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  • Martedì 19 settembre 2023

L’Azerbaijan sta facendo un’operazione militare in Nagorno Karabakh

E ha attaccato i territori della regione ancora controllati dall'Armenia, parlando di un'operazione «antiterrorismo»

Un edificio danneggiato dai bombardamenti a Stepanakert (AP Photo/Siranush Sargsyan)
Un edificio danneggiato dai bombardamenti a Stepanakert (AP Photo/Siranush Sargsyan)
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L’Azerbaijan ha iniziato un’operazione militare nel Nagorno Karabakh, un territorio separatista collocato in Azerbaijan ma controllato dall’Armenia. Il ministero della Difesa azero ha annunciato l’operazione militare definendola un’azione «antiterrorismo» contro gli attacchi continui delle forze armene e dopo che negli scorsi giorni alcuni civili e poliziotti azeri erano morti a causa dell’esplosione di una mina.

Secondo vari resoconti dei media, l’esercito azero ha già bombardato Stepanakert, la capitale del Nagorno Karabakh sotto il controllo dell’Armenia, e altre posizioni armene. Le autorità armene hanno parlato di due vittime civili, fra cui un bambino, e 23 feriti, mentre quelle azere hanno segnalato la morte di un cittadino a Shusha, un’importante città della regione, in seguito a un attacco di artiglieria. Per il momento non esistono resoconti indipendenti sul numero delle vittime civili, e nessuno dei due schieramenti ha rivelato il numero di morti e feriti fra i soldati. Nel pomeriggio l’intensità degli scontri sarebbe molto diminuita, secondo quanto detto dall’Esercito di Difesa del Nagorno Karabakh. Nella serata di martedì esponenti di una organizzazione non governativa che opera nel Nagorno Karabach hanno dato notizia della morte di 25 persone, fra cui due civili, in  seguito agli attacchi: i feriti sarebbero 138, ma la notizia non è stata al momento verificata da altre fonti indipendenti.

Martedì l’Unione Europea, la Germania e la Francia hanno condannato le azioni dell’esercito azero. La Francia ha detto di aver convocato una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il rischio è che possa riaprirsi la guerra tra Azerbaijan e Armenia del 2020, che aveva visto la vittoria dell’Azerbaijan e la riconquista di molto territorio del Karabakh precedentemente sotto il controllo degli armeni. La guerra durò un mese e mezzo, tra il settembre e il novembre del 2020, in cui furono uccise centinaia di persone, soprattutto soldati.

A Yerevan, la capitale dell’Armenia, sono in corso delle manifestazioni per chiedere l’intervento dell’esercito armeno, e i manifestanti avrebbero cercato di introdursi nella sede del governo. Il primo ministro, Nikol Pashinyan, per il momento ha escluso il coinvolgimento delle forze regolari armene. Pashinyan, che era stato eletto nel 2018 in seguito a grandi manifestazioni pro-democrazia, era stato molto criticato in seguito alla guerra del 2020: secondo i suoi oppositori, avrebbe gestito male la guerra e fatto concessioni eccessive all’Azerbaijan.

L’immagine di una esplosione da un video diffuso dal Ministero della difesa dell’Azerbaijan (Defense Ministry of Azerbaijan via AP)

Il Nagorno Karabakh è un territorio di circa 11mila chilometri quadrati che si trova all’interno dell’Azerbaijan ma la cui popolazione è a maggioranza armena e cristiana (la religione più comune in Azerbaijan è l’islam sciita). Nel 1988 dichiarò la sua indipendenza, sostenuto dall’Armenia: seguirono anni di scontri etnici molto violenti, fino alla prima guerra tra Armenia e Azerbaijan, che cominciò nel 1992, finì nel 1994 e provocò almeno 30mila morti. Quella prima guerra fu vinta dall’Armenia, che occupò buona parte del territorio del Nagorno Karabakh e vi instaurò un governo formalmente indipendente ma di fatto controllato dall’Armenia stessa. Agli occhi della comunità internazionale, il Nagorno Karabakh è sempre rimasto territorio dell’Azerbaijan.

La seconda guerra tra Armenia e Azerbaijan scoppiò appunto nel 2020, e questa volta fu l’Azerbaijan a prevalere: l’Armenia fu costretta a cedere buona parte del territorio del Nagorno Karabakh, ma alcune zone della regione rimasero comunque sotto il controllo armeno. L’accordo avrebbe dovuto essere garantito dalla Russia, che inviò migliaia di soldati a preservare la pace.

Negli ultimi anni, tuttavia, la situazione è sempre rimasta molto tesa e in più di un’occasione l’Azerbaijan ha violato gli accordi di pace del 2020, attaccando le posizioni armene. È successo nel 2022, e di nuovo in questi giorni.

La situazione nelle parti di Nagorno Karabakh controllate dall’Armenia è gravissima da mesi perché il governo azero, che controlla tutta la regione circostante, ha applicato un blocco quasi totale di tutte le comunicazioni e i trasporti, isolando il Nagorno Karabakh. Da mesi nella regione scarseggiano il cibo e tutti i generi di prima necessità.