La visita di Mattarella alla camera ardente per i morti del naufragio in Calabria 

È la prima tra le principali cariche dello Stato ad andare sul posto, mentre si indaga sulla gestione dei soccorsi

(ANSA/Ufficio stampa del Quirinale)
(ANSA/Ufficio stampa del Quirinale)
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Giovedì mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato in visita alla camera ardente per i 67 migranti morti nel naufragio in Calabria di domenica mattina, allestita in un palazzetto dello sport di Crotone. Mattarella è la prima e finora unica importante carica dello Stato ad andare sul posto, cosa che non ha fatto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel frattempo è partita per una visita ufficiale in India.

Subito dopo gli avvenimenti di domenica Mattarella aveva espresso il proprio «dolore» per «l’ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente», sottolineando come le persone migranti morte nel naufragio fossero in fuga da paesi «in condizioni di grande difficoltà».

Mattarella è arrivato poco prima delle 11 all’aeroporto di Crotone e per prima cosa è andato all’ospedale San Giovanni di Dio della città per incontrare i sopravvissuti al naufragio, per poi spostarsi verso la camera ardente del PalaMilone.

– Leggi anche: Le polemiche sui ritardi nei soccorsi al naufragio in Calabria

Finora era andato in Calabria in rappresentanza del governo solo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, responsabile per l’immigrazione e al centro di grandi polemiche per il modo in cui ha commentato in questi giorni il naufragio e per i presunti ritardi nei soccorsi all’imbarcazione, che al momento sono oggetto di indagine.

I dubbi principali riguardano le decisioni prese dalle autorità italiane fra la serata di sabato 25 febbraio e le prime ore di domenica 26, quando il peschereccio con a bordo le persone migranti era già stato avvistato al largo della Calabria in mezzo a un mare molto mosso: la sua presenza era stata segnalata alle forze dell’ordine italiane da Frontex, l’agenzia di frontiera dell’Unione Europea.

Dopo quella segnalazione era stata presa la decisione di avviare un’operazione di sicurezza, e non di soccorso di eventuali persone in difficoltà: erano state quindi inviate incontro al peschereccio due imbarcazioni della Guardia di Finanza, e non la Guardia Costiera, maggiormente attrezzata a quel tipo di situazioni e specializzata nel soccorso. Le indagini stanno ricostruendo la catena delle comunicazioni e decisioni relative ai soccorsi per capire se siano avvenuti nella maniera migliore possibile e se ci siano stati ritardi.

Piantedosi non ha spiegato come sarebbero dovuti avvenire, dicendo di voler evitare che vengano attribuite prematuramente responsabilità non ancora accertate. Allo stesso tempo però ha commentato il naufragio parlando di una mancanza di responsabilità delle persone migranti sul peschereccio e dicendo che lui al loro posto non sarebbe partito.

Questi suoi commenti hanno attirato le critiche di diversi esponenti dell’opposizione, che ne hanno chiesto le dimissioni: mercoledì alla Camera la nuova segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato di dichiarazioni «indegne di un ministro» che «suggeriscono le dimissioni» anche prima che vengano accertate le responsabilità politiche sul caso. La stessa Schlein è poi stata in visita a Crotone.