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  • Martedì 31 gennaio 2023

Come si fa il testamento biologico

Tutti i passaggi per esercitare il diritto a scegliere in anticipo quali cure ricevere in caso di possibile futura incapacità di farlo

(ANSA/GIUSEPPE UNGARI)
(ANSA/GIUSEPPE UNGARI)
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Cinque anni fa, il 31 gennaio 2018, in Italia è entrata in vigore la legge che permette di compilare il cosiddetto testamento biologico o biotestamento: decidere cioè in anticipo a quali trattamenti sanitari, scelte terapeutiche o esami dare o meno il proprio consenso in previsione di una possibile futura incapacità (decidere per esempio se sottoporsi o meno a nutrizione o idratazione artificiale nell’eventualità che ci si ritrovi in stato vegetativo).

Il testamento biologico serve ad esercitare la propria libertà di scelta e ad evitare che scelte così importanti e personali ricadano su altre persone, come familiari o medici, le cui valutazioni e decisioni potrebbero tra l’altro non rispecchiare le proprie volontà, in un momento in cui non è più possibile esprimerle. Ad oggi pochissime persone (circa 186mila) hanno compilato il testamento biologico, anche a causa della mancanza di informazioni al riguardo (il ministero della Salute ha una pagina dedicata, ma non ha mai realizzato una campagna informativa).

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Per fare il testamento biologico bisogna essere maggiorenni e compilare le cosiddette DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento). Lo si può fare in qualsiasi momento e in vari modi.

Si può redigere un documento di proprio pugno, descrivendo nel modo più dettagliato possibile a quali trattamenti sanitari ed esami ci si vuole sottoporre e a quali no, così come dare indicazioni sulla gestione del proprio corpo dopo la morte, oppure si può compilare uno dei moduli previsti per farlo. Non ce n’è uno solo previsto dalla legge: alcuni Comuni italiani hanno predisposto dei modelli facsimile, e altri sono stati creati da associazioni e fondazioni che si occupano di questo tipo di temi.

A questo link si può richiedere per esempio quello realizzato dall’associazione Luca Coscioni, a questo quello della Fondazione Veronesi (in entrambi i casi il PDF del modulo viene poi inviato per mail: qui e qui lo si può vedere). Il modulo dell’associazione Luca Coscioni può essere compilato anche durante i regolari incontri, aperti a tutti, delle singole Cellule, i gruppi locali in cui è organizzata: basta contattarle, anche sui social, per avere informazioni su come funziona nella propria città. Il testamento biologico è esente dall’obbligo di registrazione tributaria, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta, diritto o tassa: insomma, è gratuito.

Il modulo è fatto più o meno così: si inseriscono i propri dati anagrafici e contatti e ci sono poi alcune sezioni da compilare. In quello predisposto dall’associazione Luca Coscioni si può indicare una lista di persone che si autorizza a informare del proprio stato di salute, sulla propria aspettativa di vita e sulle terapie che si stanno assumendo: bisogna inserire nome, cognome e codice fiscale, e se non si inserisce nulla la decisione spetta ai medici curanti.

Nel modulo c’è poi una lista di trattamenti sanitari a cui dare o meno il proprio consenso: per esempio idratazione o nutrizione artificiale, respirazione meccanica (essere cioè tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale come un respiratore, un ventilatore), trasfusioni di sangue, terapie antibiotiche o interventi di chirurgia d’urgenza.

Una sezione del modulo per compilare le DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) consigliato dall’associazione Luca Coscioni

Nel modulo dell’associazione Luca Coscioni c’è anche uno spazio per aggiungere eventuali altre disposizioni o esprimere volontà non contenute nella lista da compilare a crocette.

Il modulo per le DAT prevede poi la nomina di un rappresentante fiduciario, cioè una persona delegata da chi fa il testamento a interagire coi medici, con le strutture sanitarie oppure a gestire le eventuali controversie legali che possano originare dal documento compilato (per esempio nel caso in cui non venga rispettata la volontà espressa da chi lo ha compilato). Deve essere una persona maggiorenne e in grado di intendere e di volere: nel caso in cui il fiduciario nominato si trovi per qualche motivo impossibilitato a svolgere il proprio ruolo, il giudice tutelare provvede alla nomina di un amministratore di sostegno. In ogni caso le DAT indicate nel modulo restano valide anche senza la presenza di un fiduciario.

Il fiduciario dovrà accettare la nomina firmando il modulo, ma potrà in qualsiasi momento cambiare idea con un atto scritto che dovrà essere comunicato all’autore del testamento. A sua volta, chi ha fatto il testamento potrà revocare la nomina se lo riterrà opportuno, senza l’obbligo di dare spiegazioni.

In generale, il testamento biologico non è un documento irreversibile e immodificabile: una volta che sia stato depositato in comune, se la persona che lo ha compilato dovesse cambiare idea sulle indicazioni da seguire basterà compilarne e depositarne uno nuovo, indicando la dicitura «il presente modifica/elimina ogni altra disposizione anticipata di trattamento precedentemente depositata».

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In qualsiasi forma lo si sia compilato, il testamento biologico va depositato di persona nel proprio comune di residenza, all’ufficio dello stato civile, oppure da un notaio o, se si vive all’estero, al consolato di riferimento.

All’ufficio dello stato civile, l’ufficiale dovrà lasciare una ricevuta a chi ha depositato l’atto e trasferirlo poi alla Banca dati nazionale appositamente dedicata del ministero della Salute. Quest’ultimo passaggio spetta al comune, non all’autore del testamento.

Il comune non può rifiutarsi di ricevere il testamento biologico di un cittadino: sono obbligati a farlo dalla legge entrata in vigore cinque anni fa. Per chi lavora in un comune può essere utile consultare questo link, dove ci sono tutti i moduli e le istruzioni per registrare le DAT alla Banca dati. Chi le ha depositate potrà comunque consultarle sulla Banca dati nazionale a questo link, attraverso autenticazione SPID o CNS.

Per le persone che non possono scrivere o firmare il documento a causa di disabilità è possibile fare una videoregistrazione, preferibilmente inquadrando anche dei testimoni.  L’associazione Luca Coscioni fa sapere che ora anche la videoregistrazione può essere recepita dal Comune di residenza (prima non era possibile) e quindi registrata nella Banca dati nazionale.

Resta però il problema che, come il modulo scritto, anche la videoregistrazione va depositata di persona: per le persone disabili, quelle che verosimilmente possono dover ricorrere alla videoregistrazione, potrebbe non essere sempre possibile farlo. Devono quindi rivolgersi a un notaio, magari a casa propria, e ovviamente a pagamento. È anche per questo che l’associazione Luca Coscioni vorrebbe che si autorizzasse la registrazione elettronica delle DAT nella propria tessera sanitaria, evitando così una serie di questioni logistiche non gestibili per chiunque.

Il modulo o la videoregistrazione del testamento biologico non depositati in Comune o da un notaio mantengono comunque valore di prova della volontà della persona che l’ha fatto: ma per farli rispettare potrebbe in alcuni casi rendersi necessario l’intervento di un giudice, con tempi più lunghi.

Una volta depositato il proprio testamento biologico, le autorità sanitarie saranno obbligate a garantire il rispetto delle proprie volontà: come per l’interruzione volontaria di gravidanza, anche in questo caso possono esserci medici obiettori ma la struttura sanitaria pubblica deve garantire la presenza di almeno una persona che esegua le proprie disposizioni. In accordo col fiduciario, secondo la legge il medico potrà decidere di disattenderle nel caso in cui le DAT depositate «appaiano palesemente incongrue, non corrispondenti alla condizione clinica [dell’autore], o qualora emergano nuove terapie, capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle [sue] condizioni di vita». Nei casi di conflitto tra medico e fiduciario la decisione spetta comunque a un giudice.

Per avere informazioni sul testamento biologico si può anche chiamare il Numero Bianco sul fine vita 06 99313409, che è sempre attivo: la linea è nata due anni fa ed è gestita da Valeria Imbrogno, la compagna di Fabiano Antoniani, detto Dj Fabo: era l’uomo al centro del caso di disobbedienza civile di Marco Cappato che nel 2019 ha portato alla storica sentenza 242 della Corte Costituzionale, quella che ha parzialmente legalizzato il suicidio assistito.

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