YouTube non eliminerà più i video complottisti sulle elezioni statunitensi del 2020

Secondo l'azienda oggi il rischio di violenze è inferiore a quello di limitare il dibattito politico sulle elezioni presidenziali del 2024

(AP Photo/Patrick Semansky, File)
(AP Photo/Patrick Semansky, File)
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YouTube ha fatto sapere di aver allentato le sue regole di moderazione dei video complottisti sulle elezioni statunitensi del 2020. Il 9 dicembre 2020, dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti vinte da Joe Biden e dal partito Democratico, YouTube aveva infatti introdotto il divieto di pubblicare video che sostenessero la teoria priva di fondamento secondo cui la vittoria spettasse al candidato repubblicano Donald Trump. Pochi giorni dopo, il 6 gennaio 2021, un gruppo di estremisti sostenitori della vittoria di Trump aveva attaccato il Campidoglio, la sede del Congresso statunitense a Washington DC.

Venerdì, in un post sulla sua piattaforma, YouTube ha detto di aver eliminato dal 2020 a oggi decine di migliaia di video, ma che smetterà di farlo. Dopo più di due anni e con l’avvicinarsi delle elezioni del 2024, infatti, secondo l’azienda era arrivato il momento di rivalutare l’impatto di questo approccio. Il motivo, si legge, è che oltre a limitare la circolazione di alcune informazioni errate, la rimozione di alcuni contenuti «potrebbe avere l’effetto non intenzionale di limitare il dibattito politico senza ridurre in modo significativo il rischio di violenza o di altri danni nel mondo reale».

Trump è il candidato favorito alle primarie del partito Repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

In generale, nel 2020 la pubblicazione di contenuti sui social network sia da parte di Trump che da parte dei suoi sostenitori aveva contribuito significativamente alla diffusione di idee complottiste dopo le elezioni del 2020. A gennaio del 2021, dopo l’attacco al Campidoglio, Trump era stato bloccato da YouTube perché secondo la piattaforma aveva pubblicato contenuti che incitavano alla violenza. In quei giorni era stato bloccato anche su Twitter, Facebook e Instagram. A novembre del 2022 il suo profilo su Twitter è stato riabilitato e a febbraio è successo lo stesso con Instagram e Facebook. Dal 2020 comunque Trump non ha mai smesso di sostenere che i risultati delle elezioni del 2020 fossero in realtà a suo favore.

Lo scorso dicembre una commissione d’inchiesta della Camera statunitense che aveva indagato sui fatti del 6 gennaio del 2021 a Washington DC aveva concluso che Donald Trump era stato la «causa centrale» dell’attacco: Trump avrebbe «convocato» i suoi sostenitori al Congresso, «compresi estremisti armati», e li avrebbe «spinti» a entrare con la forza nell’edificio.

YouTube ha comunque fatto sapere che le norme che vietano la pubblicazione di contenuti disinformativi sulle elezioni (per esempio perché confondono gli spettatori sulla data, sul luogo e sulle modalità del voto, o perché diffondono informazioni non vere riguardo ai processi democratici) saranno mantenute. E ha ribadito che, come già in passato, a chi fa ricerche su YouTube su questi temi verranno consigliati come primi risultati contenuti prodotti da canali considerati autorevoli.