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  • Giovedì 17 novembre 2022

L’indagine sulle cooperative gestite dalla suocera di Aboubakar Soumahoro

Secondo Repubblica è stata avviata dopo le denunce del sindacato Uiltucs per presunti stipendi non pagati ai lavoratori

Aboubakar Soumahoro (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
Aboubakar Soumahoro (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
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Secondo Repubblica la procura di Latina ha aperto un’indagine su due cooperative, la Karibu e il Consorzio Aid, che si occupano dell’accoglienza, della gestione e di vari servizi per i migranti e nella cui gestione sono coinvolte tra gli altri Marie Terese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro, deputato italo-ivoriano di Sinistra Italiana-Verdi e tra i più noti attivisti per i diritti dei braccianti agricoli, e la moglie di Soumahoro, Liliane Murekatete, assistente di Mukamitsindo. Il motivo sarebbero dei presunti mancati pagamenti degli stipendi di alcuni migranti che lavoravano per conto delle cooperative.

Repubblica ha fornito una ricostruzione della vicenda, su cui però non sono ancora arrivate conferme da parte della procura di Latina. I dettagli insomma non sono ancora chiari, ma secondo Repubblica l’indagine sarebbe stata avviata in seguito a una serie di denunce presentate da Uiltucs, il ramo del sindacato Uil che si occupa di turismo, commercio e servizi. Il Corriere della Sera scrive che «l’indagine è al momento puramente “esplorativa” perché non ci sarebbero profili penalmente rilevanti e il fascicolo non ipotizza reati». Soumahoro, che è un ex sindacalista dell’Unione sindacale di base per la tutela dei diritti dei braccianti agricoli e fondatore della Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati, ha scritto un post su Facebook in cui ha parlato genericamente di falsità, spiegando di non essere «né indagato né coinvolto in nessuna indagine». Non ha però fornito spiegazioni sull’eventuale coinvolgimento di sua suocera e di sua moglie.

Le accuse contro le cooperative in questione in realtà non sono nuove, ed erano state riprese nelle scorse settimane dalla stampa di destra e dal Primato Nazionale, un sito collegato al partito neofascista CasaPound. In passato lo stesso Soumahoro era stato accusato di poca trasparenza nella gestione di alcuni fondi da persone che avevano lavorato con lui nella rappresentanza sindacale dei braccianti, senza che però fosse provata alcuna irregolarità.

Secondo Repubblica, Uiltucs ha presentato le denunce a nome di alcuni lavoratori che sostengono di aver lavorato in nero e di non ricevere lo stipendio da quasi due anni. Inoltre, alcuni di loro sostengono che gli siano state chieste fatture false per poter ottenere la retribuzione. Ci sarebbero anche, nella documentazione presentata dalla Uiltucs, le denunce di alcuni minorenni che, sempre secondo quanto riporta Repubblica, avrebbero raccontato di essere stati privati dei servizi essenziali, come luce e acqua, nelle strutture delle due cooperative. 

La Karibu è guidata dalla suocera di Soumahoro, Marie Terese Mukamitsindo, presidente del Consiglio di amministrazione. La cooperativa ha come consigliera Liliane Murekatete, moglie di di Soumahoro, anche se non è chiaro quanto realmente sia coinvolta nella sua gestione. Secondo Repubblica la cooperativa nel 2021 aveva ricevuto contributi a fondo perduto per il Covid per 227 mila euro. Marie Terese Mukamitsindo è anche nel consiglio d’amministrazione del consorzio Aid, per l’inclusione e i diritti, che nel 2020 aveva ottenuto l’affidamento di vari servizi per stranieri dalla prefettura di Latina, dal Comune di Latina e da quello di Termoli. 

Marie Terese Mukamitsindo aveva vinto nel 2018  il premio per “Imprenditore immigrato dell’anno”, istituito da una società multinazionale specializzata nei servizi di money transfer. Nelle motivazioni del premio era stato scritto che la Karibu, nel 2017, aveva registrato un giro d’affari di oltre 12 milioni di euro e dava lavoro a 159 persone, tra assistenti sociali, psicologi, mediatori culturali, quasi tutti italiani (147) ospitando più di 800 migranti.

Il sindacato Uiltucs ha spiegato che da tempo assiste i lavoratori che sostengono di non avere ricevuto lo stipendio da parte delle due cooperative: Repubblica dice che era anche stata trovata un’intesa davanti all’ispettorato del lavoro di Latina per il pagamento dilazionato dei debiti, circa 400 mila euro, nei confronti dei lavoratori. Quei soldi però non sono mai stati consegnati. Il sindacato chiede quindi che il prefetto di Latina, Maurizio Falco, blocchi i pagamenti alle due cooperative e che quel denaro venga invece destinato ai lavoratori che ancora starebbero attendendo ciò che gli spetta.

Uiltucs ha consegnato ai magistrati che hanno aperto l’indagine gli screenshot di messaggi sul mancato pagamento degli stipendi che si sarebbero scambiati i lavoratori e i responsabili delle cooperative.