Le nuove regole per il soccorso dei migranti in mare

Le ha approvate il governo di Giorgia Meloni: erano ampiamente attese e renderanno il lavoro delle ong più complicato

Un soccorso effettuato da una nave della ong Mediterranea Saving Humans (ANSA/MEDITERRANEA SAVING HUMAN)
Un soccorso effettuato da una nave della ong Mediterranea Saving Humans (ANSA/MEDITERRANEA SAVING HUMAN)

Mercoledì sera il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce nuove e più stringenti regole per il soccorso in mare da parte della navi delle ong: non c’è ancora il testo definitivo, ma ne è stato presentato il contenuto in una conferenza stampa. Il decreto-legge non impedisce lo sbarco dei migranti soccorsi, ma lo rende più complicato.

Introduce innanzitutto un codice di condotta che le ong dovranno seguire nelle operazioni di salvataggio: una volta soccorsi i migranti in mare, dovranno avvisare tempestivamente le autorità italiane. E una volta assegnato un porto di sbarco individuato dalle autorità italiane, andrà «raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso».

Le navi dovranno quindi raggiungere immediatamente il porto assegnato dall’Italia, qualunque esso sia, anche se non è il più vicino alla zona in cui è stato effettuato il soccorso. Questa misura è di fatto la conferma della politica messa in pratica da alcune settimane dal governo per ostacolare il lavoro delle ong: a tutte le navi che di recente avevano soccorso migranti nel mar Mediterraneo erano stati assegnati infatti porti molto distanti dal punto in cui si trovavano, decisione che le aveva costrette a maggiori costi per le spese di navigazione.

Il decreto-legge sottolinea anche come le navi delle ong non potranno effettuare “soccorsi plurimi” a meno che questi non vengano autorizzati dall’Italia: non potranno cioè né soccorrere eventuali altri naufraghi nel corso del loro tragitto, né trasferire a bordo migranti salvati da altre navi.

Se si violano queste norme, sarà negato l’ingresso delle navi nei porti italiani. Inoltre il comandante della nave potrà incorrere in una sanzione amministrativa tra i 10mila e i 50mila euro (già prevista ora) e potrà essere imposto il fermo amministrativo della nave fino a 2 mesi, contro il quale si potrà fare ricorso al prefetto. Nel caso in cui venga reiterata la violazione con la stessa nave, questa potrà essere confiscata.

– Leggi anche: Come funzionano i ricollocamenti dei migranti

L’approvazione del testo era ampiamente attesa. Fin dal suo insediamento il nuovo governo di destra guidato da Giorgia Meloni aveva fatto capire di voler cambiare approccio nella gestione dei flussi migratori e in particolare nell’accoglienza dei migranti salvati dalle ong nel mar Mediterraneo. Inizialmente il governo aveva applicato una politica detta di “sbarchi selettivi”, facendo scendere dalle navi solo donne, bambini e uomini in condizioni di salute considerate precarie. Questo approccio era stato però molto criticato, anche da altri paesi europei, e alla fine il governo lo aveva abbandonato.