bombardamento sistematico delle città ucraine e delle infrastrutture energetiche civili, e per questo le necessità dell’Ucraina sono passate alla difesa aerea, cioè all’intercettazione dei missili e dei droni esplosivi che la Russia utilizza per colpire obiettivi civili ucraini. In risposta, gli Stati Uniti e vari paesi europei hanno inviato numerosi sistemi di difesa, più o meno efficaci, che hanno consentito di ridurre notevolmente i danni dei bombardamenti russi, anche se non di azzerarli.

I Patriot sono i più sofisticati tra i sistemi di difesa aerea a disposizione dell’Occidente, ma sulla loro utilità per l’Ucraina sono circolati dubbi anche notevoli, in un contesto come quello della guerra dove molti attacchi da parte della Russia sono gestiti con droni di fabbricazione iraniana, che possono essere abbattuti con sistemi più economici e meno complessi da gestire.

I Patriot sono missili terra-aria impiegati a partire dagli anni Ottanta e in grado di colpire aerei, missili da crociera (che seguono cioè traiettorie guidate) e missili balistici a corto raggio. Il sistema di lancio è montato su un camion e comprende vari lanciatori a seconda della configurazione, ciascuno dei quali può contenere fino a quattro missili, un radar per intercettare gli attacchi in arrivo e un generatore di energia elettrica. Il costo stimato di ogni munizione è di circa 4 milioni di dollari, mentre i lanciatori costano 10 milioni di dollari.

Un sistema missilistico Patriot (Sean Gallup/Getty Images)

Anche a causa del costo e della scarsità delle munizioni, sarebbe insensato per l’Ucraina usare i Patriot per difendersi dai bombardamenti russi di questi mesi, che vengono fatti con missili d’artiglieria poco sofisticati e soprattutto con droni esplosivi molto economici: un drone di fabbricazione iraniana costa circa 50mila dollari, 80 volte meno di un singolo missile del sistema Patriot. Inoltre ciascuna batteria di Patriot per essere utilizzata ha bisogno di circa 90 persone, tra artiglieri, esperti e semplici soldati, che necessitano di mesi d’addestramento.

Eppure l’invio di una batteria di Patriot americani ha un’importanza notevole; anzitutto simbolica, perché mostra che l’impegno degli Stati Uniti per la difesa dell’Ucraina è ancora molto elevato. In secondo luogo può avere conseguenze militari anche rilevanti. Come ha notato un’analisi di Stratfor, un sito americano di cose militari, l’esercito ucraino potrebbe per esempio decidere di usare i Patriot per proteggere la capitale Kiev, e in questo modo potrebbe spostare verso il fronte altri sistemi missilistici meno sofisticati, per difendere le proprie forze di terra che stanno combattendo a est.

L’importanza dei Patriot è stata rilevata anche dalla Russia: Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha detto che l’invio dei sistemi d’arma all’Ucraina rappresenta un’escalation e mostra che gli Stati Uniti sono parte belligerante della guerra.

Anche per evitare ulteriori reazioni come questa, gli Stati Uniti si rifiutano ormai da mesi di fornire all’Ucraina armi offensive più potenti degli HIMARS, come per esempio i missili ATACMS. Sono i missili terra-terra a più ampio raggio a disposizione dell’esercito americano, che oltre a essere estremamente potenti e distruttivi possono colpire obiettivi a 300 chilometri di distanza, più del doppio di qualunque altro missile a disposizione attualmente dell’esercito ucraino.

Gli ATACMS sarebbero molto facili da usare, perché possono essere montati sugli stessi lanciatori degli HIMARS, e sarebbero molto utili all’Ucraina per esempio per colpire obiettivi nella penisola occupata della Crimea. Tuttavia gli Stati Uniti continuano a rifiutarsi di fornirli, principalmente per tre ragioni: anzitutto evitare un’estensione ulteriore della guerra, e che la Russia percepisca la fornitura di armi offensive molto potenti come una provocazione diretta da parte dell’Occidente. In secondo luogo, perché gli ATACMS sono missili estremamente sofisticati che vengono usati soltanto nelle missioni più sensibili.

Inoltre sono relativamente pochi, benché non sia chiaro con esattezza quanti ce ne siano nell’arsenale americano. Anche il timore di ridurre eccessivamente le scorte militari americane ha un ruolo nell’equilibrio delicato che gli Stati Uniti stanno cercando di tenere con gli aiuti all’Ucraina. Ormai da mesi si teme che l’invio di migliaia di armi e munizioni all’esercito ucraino possa ridurre le capacità militari americane, e soprattutto le possibilità degli Stati Uniti di armare e difendere i propri alleati.