Milano ricomincerà a trascrivere gli atti di nascita dei figli di due padri

Grazie a un parere favorevole del ministero dell'Interno, che lo scorso gennaio aveva vietato la pratica: è una notizia importante

Una manifestazione di Famiglie Arcobaleno, la principale associazione per genitori LGBT+ in Italia (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Una manifestazione di Famiglie Arcobaleno, la principale associazione per genitori LGBT+ in Italia (ANSA/FABIO FRUSTACI)
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Giovedì, con un annuncio sulla propria pagina Facebook, il sindaco di Milano Beppe Sala ha detto che il Comune di Milano riprenderà a trascrivere gli atti di nascita di bambine e bambini con due padri nati all’estero grazie alla gestazione per altri, la tecnica di procreazione assistita in cui una persona porta avanti una gravidanza per conto di altre persone. Gli atti di nascita esteri verranno cioè trascritti nel registro di Stato civile del Comune di Milano, in modo che quella nascita risulti registrata nell’anagrafe locale. Nelle trascrizioni potrà però essere indicato solo il genitore biologico, cioè l’uomo della coppia che ha donato i propri spermatozoi per far nascere il figlio: l’altro dovrà chiedere la “stepchild adoption”, cioè l’adozione del figlio del proprio partner, permessa in casi particolari al genitore non biologico.

La trascrizione dei certificati di nascita dei nati da gestazione per altri era stata interrotta lo scorso gennaio in tutta Italia, per via di una circolare inviata a tutte le prefetture in cui il ministero dell’Interno chiedeva che tutti i sindaci smettessero di trascriverli. La circolare si basava su sentenza della Corte di Cassazione di un mese prima che ribadiva il divieto di gestazione per altri, la definiva una pratica degradante per la donna ed escludeva la trascrivibilità automatica degli atti di nascita.

Concretamente, da gennaio a oggi, questo ha portato ad avere in Italia una serie di bambini che, pur essendo nati per volontà dei propri due padri, risultavano senza genitori, non residenti in Italia, impossibilitati ad avere documenti o a poter essere iscritti all’asilo: «Formalmente erano minori non accompagnati», ha detto Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e generali del Comune di Milano, che ha specificato che attualmente a Milano c’erano nove bambini in questa situazione, figli di otto coppie di padri.

Sala ha detto che il Comune potrà ora ricominciare a trascrivere almeno il genitore biologico (fino a gennaio li trascriveva entrambi) perché ha ottenuto un parere favorevole dal ministero del’Interno, a cui il Comune aveva scritto facendo presenti le difficoltà create dalla circolare di gennaio. Romani ha spiegato che la risposta favorevole del ministero potrà ora essere usata anche da tutte le altre città italiane, che come Milano erano state oggetto delle indicazioni del ministero dell’Interno.

Romani ha riferito che tutte e otto le coppie di padri in questione erano andate all’estero per poter avere un figlio grazie alla gestazione per altri, che in Italia è vietata e che il governo attuale vuole rendere un reato perseguibile anche se compiuto all’estero. Erano poi tornate chiedendo la trascrizione del certificato di nascita estero, in cui entrambi gli uomini erano riconosciuti come genitori. Basandosi sulle indicazioni del ministero dell’Interno dello scorso gennaio, l’ufficio di Stato civile aveva rifiutato la trascrizione dei certificati: i bambini in questione, entrati in Italia con un visto turistico di 90 giorni, risultavano quindi non accompagnati e senza alcun documento italiano che attestasse il proprio legame coi due genitori.

«In questi mesi ho sentito di coppie di padri che andavano al parco giochi portandosi dietro plichi di carta, tra passaporto estero del figlio in cui erano riportati i nomi di entrambi i padri, visto turistico se ancora valido, scartoffie varie che attestassero il proprio legame col bambino», ha detto Romani.

Molte delle coppie in questione erano quindi in procinto di fare ricorso contro il diniego dell’ufficio di Stato civile, iniziando una vicenda legale per veder riconosciuto da un giudice almeno uno dei due legami genitoriali: «Il parere positivo che abbiamo ottenuto dal ministero dell’Interno comporta che le coppie di padri potranno fare un passaggio in tribunale in meno», ha detto Sala, riferendosi al fatto che dovranno fare comunque quello per la stepchild adoption.

Tra le pratiche che il Comune di Milano aveva in sospeso dallo scorso gennaio, oltre a quelle relative ai figli di due padri, ce n’erano anche alcune relative a figli di due mamme. Dopo la circolare del ministero dell’Interno, che riguardava solo la gestazione per altri, la prefettura locale aveva infatti esteso dubbi sulla trascrivibilità degli atti di nascita anche per i nati in Italia da coppie di donne che avevano fatto ricorso all’estero a fecondazione eterologa (quella che prevede la donazione dei gameti, in questi casi di spermatozoi: in Italia questa tecnica è permessa solo alle coppie eterosessuali). In questo caso si parla di 6 bambini figli di cinque coppie di mamme, e ad essere rimasta in sospeso (e lo è ancora) era solo la trascrizione sull’atto di nascita del nome della madre non biologica: essendo i bambini nati in Italia, la madre che aveva partorito era stata riconosciuta come genitore all’anagrafe.

In altre parole, quindi, la ripresa delle trascrizioni dei nati da gestazione per altri col solo genitore biologico equipara la situazione delle coppie di padri a quella delle coppie di madri: il genitore che ha legami genetici col nato verrà riconosciuto come tale, mentre l’altro dovrà ricorrere all’adozione in casi particolari, la stepchild adoption. È una pratica lunga e costosa, in cui si richiede al genitore non biologico di adottare il proprio stesso figlio e che prevede colloqui con assistenti sociali e giudici, e che per questo è molto contestata sia dalle famiglie che devono farvi ricorso che da molti giuristi.

Nel loro comunicato su Facebook, Sala e Romani hanno detto che ora il comune di Milano ricontatterà le coppie di padri a cui era stato negato il riconoscimento del genitore biologico per informarli sulla possibilità di riprendere questa pratica.

– Leggi anche: La gestazione per altri, spiegata bene

Formalmente il divieto di trascrizione degli atti di nascita esteri di nati da gestazione per altri non riguardava solo le coppie di padri, ma anche le coppie eterosessuali: sono soprattutto queste ultime a fare ricorso a questa tecnica, e in misura minore le coppie omosessuali maschili. Nel concreto, però, a dover affrontare i problemi della mancata trascrizione sono state finora soprattutto le coppie di uomini.

Per le coppie eterosessuali infatti la situazione era già un po’ diversa. Se una coppia eterosessuale ricorre alla gestazione per altri all’estero, quando torna in Italia succede raramente che l’ufficio di Stato civile faccia problemi a trascrivere l’atto di nascita del figlio nato all’estero. Romani dice: «Per quello che ne sa l’ufficiale di Stato civile la coppia potrebbe aver partorito il figlio all’estero per poi tornare in Italia: in una coppia di uomini l’evidenza del ricorso a gestazione per altri è invece immediata, dato che due uomini non possono aver concepito e partorito un figlio senza l’aiuto di una terza persona».

Trovandosi davanti a una situazione del genere, l’ufficiale di Stato civile «non ha l’autonomia e la discrezionalità di fare valutazioni ulteriori, per esempio verificando quale dei due padri abbia legami genetici col nato: può decidere di trascrivere ugualmente il certificato, contravvenendo alla circolare del ministero, oppure deve rifiutarsi di trascriverlo del tutto», ha detto Romani. C’è comunque chi ritiene che l’ufficiale di Stato civile possa basarsi su norme esistenti per trascrivere gli atti di nascita esteri così come arrivano da un paese estero: per esempio sul Decreto del Presidente della Repubblica 396 del 2000, che dice che le dichiarazioni di nascita di cittadini nati all’estero debbano essere fatte secondo «la legge del luogo».

La risposta favorevole del ministero è arrivata dopo mesi di discussioni e consultazioni con le stesse famiglie, che avevano invitato le autorità a trascrivere ugualmente i certificati di nascita basandosi per esempio sul principio giuridico dell’interesse del minore e su altre sentenze precedenti.

Il Comune di Milano, però, aveva preferito adottare un approccio più cauto, evitando lo scontro con il governo. Romani ha detto che un atteggiamento diverso avrebbe potuto essere interpretato come una provocazione, che avrebbe potuto mettere in discussione la validità di trascrizioni già effettuate. È questa una cosa che è successa per esempio a Padova, ha spiegato Romani, dove la procura locale ha impugnato i certificati di nascita di 33 bambine e bambini nati dal 2017 a oggi su cui ora i tribunali dovranno decidere cosa fare: tra le altre cose potrebbero rimuovere da quei certificati di nascita una delle due madri (come peraltro già successo altrove, per esempio a Bergamo).

Il problema della trascrizione degli atti di nascita esteri di nati da tecniche vietate in Italia non riguarda invece nati all’estero da due mamme. In quel caso, anche se la fecondazione eterologa è vietata in Italia alle coppie omosessuali, gli atti di nascita con due madri sono normalmente formulati in paesi soprattutto europei (su Milano soprattutto Spagna e Francia), mentre per la gestazione per altri le coppie omosessuali maschili italiane vanno soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. Romani ha spiegato che i certificati di nascita esteri di paesi dell’Unione Europea vengono normalmente trascritti, mentre non succede lo stesso per paesi esterni all’Unione, come quelli in cui più frequentemente le coppie di uomini ricorrono a gestazione per altri.

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