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  • Giovedì 17 novembre 2022

Come andrà adesso la guerra in Ucraina?

L'esercito ucraino vorrebbe avanzare ancora ma potrebbe essere difficile, anche a causa dell'arrivo dell'inverno

Un soldato ucraino lancia un colpo di mortaio nella zona di Bakhmut (AP Photo/LIBKOS)
Un soldato ucraino lancia un colpo di mortaio nella zona di Bakhmut (AP Photo/LIBKOS)
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Dopo la liberazione della città di Kherson – che per l’Ucraina è stata una vittoria di fondamentale importanza sia simbolica sia militare – l’esercito ucraino ha già annunciato che intende proseguire a liberare altro territorio. L’incidente avvenuto nel paese di Przewodów, in Polonia, dove quasi certamente è caduto un missile della contraerea ucraina uccidendo due persone, sta creando alcune controversie, ma difficilmente cambierà la situazione sul campo. I combattimenti, e i bombardamenti della Russia su obiettivi civili, sono infatti proseguiti ininterrotti anche in questi giorni.

Avanzare ancora nei prossimi mesi, tuttavia, potrebbe essere complicato: secondo varie analisi, l’Ucraina ha già liberato gran parte dei territori più accessibili, e i combattimenti ora si sposteranno o su terreni più difficoltosi o in aree dove la presenza russa è più forte, almeno all’apparenza. Inoltre l’arrivo dell’inverno potrebbe rendere difficili grandi manovre.

È difficile sopravvalutare l’importanza della liberazione della città di Kherson per l’Ucraina: l’esercito ha ripreso il controllo di una delle più grandi città occupate dai russi, una delle prime conquistate all’inizio dell’invasione, in una posizione considerata strategica, che nei piani della Russia avrebbe dovuto costituire il punto di partenza per la conquista di tutto il sud del paese.

Quella di Kherson è anche la terza grande ritirata della Russia, dopo quella dalla capitale Kiev questa primavera e dopo quella, precipitosa e disastrosa, dalla zona di Kharkiv nel nord-est dell’Ucraina a settembre.

Ancora soltanto quest’estate era impensabile immaginare che nel giro di pochi mesi l’Ucraina sarebbe riuscita a liberare un’enorme porzione di territorio nel nord-est del paese e a riprendersi la città di Kherson. In questi mesi la città aveva anche assunto un valore simbolico importante per la gran resistenza della popolazione locale, che nelle prime settimane dell’occupazione aveva manifestato con bandiere ucraine davanti ai militari russi armati, e nei mesi successivi aveva partecipato a varie operazioni di resistenza partigiana.

Attualmente, però, la situazione sul fronte appare piuttosto consolidata, e sembra difficile che ci saranno a breve nuove grandi avanzate, anche a causa dell’arrivo dell’inverno, che dovrebbe rendere il terreno più impervio. Potrebbero esserci comunque delle sorprese: lo fu, di fatto, anche l’avanzata ucraina di settembre a Kharkiv, che nessun analista si aspettava.

Attualmente possiamo dividere le zone di combattimento in tre fronti, che si trovano tutti nella parte orientale dell’Ucraina: un fronte nord, che potremmo definire il fronte della provincia di Luhansk, in cui l’esercito ucraino sta avanzando faticosamente; un fronte centrale, che potremmo definire il fronte della provincia di Donetsk, in cui l’esercito russo sta avanzando faticosamente; e un fronte meridionale, della provincia di Kherson, che al momento è bloccato.

Il fronte nord è quello che si è creato dopo la grande avanzata ucraina di settembre e corre lungo la parte occidentale della provincia di Luhansk. Qui l’esercito ucraino continua ad avanzare da settimane, ma con conquiste piccole e incrementali, che non riescono a spostare gli equilibri sul campo di battaglia. È possibile, tuttavia, che dopo aver liberato Kherson a sud gli ucraini spostino forze sul fronte nord, per cercare di migliorare le proprie posizioni.

Nella mappa qui sotto, creata dal centro studi americano Institute for the Study of War, il fronte nord è quello che divide l’area azzurra (della riconquista ucraina) dall’area rossa.

Il fronte centrale taglia a metà la provincia di Donetsk ed è quello su cui l’esercito russo sta concentrando il grosso delle sue energie. Da settimane, i russi stanno spendendo soldati e mezzi per tentare di conquistare la cittadina di Bakhmut, che pur avendo un valore strategico limitato ha ormai assunto un notevole valore simbolico. Nella provincia di Donetsk la Russia sta anche investendo la gran parte del suo capitale politico: da giorni la propaganda di stato, anche per distogliere l’attenzione dalla ritirata da Kherson, sta sostenendo che il prossimo obiettivo sia la conquista completa della provincia, che per ora è divisa a metà tra russi e ucraini.

Sembra un obiettivo piuttosto difficile da raggiungere: l’esercito russo sostiene di aver conquistato negli ultimi giorni alcuni paesi attorno a Bakhmut, ma le informazioni a proposito sono molto scarse, e comunque si tratta di avanzamenti piuttosto limitati.

Il fronte meridionale è quello più immobile, dopo la liberazione di Kherson.

I russi, la settimana scorsa, si sono ritirati a est del fiume Dnipro, lasciando che gli ucraini entrassero nella città di Kherson senza combattere. A questo punto, però, avanzare ulteriormente verso oriente potrebbe essere difficoltoso per gli ucraini: l’esercito russo, secondo varie rilevazioni di questi giorni, sta costruendo postazioni fortificate lungo la riva del fiume, e una traversata – specie in inverno – potrebbe essere molto difficoltosa, anche perché la maggioranza dei ponti è stata distrutta o gravemente danneggiata dai bombardamenti e le due rive distano tra i 300 e i 400 metri.

È probabile, in questo contesto, che il fronte sud rimarrà fermo per un po’, anche perché gli ucraini sono almeno in parte alle prese con la situazione piuttosto critica della città di Kherson, che si trova con infrastrutture danneggiate, senza luce né acqua e con un serio pericolo derivante dalle mine lasciate dai russi prima di andarsene.