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  • Sabato 9 settembre 2023

Cosa aspettarsi dal G20 in India

È cominciato senza Vladimir Putin e Xi Jinping, e a dividere i paesi è sempre la guerra in Ucraina

(Yawar Nazir/Getty Images)
(Yawar Nazir/Getty Images)
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Tra sabato e domenica a New Delhi, in India, si svolgerà il G20, cioè la riunione dei leader di 19 tra i paesi più industrializzati del mondo più l’Unione Europea, che si svolge ogni anno in un paese diverso. Alla riunione di quest’anno ci saranno però due importanti assenti: il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinping.

Che Putin non avrebbe partecipato, e che al posto suo sarebbe andato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, era piuttosto scontato. È stata invece un po’ più sorprendente la decisione di Xi, dato che il G20 sarebbe stata soprattutto l’occasione per il presidente cinese per provare a rafforzare le relazioni commerciali con i paesi occidentali in un momento in cui la Cina sta vivendo gravissime difficoltà economiche, che potrebbero avere ripercussioni su tutto il resto del mondo.

La presenza di Putin e Xi avrebbe anche dato modo al primo ministro indiano Narendra Modi di presentare il G20 come un importante momento di diplomazia internazionale e di rafforzare la sua leadership agli occhi della popolazione indiana in vista delle elezioni del 2024, dove cercherà di ottenere il suo terzo mandato da primo ministro. Ma il G20 servirà a Modi anche per consolidare il ruolo dell’India e dei paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati nelle relazioni con i paesi occidentali: in questo senso va letta la prima decisione annunciata da Modi in apertura della riunione sabato mattina, ovvero l’invito a far diventare un membro permanente del G20 l’Unione Africana, l’organizzazione intergovernativa che comprende tutti i paesi del continente africano riconosciuti dalla comunità internazionale.

Come in ogni G20 i leader mondiali discuteranno per due giorni dei principali temi politici del momento, delle riforme globali che possono essere adottate per il clima, l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico dei paesi. Al termine verrà redatta una dichiarazione, non legalmente vincolante, in cui i capi di governo esprimeranno una posizione comune riguardo a un tema specifico. Solitamente la dichiarazione viene discussa nelle settimane che precedono il G20 dai cosiddetti “sherpa”, i negoziatori dei singoli paesi, e i due giorni di riunione sono perlopiù una formalità.

Non era stato così però l’anno scorso, a causa della guerra in Ucraina: ci furono grosse discussioni tra i paesi occidentali che volevano inserire una dura condanna della guerra e la Russia, col sostegno della Cina, che invece voleva che del tema non venisse fatto cenno nel testo. Alla fine si trovò un compromesso, e nella dichiarazione venne scritto che «molti paesi membri» –  ma non tutti – condannavano la «guerra in Ucraina», e non veniva mai detto «guerra della Russia all’Ucraina».

Al G20 di New Delhi le cose non sono andate molto diversamente: sabato i paesi partecipanti hanno diffuso una dichiarazione comune in cui hanno condannato genericamente «l’uso della forza» in Ucraina, senza però mai citare il ruolo della Russia nella guerra. Un portavoce del governo ucraino ha commentato la dichiarazione sostenendo che nel testo non ci sia «nulla di cui andare fieri».

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