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  • Martedì 20 giugno 2023

I furti di auto Kia e Hyundai negli Stati Uniti dovuti a una sfida su TikTok

Dopo la diffusione dei video che mostravano come fosse facile accenderle senza chiavi ne sono state rubate molte di più del solito

(Dal profilo Donut su YouTube)
(Dal profilo Donut su YouTube)
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Negli ultimi due anni il numero dei furti di automobili Kia e Hyundai negli Stati Uniti è aumentato notevolmente. Rubare alcuni modelli di auto dei due marchi sudcoreani era infatti piuttosto facile e veloce per via della mancanza di un meccanismo antifurto, che li rendeva particolarmente vulnerabili. Sia secondo le case automobilistiche, sia secondo l’ente statunitense che si occupa di sicurezza sulle strade, però, il grande numero di Hyundai e Kia rubate sarebbe legato anche ai social network e in particolare a TikTok, che avrebbe contribuito ad amplificare la circolazione dei video di chi metteva in mostra i furti, diventati sfide da imitare.

Sembra che il fenomeno sia nato da alcuni video girati alla fine del 2020 a Milwaukee, nel Wisconsin, ma ha causato grossi problemi per i proprietari delle auto rubate in tutto il paese e ha anche portato a diverse cause legali contro le case automobilistiche.

Il fatto che ladri anche non professionisti avessero cominciato a prendere di mira le auto della Kia e della Hyundai era emerso circa un anno fa grazie a un breve documentario su un gruppo di adolescenti di Milwaukee che le rubava. Questi ragazzi erano soprannominati per l’appunto “Kia boys” e nel documentario, condiviso su YouTube, si diceva che in città erano diventati delle specie di leggende: rubavano le auto sfruttando l’assenza di un dispositivo chiamato immobilizzatore elettronico, e poi condividevano sui social i video in cui le guidavano in maniera spericolata, spesso sporgendosi dai finestrini, provocando danni o finendo per fare incidenti.

Con 6,5 milioni di visualizzazioni, il documentario aveva contribuito a dare risalto a un fenomeno che da Milwaukee si era ormai esteso a tutto il resto degli Stati Uniti. Rubare certi modelli di Kia e di Hyundai sembrava così semplice che sui social network si era diffusa la moda di provare a farlo per sfida e di condividere i video dei furti identificati dall’espressione “Kia challenge”, comparsa migliaia e migliaia di volte sia su TikTok che su Instagram e YouTube.

I furti riguardavano soprattutto modelli di auto vendute negli Stati Uniti tra il 2011 e il 2021, che per scelta delle case automobilistiche erano appunto prive dell’immobilizzatore, un sistema che si collega con la centralina dell’auto e il motorino di avviamento e impedisce al motore di accendersi con chiavi diverse da quelle autentiche. In assenza del dispositivo le auto, dopo essere state scassinate per avere accesso al cruscotto, potevano essere rubate nel giro di pochi secondi. Bastava un cacciavite per staccare il rivestimento che copre il piantone dello sterzo dietro al volante, e per rimuovere il blocchetto di accensione: poi si potevano mettere in moto usando come leva un cavo con una presa USB, che casualmente ha proprio la forma necessaria per ruotare il cilindro.

Nei primi quattro mesi del 2023 i furti di Hyundai e Kia denunciati a New York sono stati 977 contro i 148 dello stesso periodo dell’anno precedente. Erano Kia e Hyundai anche il 70 per cento delle auto rubate nel dicembre del 2022 a Dayton, in Ohio, e i due terzi delle oltre 10mila denunciate come rubate a Milwaukee in tutto il 2021. Vox racconta che nell’area di Chicago i furti delle auto di questi marchi sono aumentati del 767 per cento in un anno. A Rochester, nello stato di New York, sono cresciuti del 2.400 per cento.

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A differenza dei paesi dell’Unione Europea dove è obbligatorio dal 1998, negli Stati Uniti l’immobilizzatore non è uno dei dispositivi antifurto necessari per legge. Non è un sistema infallibile, ma contribuisce a ridurre sensibilmente i furti, motivo per cui ne era dotato il 96 per cento dei modelli di auto venduti negli Stati Uniti nel 2015. Solo il 26 per cento delle Kia e delle Hyundai però ce l’aveva. Sul mercato statunitense la Hyundai Motor Company, che controlla anche Kia Motors, lo aveva installato sulle auto per cui era obbligata a farlo per legge: non su circa 9 milioni di modelli più economici, racconta sempre Vox.

Le persone a cui è stata rubata l’auto in questi anni sono state migliaia. In alcuni casi le loro auto erano state rubate più volte; in altri i proprietari hanno dovuto aspettare mesi per poter sistemare le parti danneggiate, perché le auto rubate e danneggiate erano così tante da aver fatto esaurire i pezzi di ricambio. Alcune persone che avevano rubato una di queste auto peraltro si sono ferite gravemente; lo scorso ottobre quattro adolescenti di Buffalo sono morti mentre si crede che stessero cercando di rubarne una.

@orlandoputiiishop The key for a KIA 😂🤦🏻‍♂️#kia#stolenrecovery ♬ original sound – PUTiii

Negli Stati Uniti il fenomeno dei furti di Kia e Hyundai è stato discusso su moltissimi media, che spesso lo hanno attribuito alle sfide su TikTok, ritenuto il social network che ha contribuito maggiormente a diffonderle soprattutto perché si rivolge prevalentemente a un pubblico molto giovane, che tende a essere attirato da imprese di questo tipo, facendole diventare virali su ampia scala.

Ha attribuito la causa del fenomeno alle sfide su TikTok anche la National Highway Traffic Safety Administration, cioè l’agenzia governativa statunitense che si occupa di sicurezza sulle strade. Soprattutto lo hanno fatto la Kia e la Hyundai, che in un comunicato congiunto diffuso nel febbraio del 2023 hanno osservato come i furti avessero raggiunto il loro picco nell’estate del 2022 «in risposta ai video condivisi dai ladri d’auto su TikTok e altri social media».

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In seguito alle forti pressioni sulle case automobilistiche perché intervenissero, inizialmente Hyundai aveva offerto ai proprietari delle sue auto negli Stati Uniti un kit di sicurezza da 170 dollari che ciascuno di loro avrebbe dovuto pagare assieme al costo per l’installazione. Kia America invece aveva inviato a tutti i propri clienti un bloccasterzo meccanico gratuito. Nel febbraio del 2023 infine le due case automobilistiche avevano annunciato di aver sviluppato un software gratuito che a loro dire avrebbe permesso di risolvere la criticità su circa 8,3 milioni di auto che non avevano l’immobilizzatore, ma che a detta di molti clienti non è sempre efficace.

Al contempo, ad aprile i procuratori generali di 17 stati americani hanno chiesto alla National Highway Traffic Safety Administration di richiamare le auto in questione, sostenendo che le soluzioni proposte dalle aziende non siano sufficienti. Inoltre le amministrazioni di città come New York, Baltimora, San Diego, Seattle e la stessa Milwaukee hanno citato o stanno per citare in giudizio Kia e Hyundai per danni. Sono in corso anche varie class action avviate da decine di compagnie assicurative. A maggio Hyundai e Kia hanno accettato di pagare circa 200 milioni di dollari per risolvere la prima di queste cause collettive a livello extragiudiziale.

Le aziende che stanno dietro ai social network invece hanno negato di avere grosse responsabilità. In un comunicato citato sempre da Vox, TikTok ha detto di aver cercato di rimuovere i contenuti pericolosi che violavano in maniera evidente le sue linee guida e i video di persone che commettevano reati, come appunto i furti d’auto, ma ha negato che la “Kia challenge” «sia o sia stata un trend» sulla piattaforma. A ogni modo, alcuni video delle sfide o dei metodi per rubare le auto continuano a circolare, seppur accompagnati da scritte come “don’t try this at home”, un invito a non provare a farlo.

Meta, la società che controlla Instagram e Facebook, non ha risposto alle richieste di commento di Vox, mentre una portavoce di YouTube ha detto che la piattaforma ha rimosso alcuni video delle sfide, chiarendo che le sue linee guida «vietano i video che incoraggiano attività illegali o pericolose che rischiano di provocare danni fisici gravi o la morte». Intanto l’immobilizzatore elettronico è un dispositivo di serie su tutte le Kia e le Hyundai fabbricate dal novembre del 2021.