Il prezzo del grano è di nuovo un problema

La decisione della Russia di ripristinare un blocco navale nel Mar Nero sta complicando le esportazioni dei cereali dall'Ucraina

Un soldato ucraino documenta le attività dell'esercito nel Donetsk, in Ucraina (Scott Olson/Getty Images)
Un soldato ucraino documenta le attività dell'esercito nel Donetsk, in Ucraina (Scott Olson/Getty Images)
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Nell’ultima settimana il prezzo del grano ha avuto forti oscillazioni con rincari e ricadute a causa della decisione della Russia di abbandonare un importante accordo – mediato lo scorso anno dalle Nazioni Unite – per assicurare il trasporto dei cereali nel Mar Nero nonostante la guerra in Ucraina. Come previsto, la fine dell’accordo ha determinato un aumento del costo dei cereali e potrebbe avere ripercussioni nei prossimi mesi nel settore alimentare, i cui prezzi erano diminuiti negli ultimi mesi dopo i forti rincari nei primi tempi dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le scorte sono abbondanti e i prezzi sono ancora distanti da quelli di più di un anno fa, ma i paesi più poveri potrebbero subire più di altri le nuove oscillazioni.

Oltre a essere uno dei più grandi esportatori di cereali, ortaggi e olio di semi al mondo, l’Ucraina è tra i principali fornitori del Programma alimentare mondiale (PAM) dell’ONU, l’iniziativa per eliminare la fame e la malnutrizione. Nella prima metà dell’anno, l’Ucraina da sola ha fornito l’80 per cento di cereali distribuito dal PAM, pari a quasi 33 milioni di tonnellate. Il livello delle forniture sarà probabilmente inferiore nei prossimi mesi, dovendo fare soprattutto affidamento su sistemi di trasporto alternativi come camion e treni, ma il governo ucraino non esclude comunque che i trasporti proseguano via nave nonostante le dichiarazioni piuttosto aggressive della Russia.

Oltre ad avere condotto vari attacchi alle infrastrutture dei porti di Odessa e Mykolaiv, la Russia ha detto che considererà le navi che attraversano il Mar Nero come potenziali trasporti di armi, minacciando di prendere provvedimenti nei loro confronti. L’Ucraina ha risposto all’annuncio dicendo di considerare le navi in viaggio verso la parte del Mar Nero controllata dalla Russia come potenziali trasporti di mezzi militari «con tutti i rischi che ne conseguono».

Non è chiaro quale sarà l’impatto delle nuove tensioni sulle attività delle navi mercantili nel Mar Nero. Secondo un’analisi di Associated Press, le navi per il trasporto di grano e altri cereali dall’Ucraina hanno carichi da decine di milioni di euro e devono essere assicurate di conseguenza. L’attraversamento è pericoloso in alcuni punti soprattutto per la presenza di mine inesplose in acqua, ma anche per il rischio di danneggiamenti nel caso in cui le navi siano nelle città portuali nel momento in cui vengono attaccate dalla Russia. Le società di assicurazioni sono restie a prendersi troppi rischi, specialmente dopo le minacce dell’esercito russo, e la mancanza di garanzie potrebbe essere un ulteriore ostacolo alla ripresa dei trasporti via nave.

Dall’inizio della guerra l’Ucraina ha potenziato i sistemi di trasporto su strada e ferrovia, ma la via principale per le esportazioni rimane comunque il Mar Nero. Il passaggio dei cereali via terra non è inoltre ben visto da Bulgaria, Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia perché deprezza il grano prodotto dai loro agricoltori. I cinque paesi hanno di recente sottoscritto un documento per chiedere che le forniture dall’Ucraina possano raggiungere il resto del mondo senza avere un impatto così forte sui loro mercati. La questione sarà discussa la prossima settimana con gli altri paesi dell’Unione Europea, ma trovare una soluzione condivisa non sarà semplice.

Molti dei problemi emersi negli ultimi giorni erano stati tenuti per lo meno parzialmente sotto controllo grazie all’accordo mediato dalle Nazioni Unite. Nell’anno circa in cui era rimasto in vigore aveva permesso all’Ucraina di esportare milioni di tonnellate di grano e olio di semi e di ridurre il prezzo del grano di circa un terzo, rispetto al massimo raggiunto nei primi mesi della guerra. In tempo di pace l’Ucraina esportava il 10 per cento di tutto il grano esportato nel mondo, la quota si era via via ridotta dopo l’invasione del paese da parte della Russia, portando a una riorganizzazione della produzione e delle esportazioni in vari altri paesi.

La nuova riduzione di forniture di grano dall’Ucraina sarà in parte compensata dalla maggiore produzione prevista in altre aree dell’Europa, negli Stati Uniti e nel Canada, paese che aveva ridotto le esportazioni negli scorsi anni a causa dei prolungati periodi di siccità. Le esportazioni saranno comunque concentrate tra un numero ridotto di paesi e questo potrebbe rendere il mercato più esposto a rapide oscillazioni, anche dovute alle ondate di calore delle ultime settimane in molte aree dell’emisfero boreale.

La minore disponibilità di grano ucraino, solitamente tra i più economici, potrebbe avere in particolare un impatto negativo sui paesi del Corno d’Africa e in parte del Medio Oriente. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, oltre 780 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2022, con un aumento di circa 122 milioni di persone rispetto al 2019.