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  • Domenica 22 gennaio 2023

La questione della videosorveglianza a Parigi per le Olimpiadi del 2024

Il governo francese la vuole rafforzare per evitare nuovi attacchi terroristici, ma le critiche e i dubbi sullo strumento sono molti

(Gonzalo Fuentes/Pool via AP)
(Gonzalo Fuentes/Pool via AP)
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Lo scorso 22 dicembre il governo francese ha depositato un disegno di legge sui giochi olimpici e paralimpici che si terranno a Parigi nel 2024. Dentro ci sono alcune misure per migliorare tra le altre cose l’assistenza sanitaria e i trasporti, e per contrastare il doping, ma soprattutto una discussa norma che intende potenziare molto la sicurezza attraverso strumenti di videosorveglianza che si servono dell’intelligenza artificiale.

Se sarà approvata, la legge permetterà di installare per le strade di Parigi telecamere in grado di riconoscere in tempo reale, attraverso l’intelligenza artificiale, comportamenti o oggetti che vengono definiti come «sospetti», allertando le forze dell’ordine. Questa analisi verrà eventualmente fatta rispettando l’anonimato delle persone riprese, e la legge esclude esplicitamente l’uso di sistemi in grado di acquisire dati biometrici, cioè le caratteristiche fisiche che consentono di identificare una faccia.

La sicurezza dei grandi eventi è un tema molto sentito in Francia, dove negli ultimi anni ci sono stati sia diversi attacchi terroristici sia incidenti dovuti a carenze nella sicurezza, come i disordini avvenuti prima dell’ultima finale di Champions League a Parigi. Le posizioni in merito sono molto varie: da chi teme che un potenziamento della videosorveglianza con l’intelligenza artificiale possa diventare un grosso problema per la libertà personale, a chi vorrebbe che le misure adottate fossero anche più stringenti.

Prima di essere approvata, la legge dovrà passare da due votazioni, al Senato e all’Assemblea nazionale (le due camere del parlamento francese), entrambe precedute da una discussione in aula: ci vorranno diverse settimane, ma ci sono buone possibilità che alla fine passi, visto che è sostenuta dal governo e dalla maggioranza che lo appoggia.

Il passaggio successivo sarà l’emanazione di un decreto che elencherà una serie di «eventi predeterminati» all’interno dei quali le telecamere potranno effettuare le loro rilevazioni in modo automatico: Le Parisien fa esempi come i movimenti delle folle, la presenza di pacchi sospetti o di bagagli abbandonati, l’individuazione di armi. Di fatto però nel frattempo le telecamere riprenderanno molte altre cose e persone, e questo secondo molti potrebbe diventare un problema. È stata presentata come una «sperimentazione» e durerà fino al 30 giugno del 2025.

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«Non si tratta di identificare questo o quell’individuo, ma persone che corrispondono a segnalazioni già esistenti e certe categorie di gesti, come ad esempio atti di vandalismo», ha detto il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. La ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, ha fatto invece un esempio pratico per l’uso di quelli che ha chiamato «algoritmi intelligenti ma anonimi», spiegando che potrebbero essere utili per «controllare i movimenti delle folle sui mezzi di trasporto»: un fattore rilevante in un evento come le Olimpiadi, per il quale Parigi si aspetta di ricevere milioni di turisti.

Tra le altre cose, la legge autorizzerebbe l’uso negli stadi (o in altri tipi di palazzetti sportivi) di scanner per tutto il corpo, come quelli presenti ai controlli degli aeroporti, e rafforzerebbe le sanzioni per i responsabili di reati violenti o disordini durante gli eventi sportivi, introducendo per loro il divieto di accesso agli stadi. In questi casi il pubblico dovrà essere avvertito dell’uso di telecamere con sistemi di intelligenza artificiale, come aveva raccomandato già diversi mesi fa in alcune linee guida la Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà (CNIL).

Ufficialmente il governo ha sostenuto che le misure contenute nel disegno di legge siano più che altro tecniche e che si tratti di piccoli aggiustamenti necessari all’organizzazione di un grande evento come le Olimpiadi. Il contenuto della legge ha però sollevato rapidamente molte perplessità, anche da parte di diversi esperti di privacy, sia in generale che per alcuni suoi passaggi specifici.

Sugli avvertimenti al pubblico per esempio la legge ammette deroghe nei casi in cui questi «entrino in contraddizione con gli obiettivi perseguiti» (art. 7, V, 4°), una formulazione ambigua che non chiarisce se e quando effettivamente il pubblico potrà restare all’oscuro dei controlli con le telecamere. Peraltro la legge specifica che nel periodo della sperimentazione le nuove misure potranno essere applicate anche ad altre categorie di eventi, ma anche in questo caso è piuttosto vaga nel dire quali: si parla di raduni «festivi» e «culturali».

Un’altra preoccupazione riguarda lo status di «sperimentazione» che è stato dato alla legge: molti temono che alla fine venga prolungata e rimanga in vigore anche oltre il periodo previsto, com’era successo con altre misure per la sicurezza che erano state introdotte dopo gli attacchi terroristici compiuti dall’ISIS nel 2015 a Parigi. La legge inoltre prevede che il governo presenti entro la fine della sperimentazione a Parigi (30 giugno 2025) una relazione sui risultati ottenuti, per decidere se eventualmente estenderla anche ad altri posti.

Tra i maggiori critici della legge ci sono gli esponenti di La Quadrature du Net («la quadratura della rete”), un’organizzazione francese che promuove i diritti e le libertà digitali delle persone, in cui lavorano diversi esperti di privacy. Il timore principale è che queste telecamere siano un primo passo per introdurre in futuro misure ancora più stringenti. L’avvocato e membro dell’organizzazione Bastien Le Querrec ha dettoLe Monde che già così «questo genere di software permette un’analisi molto avanzata delle persone».

Ma alcune perplessità sono state espresse anche da membri del CNIL, che è una commissione nazionale, come la vice capo del dipartimento affari economici Marie Duboys Fresney: «Anche se si tratta solo di individuare oggetti, la telecamera dotata di algoritmi scansiona l’intero spazio pubblico», ha detto a Le Parisien. Questa consapevolezza secondo lei potrebbe indurre le persone a cambiare i propri comportamenti: «Si diranno, ad esempio, “se non voglio essere ripreso, cambierò strada”».