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  • Venerdì 3 febbraio 2023

Inizia il Sei Nazioni che rivedremo su Netflix

Il vecchio torneo del rugby europeo apre l'anno della Coppa del Mondo, e poi verrà raccontato con una serie in uscita nel 2024

Gabin Villiere in meta contro l'Italia nell'ultimo Sei Nazioni (Shaun Botterill/Getty Images)
Gabin Villiere in meta contro l'Italia nell'ultimo Sei Nazioni (Shaun Botterill/Getty Images)
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La 129ª edizione del torneo Sei Nazioni di rugby inizia questo fine settimana con tre partite in programma a Cardiff, Londra e a Roma, dove domenica pomeriggio l’Italia esordirà contro la Francia campione in carica. Il torneo durerà più di un mese ed è particolarmente atteso perché inaugura l’anno che porterà alla Coppa del Mondo, ma anche perché verrà raccontato con una serie in uscita su Netflix nel 2024.

L’importanza di questa annata per le nazionali di rugby europee si è già iniziata a vedere da alcuni mesi. Inghilterra e Galles, per esempio, hanno esonerato i loro allenatori a dicembre perché le cose non stavano andando per il verso giusto. Si presenteranno quindi al Sei Nazioni con due nuovi allenatori e poco tempo per darsi una sistemata: l’Inghilterra con il suo ex capitano Steve Borthwick, il Galles con il neozelandese Warren Gatland, che ne era già stato allenatore tra il 2007 e il 2019.

Le altre nazionali, Italia compresa, continuano invece con i loro progetti iniziati già da tempo, con la speranza che non si esauriscano prima della Coppa del Mondo del prossimo autunno.

La Francia ha come obiettivo dichiarato la vittoria del Mondiale che ospiterà in casa e vuole arrivarci possibilmente difendendo il titolo vinto nel Sei Nazioni l’anno scorso con il Grande Slam, cioè senza mai perdere. Ma in uno sport logorante come il rugby, dove i giocatori sono spesso soggetti a infortuni, è sempre complicato arrivare con una squadra completamente sana ad appuntamenti importanti. Succede inoltre che certe grandi nazionali raggiungano il loro picco di forma troppo presto, per poi arrivare scariche agli appuntamenti decisivi. Da questo punto di vista, la Francia sembra già da tempo al suo massimo: oltre al Sei Nazioni vinto dopo dodici anni, non perde una partita dal luglio del 2021.

Da almeno tre anni invece l’Irlanda perde raramente, e solo contro due squadre: la Nuova Zelanda e la Francia. Nell’ultimo Sei Nazioni arrivò seconda perdendo proprio contro la Francia nello scontro diretto che decise il torneo. Ma lo scorso autunno è andata in Nuova Zelanda e ha battuto gli All Blacks due volte su tre, in casa loro, come in oltre un secolo è riuscito soltanto a una manciata di squadre. In un anno di Coppa del Mondo, poi, il suo obiettivo lo sanno tutti: superare i quarti di finale, cosa che non le è mai riuscita.

I sei capitani (David Rogers/Getty Images)

Per Scozia e Italia questo Sei Nazioni sarà invece l’occasione per consolidare i risultati ottenuti di recente e possibilmente migliorarli. La Scozia è da tre anni che vince almeno due partite nel torneo, o tre quando va molto bene. Non può essere considerata tra le favorite ma è in continua crescita.

Per l’Italia vale un discorso diverso. Dopo 7 anni di sole sconfitte che hanno reso evidenti i difetti del suo movimento e allontanato una parte consistente del pubblico, nel 2022 è riuscita perlomeno a tornare in carreggiata con due vittorie significative. La prima di sempre in Galles, all’ultima giornata dello scorso Sei Nazioni, e poi nei test match autunnali, battendo l’Australia — una delle grandi del rugby mondiale — per la prima volta nella sua storia.

È vero che queste due vittorie sono arrivate contro due nazionali in crisi e lontane dai loro momenti migliori, ma a differenza di un tempo l’Italia ha saputo approfittarne, cosa che in uno sport come il rugby, dove vince sempre chi si dimostra il migliore in campo, fa tutta la differenza del mondo. Si rivede quindi un po’ di entusiasmo: sulla squadra, che è giovane e fa ben sperare, e sul movimento in generale, la cui nuova dirigenza sta cercando di rimediare all’impoverimento subito dal sistema negli anni passati.

Tutti questi temi, e quello che succederà poi durante il torneo, verranno infine ripresi e raccontati in una serie Netflix che avrà gli stessi produttori di Drive to Survive, la serie che ha fatto da traino al grande momento di popolarità della Formula 1 e che ha già avuto dei seguiti in altri sport: nel tennis con Break Point e nel golf con Full Swing. Nel caso del rugby, e in particolare del Sei Nazioni, l’arrivo su Netflix sarà un altro modo per raggiungere nuovi appassionati e rimanere vicini al pubblico più giovane dopo la collaborazione con TikTok, il social network che fino al 2025 sarà uno dei canali ufficiali del torneo.

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