Il governo ha bloccato due navi per il soccorso di migranti

Per motivi diversi la Mare*Go e la Sea-Eye 4 non avrebbero rispettato il codice di condotta delle ong: il fermo durerà 20 giorni

(Sea-Eye)
(Sea-Eye)
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Venerdì due navi impiegate nel soccorso di migranti nel Mediterraneo, le tedesche Mare*Go e Sea-Eye 4, sono state sottoposte a un fermo amministrativo – cioè un blocco delle loro attività – di 20 giorni, rispettivamente nel porto di Lampedusa, in Sicilia, e di Ortona, in Abruzzo. Per motivi diversi, negli ultimi giorni le due navi avrebbero infatti violato alcune delle regole del codice di condotta del governo italiano entrato in vigore lo scorso dicembre, che da allora rende il lavoro delle ong nel Mediterraneo molto più complicato.

Gorden Isler, presidente della Sea-Eye, ha commentato l’accaduto definendolo «un altro riprovevole tentativo di criminalizzare il salvataggio in mare». In un comunicato stampa, Mare*Go ha definito il nuovo codice di condotta «un altro modo per lasciare le persone migranti affogare in mare e impedire alle ong di intervenire».

Dopo aver soccorso 36 persone in mare, nella notte tra giovedì e venerdì la Mare*Go aveva fatto sbarcare i suoi passeggeri a Lampedusa, nonostante il porto assegnato dalle autorità italiane fosse quello di Trapani. La ong aveva spiegato di aver preso questa decisione perché il porto di Trapani era a circa 32 ore di navigazione dal punto in cui si trovava al momento dell’assegnazione: un tempo insostenibile per il benessere delle persone soccorse e dell’equipaggio, che era a sua volta in mare già da molti giorni.

La Sea-Eye 4 invece avrebbe trasgredito a una norma del codice di condotta che impone alle navi di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco e quindi di fatto vieta altri soccorsi o deviazioni lungo il tragitto. Sea-Eye ha spiegato che dopo aver soccorso 17 persone a largo delle coste della Libia la loro nave aveva deviato dalla sua traiettoria verso il porto assegnato (quello di Ortona) per andare a cercare una nave con a bordo 400 persone segnalata nella zona di competenza di Malta, dove da tempo le operazioni di soccorso non vengono coordinate dal governo locale. Quella nave era poi riuscita ad arrivare in salvo da sola ma durante questa deviazione la Sea-Eye 4 aveva trovato e soccorso altre 32 persone. A Ortona era arrivata quindi in ritardo rispetto ai tempi previsti.

Non è la prima volta che vengono imposti fermi del genere alle navi delle ong: era successo per esempio a febbraio, quando la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere era stata accusata di non essersi coordinata a sufficienza con le autorità italiane, e a marzo, quando la nave per il soccorso Louise Michel, finanziata dallo street artist Banksy, era stata bloccata nel porto di Lampedusa dopo aver salvato 180 persone in diverse operazioni di soccorso.