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  • Mercoledì 16 agosto 2023

Una nave ucraina è partita da Odessa per la prima volta dalla fine dell’accordo sul grano

Il governo ha detto di aver attivato un «corridoio umanitario», ma non è chiaro se la Russia intenda rispettarlo

(Ufficio stampa del ministero ucraino delle Infrastrutture via AP)
(Ufficio stampa del ministero ucraino delle Infrastrutture via AP)
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Mercoledì una nave cargo è partita dal porto di Odessa, nel sud dell’Ucraina, per trasportare merci e generi alimentari: è la prima volta che succede da quando la Russia si è ritirata dall’accordo sul grano, lo scorso 17 luglio.

Il 10 agosto le autorità ucraine avevano annunciato l’intenzione di aprire un «corridoio umanitario» temporaneo nel mar Nero per permettere la circolazione delle navi rimaste bloccate nei porti del paese fin dall’inizio della guerra, a febbraio del 2022, e non coperte dall’accordo sul grano avviato successivamente. Il governo ha assicurato che i tragitti compiuti dalle navi tramite questa rotta saranno «estremamente trasparenti» e non avranno finalità militari, ma al momento non è chiaro se la Russia intenda rispettare questa decisione e quindi permettere nuovamente il transito via mare di merci ucraine, seppure in modo ridotto.

La prima imbarcazione partita da Odessa si chiama “Joseph Schulte”, batte bandiera di Hong Kong ed è in co-proprietà di una compagnia tedesca e di una banca cinese, mentre il personale a bordo è ucraino. Trasporta oltre 30mila tonnellate di merci, tra cui alcuni generi alimentari.

Dalla fine dell’accordo sul grano – che garantiva il transito sul Mar Nero di navi cariche di cereali, nonostante la guerra – l’Ucraina aveva spostato parte delle proprie esportazioni dalle rotte marittime a quelle fluviali, intensificando le attività dei suoi porti sul Danubio. Questi però non hanno la stessa capacità dei porti marini, soprattutto perché le acque sono meno profonde e le merci devono essere spostate attraverso chiatte, in grado di trasportare carichi minori rispetto alle grandi navi. Nelle ultime settimane la Russia ha approfittato della situazione di difficoltà per attaccare i porti ucraini sul Danubio, danneggiando grosse quantità di cereali pronti per l’esportazione e contribuendo a far salire i prezzi.

– Leggi anche: I porti ucraini sul Danubio sono diventati fondamentali

L’accordo sul grano era stato stipulato a luglio del 2022 da Ucraina e Russia, con la mediazione dell’ONU e in particolare della Turchia, ed era poi stato rinnovato due volte. Rappresentava probabilmente l’unico esempio di cooperazione tra Russia e Ucraina dall’inizio della guerra ed era considerato fondamentale dato che molti paesi, soprattutto in Medio Oriente e in Africa, dipendono dall’esportazione di grano e cereali ucraini. In seguito all’annuncio del ritiro russo il costo dei cereali era aumentato molto rapidamente, e tuttora rimane ben al di sopra dei livelli medi riportati tra il 2015 e il 2020.