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  • Giovedì 9 febbraio 2023

I due giorni di Zelensky fra Londra, Parigi e Bruxelles

Ha incontrato numerosi leader e i vertici delle autorità europee, suscitando qualche malcontento nel governo italiano

Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky e Charles Michel a Bruxelles (AP Photo/Virginia Mayo)
Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky e Charles Michel a Bruxelles (AP Photo/Virginia Mayo)
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky concluderà oggi a Bruxelles il viaggio di due giorni che lo ha visto in precedenza a Londra e Parigi. È solo la seconda volta dall’inizio della guerra che Zelensky lascia l’Ucraina per incontrare capi di stato esteri: la prima era stata la visita ufficiale negli Stati Uniti.

Zelensky mercoledì aveva incontrato a Londra il primo ministro inglese Rishi Sunak e il re Carlo III, prima di spostarsi a Parigi per una cena con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il programma di Zelensky è continuato questa mattina, quando è partito con Macron da Parigi verso Bruxelles. All’atterraggio è stato accolto dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

Zelensky in mattinata è stato ospite di una seduta del Parlamento Europeo, dove è stato accolto dalla presidente Roberta Metsola, poi ha partecipato al summit del Consiglio Europeo, dove erano presenti leader ed esponenti del governo di tutti gli stati membri.

Il viaggio di Zelensky aveva un duplice fine, come confermato dalle parole del presidente ucraino durante i vari incontri: ringraziare i capi di stato e di governo per l’appoggio militare ed economico ricevuto dal suo paese dopo l’invasione subita dalla Russia e ribadire la richiesta di un maggiore supporto dal punto di vista dell’invio delle armi. In particolare, Zelensky ha chiesto più volte che all’Ucraina siano inviati caccia da combattimento.

Nel Regno Unito Zelensky ha infatti ringraziato le autorità britanniche per essere state al fianco dell’Ucraina «sin dal giorno uno dell’invasione», ma ha anche espressamente richiesto l’invio di caccia. Nell’incontro con lo speaker del parlamento inglese Lindsay Hoyle gli ha donato il casco utilizzato da un pilota militare ucraino, con la dedica: «Abbiamo la libertà, dateci le ali per proteggerla». Il premier inglese Rishi Sunak ha in seguito detto che una decisione su un eventuale invio di caccia non è ancora stata presa.

Il Regno Unito e gli Stati Uniti sono stati dall’inizio della guerra i maggiori fornitori di armi all’Ucraina, ma i paesi europei hanno stanziato aiuti per miliardi di euro e alcuni di loro hanno recentemente approvato l’invio di 100 carri armati verso Kiev.

Zelensky ha poi ripetuto le richieste di armi all’incontro di Parigi con Macron e Scholz: «Prima otterremo armamenti pesanti a lungo raggio, prima i nostri piloti avranno dei caccia a disposizione, prima l’aggressione russa finirà e potrà tornare la pace in Europa». Il presidente francese Macron non ha fatto promesse puntuali, ma ha affermato che «l’Ucraina può contare sulla Francia per vincere la guerra».

Molti giornali italiani hanno fatto notare come al vertice informale di Parigi con Macron e Scholz non fosse stata invitata la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, a differenza di quanto successo nel giugno del 2022 per l’incontro a Kiev, quando con i leader francese e tedesco era presente anche l’allora capo del governo italiano Mario Draghi.

Meloni ha criticato l’iniziativa di Macron, definita «inopportuna». Meloni ha detto: «Credo che la nostra forza in questa vicenda sia la compattezza, ci sono momenti in cui privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a discapito della causa».

Nel pomeriggio la presidente del Consiglio ha incontrato Zelensky nel primo di quattro incontri, definiti “bilaterali a gruppi”. Per ragioni di tempo il presidente ucraino ha incontrato insieme Giorgia Meloni e i leader di Spagna, Polonia, Romania, Paesi Bassi e Svezia. Un secondo gruppo è composto dai paesi che, spesso anche per questioni geografiche, hanno mostrato più vicinanza alle posizioni ucraine (Estonia, Lettonia, Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca e Slovacchia), il terzo comprende paesi che in passato hanno sollevato dubbi o questioni sulle sanzioni più rigide verso la Russia (Austria, Ungheria, Croazia, Bulgaria, Slovenia, Grecia e Cipro), l’ultimo è composto da Portogallo, Malta, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Lituania.

La foto ufficiale dei leader europei con Zelensky: in rosso, parzialmente coperta, Giorgia Meloni (AP Photo/Virginia Mayo)

Nell’incontro con le autorità europee Zelensky ha anche sostenuto la richiesta di una corsia preferenziale per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Si tratta di un processo che normalmente ha bisogno di almeno dieci anni per essere portato a compimento. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal in passato aveva detto di sperare in un’adesione entro due anni, un’ipotesi ritenuta da tutte le autorità europee non realistica. Benché anche negli incontri odierni i leader europei abbiano più volte ripetuto che «la casa dell’Ucraina è l’Europa», un ingresso in tempi ridotti sembra improbabile.