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  • Martedì 18 luglio 2023

Israele ha riconosciuto la sovranità marocchina sul Sahara occidentale

È un ulteriore segnale di avvicinamento al Marocco, che potrebbe però aumentare le tensioni nell'area

Una manifestazione a sostegno di Brahim Gali, tra i fondatori del Fronte Polisario (AP Photo/Alvaro Barrientos)
Una manifestazione a sostegno di Brahim Gali, tra i fondatori del Fronte Polisario (AP Photo/Alvaro Barrientos)
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Lunedì il re marocchino Muhammad VI ha annunciato che Israele ha riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale, una regione di 266mila chilometri quadrati che il Marocco si contende da decenni col Fronte Polisario (abbreviazione di Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro). Il Fronte Polisario è un’organizzazione militare e politica che reclama l’indipendenza del Sahara Occidentale e il cui conflitto col Marocco negli ultimi anni si è acuito, con scontri e attacchi armati.

Il riconoscimento israeliano della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale è un altro segnale dell’avvicinamento tra Israele e Marocco, iniziato nel 2020 con gli accordi di Abramo, promossi dagli Stati Uniti e dal presidente Donald Trump. Con quegli accordi, considerati storici per il loro possibile impatto sulla politica del Medio Oriente, Israele normalizzò progressivamente le proprie relazioni con quattro stati arabi (Emirati Arabi Uniti, Egitto, Bahrein e infine Marocco).

Stando a quanto comunicato dal Palazzo Reale della capitale Rabat, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe riconosciuto la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale in una lettera inviata al re del MaroccoPer ora non ci sono state dichiarazioni di Netanyahu, ma il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha lodato il gesto di Netanyahu e ha detto che «rafforzerà le relazioni tra i due paesi e tra i due popoli e contribuirà agli sforzi compiuti per espandere la cooperazione e approfondire la pace e la stabilità nella nostra regione».

Il Sahara Occidentale è un’ex colonia spagnola, riconosciuta dal 1963 dalle Nazioni Unite come «territorio non auto-governato». Lo status del Sahara Occidentale è conteso dal 1975, anno in cui la Spagna lasciò quest’area affidandone il controllo a un’amministrazione congiunta di Marocco e Mauritania: entrambi vi reclamavano la propria sovranità. Iniziò quindi una guerra tra i due paesi e il Fronte Polisario, che ne chiedeva invece l’indipendenza sostenuto dall’Algeria, con cui il Marocco ha da sempre rapporti molto conflittuali.

La Mauritania abbandonò le sue pretese sul Sahara Occidentale nel 1979, anche a seguito degli attacchi e della guerriglia attuata dal Fronte Polisario. Nel 1991 si raggiunse infine un accordo per il cessate il fuoco tra il Fronte Polisario e il Marocco, con la promessa del Marocco di organizzare un referendum sull’indipendenza, che però non si è mai tenuto.

Nel corso degli anni le ostilità tra Marocco e Fronte Polisario non si sono mai appianate, e nel 2020 sono ripresi gli scontri armati. All’intensificarsi delle tensioni ha contribuito anche la stessa normalizzazione dei rapporti tra Marocco e Israele, dato che per convincere il Marocco l’allora presidente Donald Trump, che mediò l’accordo, promise di riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale.

Dal 2020 in poi Israele e Marocco hanno firmato accordi di cooperazione e più recentemente l’esercito israeliano ha nominato il suo primo addetto militare in Marocco (il military attaché, carica ricoperta da un militare di alto rango assegnato a una sede diplomatica). Lo scorso giugno, dopo una visita di Netanyahu a Rabat, alcuni funzionari del suo governo avevano anticipato l’intenzione di Israele di riconoscere la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale.

Stando a quanto comunicato dalla monarchia marocchina, Israele starebbe anche considerando l’ipotesi di aprire un proprio consolato a Dakhla, una delle principali città del Sahara Occidentale.