L’Unione Europea e la Tunisia hanno infine firmato un accordo sui migranti

Prevede aiuti immediati dall'Europa e un impegno a limitare le partenze dalle coste tunisine

Mark Rutte, Ursula von der Leyen, Kais Saied e Giorgia Meloni (EPA/TUNISIA PRESIDENCY)
Mark Rutte, Ursula von der Leyen, Kais Saied e Giorgia Meloni (EPA/TUNISIA PRESIDENCY)
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È stato firmato domenica a Cartagine, vicino a Tunisi, il cosiddetto “memorandum d’intesa” tra Unione Europea e Tunisia che ha l’obiettivo di fornire un aiuto finanziario al governo tunisino da circa un miliardo di euro e che dovrebbe limitare le partenze dei migranti dalle coste tunisine. Lo ha comunicato con un post sui propri canali social la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che è stata accompagnata nella visita ufficiale dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e dal primo ministro olandese Mark Rutte.

Per Meloni è la terza visita in Tunisia in poco più di un mese: era andata da sola una prima volta il 6 giugno, e poi già con von der Leyen e Rutte l’11 giugno. Nell’ultima visita i colloqui con il presidente tunisino, l’autoritario Kais Saied, avevano portato solo alla firma di una dichiarazione d’intenti, domenica invece sono stati definiti gli accordi.

Il memorandum d’intesa prevede che l’Unione Europea offra alla Tunisia aiuti finanziari sotto forma di un prestito a tassi agevolati di 900 milioni di euro – da erogare a rate nei prossimi anni – oltre a due contributi a fondo perduto rispettivamente da 150 milioni di euro, come contributo al bilancio nazionale, e da 105 milioni di euro per impedire le partenze delle imbarcazioni di migranti. Quest’ultimo aiuto di fatto replica su scala minore quelli dati negli anni scorsi a Libia e Turchia affinché impedissero con la forza le partenze di migranti e richiedenti asilo.

Questi soldi si aggiungono al prestito del Fondo Monetario Internazionale (FMI) da 1,7 miliardi di euro di cui si parla da tempo e che era stato chiesto dalla Tunisia per provare a risolvere la sua complicata situazione economica e sociale. I prestiti dell’Unione Europea saranno subordinati a un accordo da trovare fra la Tunisia e il Fondo Monetario Internazionale, mentre i contributi a fondo perduto da 150 e 105 milioni dovrebbero arrivare in tempi brevi. In cambio la Tunisia si impegnerebbe ad applicare alcune riforme chieste dall’FMI, e a collaborare maggiormente nel bloccare le partenze di migranti e richiedenti asilo che cercano di raggiungere l’Italia via mare.

La presidente della Commissione Europea von der Leyen nel descrivere gli accordi firmati con il presidente Sayed ha parlato di cinque “pilastri”: assistenza macrofinanziaria, rafforzamento dei legami economici, cooperazione sulle fonti di energia rinnovabili, controllo della migrazione e promozione degli scambi culturali e del turismo (grazie a un aumento delle connessioni aeree).

I governi europei erano interessati soprattutto a misure di contenimento delle partenze di migranti, che dovrebbero consistere in un aumento dei controlli e dei blocchi delle partenze. La presidente del Consiglio Meloni al termine degli incontri ha annunciato che domenica 23 luglio si terrà a Roma una “conferenza sulle migrazioni”: saranno presenti il presidente tunisino Saied, ma anche «diversi capi di Stato e di governo mediterranei».

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Dell’accordo si è parlato molto criticamente nelle ultime settimane per via delle violenze in corso da tempo nel paese, sia da parte della popolazione locale che delle autorità, nei confronti dei migranti subsahariani che transitano nel paese nella speranza di partire via mare verso l’Europa (e soprattutto verso l’Italia). Da mesi il presidente Kais Saied – che negli ultimi tre anni ha dato una svolta autoritaria al governo del paese – sta usando i migranti come capro espiatorio per spiegare la pessima situazione economica e sociale in cui si trova la Tunisia.

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