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  • Mercoledì 14 giugno 2023

L’ambiziosa strategia di sicurezza della Germania

Il governo ha presentato un nuovo piano militare e di politica estera, ma non è ancora chiaro cosa farà per metterlo in pratica

Il cancelliere Olaf Scholz e alcuni membri del governo durante la presentazione del piano (Photo/Markus Schreiber)
Il cancelliere Olaf Scholz e alcuni membri del governo durante la presentazione del piano (Photo/Markus Schreiber)
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Mercoledì il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la ministra degli Esteri Annalena Baerbock hanno presentato la Strategia di sicurezza nazionale, un atteso documento di 76 pagine in cui il governo descrive i propri obiettivi futuri in termini soprattutto di difesa e relazioni internazionali.

Benché non contenga molti dettagli concreti, la Strategia è un documento importante per le questioni che tocca e perché è il primo in Germania a tentare di elaborare una strategia complessiva sul proprio posizionamento internazionale, presentata tra l’altro in un momento in cui la guerra in Ucraina ha spinto diversi paesi europei, e l’Unione Europea più in generale, a ripensare le proprie priorità: nel documento, la Russia viene definita «la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza nell’area euro-atlantica».

La Strategia di sicurezza nazionale era stata una delle promesse dell’attuale governo, insediato a dicembre del 2021, ed era stata resa ancora più urgente dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Scholz aveva inizialmente promesso di presentarla entro la fine del primo anno di mandato, quindi entro lo scorso dicembre, ma c’erano stati ritardi anche a causa delle discussioni interne allo stesso governo.

Le discussioni avevano riguardato soprattutto i temi della difesa e della sicurezza, centrali nella Strategia ma tra gli argomenti più delicati e complessi per la politica della Germania, che dalla fine della Seconda guerra mondiale all’inizio della guerra in Ucraina aveva sempre mantenuto una posizione fortemente antimilitarista.

Per quanto riguarda questo punto, nella Strategia appena presentata si dice di voler rendere il Bundeswehr, cioè l’esercito tedesco, una «pietra miliare della difesa europea» e di voler portare il budget per la spesa militare annuale al 2 per cento del PIL, lo standard richiesto dalla NATO che la Germania (così come la maggior parte dei paesi membri, compresa l’Italia) non ha mai raggiunto.

Il raggiungimento della soglia di spesa militare al 2 per cento del PIL è una questione di cui in Germania si discute da tempo, e una promessa che il governo di Scholz ha fatto in più occasioni, per ora senza effettivamente mantenerla. Tra le altre occasioni in cui ne aveva parlato ci fu anche il cosiddetto «il discorso della svolta epocale», pronunciato il 27 febbraio del 2022, pochi giorni dopo l’inizio della guerra in Ucraina, e considerato storico proprio per gli enormi investimenti in difesa che annunciava. In quell’occasione Scholz aveva promesso addirittura un superamento della soglia del 2 per cento del PIL.

Nella Strategia l’obiettivo viene ridimensionato: si cita il raggiungimento del 2 per cento, e non il suo superamento, calcolato su una media pluriennale. Christian Lindner, ministro dell’Economia, ha detto che il 2 per cento del PIL in spesa militare verrà raggiunto entro il prossimo anno, attraverso il fondo speciale da 100 miliardi di euro di cui Scholz aveva già parlato in occasione del discorso di febbraio 2022. Il documento, in sostanza, non dice su questo nulla di nuovo rispetto a quanto già annunciato dal governo di Scholz nei mesi passati.

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Tra gli obiettivi della Strategia c’era originariamente anche la creazione di un Consiglio per la sicurezza nazionale, simile a quello che negli Stati Uniti consiglia il presidente su temi di sicurezza e politica estera: il piano è però stato abbandonato, sempre a causa delle opposizioni interne. Presentando la Strategia, Scholz ha chiarito che il piano si concentrerà più su obiettivi di politica estera che di difesa.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz durante la conferenza stampa di presentazione della Strategia di sicurezza nazionale (Photo/Markus Schreiber)

Un’altra questione centrale della Strategia riguarda proprio le relazioni internazionali della Germania e la sua politica estera. Come previsto da alcuni analisti, nel documento si citano le intenzioni della Germania si radicarsi maggiormente in un quadro di relazioni sia europee che transatlantiche, in particolare con gli Stati Uniti, e si cita ancora una volta la guerra in Ucraina come evento storico che ha reso questi obiettivi particolarmente urgenti.

Si parla inoltre della Cina, definendola un «concorrente e un rivale sistemico» ma anche un «partner» senza il quale non è possibile risolvere alcune delle questioni più importanti a livello globale: «concorrente», «rivale sistemico» e «partner» sono parole usate per indicare i rapporti ambigui, di rivalità ma anche di dipendenza, che diversi paesi europei hanno nei confronti della Cina.

Il governo tedesco è stato accusato in più occasioni di adottare un atteggiamento troppo morbido e conciliante con la Cina permettendole di accrescere la propria influenza sulla Germania. Nella Strategia il governo ha adottato toni un po’ più duri rispetto al solito: ha scritto che gli elementi di «rivalità e competizione» sono aumentati negli ultimi anni e ha accusato la Cina di rivendicare «in modo sempre più aggressivo la supremazia regionale» e di agire «ripetutamente in contrasto» con gli interessi e i valori della Germania.

Nel documento presentato mercoledì si citano inoltre aumenti di spesa per la protezione delle infrastrutture critiche e per le risorse informatiche per contrastare attacchi di questo tipo, la riduzione della dipendenza tedesca da altri paesi per quanto riguarda le materie prime e l’energia – un tema fondamentale per la Germania, il paese europeo che fino a prima della guerra in Ucraina dipendeva maggiormente dal gas russo – oltre a un maggior investimento nella diplomazia, in una politica estera più «femminista», nella cooperazione e nello sviluppo e negli aiuti umanitari.

A questo proposito il governo tedesco cita anche la propria volontà di combattere l’immigrazione irregolare per promuovere maggiormente quella regolare, senza dare molti dettagli su come intenda farlo. Nel documento si cita la «notevole importanza» del sistema europeo comune di asilo (CEAS), quello che secondo alcuni esperti di flussi migratori richiederebbe sostanziali miglioramenti in diversi ambiti per permettere una migliore gestione comunitaria dei flussi migratori.

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Per vedere quali degli obiettivi elencati verranno effettivamente raggiunti, e con che grado, servirà tempo. Secondo alcuni analisti, comunque, l’importanza della Strategia nazionale tedesca era anche e soprattutto simbolica, di messa a punto e comunicazione al pubblico di una narrazione convincente e coinvolgente sulla volontà della Germania di recuperare un qualche posto di primo piano nella politica internazionale, tema di cui si discute non solo a livello di politica interna ma anche all’estero.

La Strategia di sicurezza nazionale è stata messa insieme dopo mesi di consultazioni con esperti, organizzazioni non governative e assemblee di cittadini estratti a sorte, uno strumento di consultazione pubblica e partecipazione politica che esiste in diversi paesi europei e su diversi temi. Il leader dell’opposizione, Friedrich Merz, ha definito la Strategia «anemica in termini di sostanza, strategicamente irrilevante e senza conseguenze operative».

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