Uno degli alberi più antichi del mondo è quasi impossibile da trovare

Si trova in California da quasi 5mila anni, ma la sua posizione resta segreta affinché sia tutelato

Un pino come quello che si ritiene sia il più antico del mondo (Wikimedia Commons)
Un pino come quello che si ritiene sia il più antico del mondo (Wikimedia Commons)
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Alcuni degli alberi più alti, più grandi e più spettacolari del mondo si trovano nei parchi o nelle foreste del vario ed esteso territorio della California, negli Stati Uniti occidentali. È lì che per esempio si trova l’Hyperion, l’albero vivente più alto del pianeta, una sequoia che con oltre 115 metri di altezza supera la “Madonnina” del Duomo di Milano; al Sequoia National Park c’è invece il Generale Sherman, una sequoia gigante con una circonferenza di 31 metri alla base che è considerata l’albero più grande della Terra in termini di volume. Sempre in California, in una foresta a sud-ovest del celebre parco Yosemite, c’è Methuselah, che si ritiene sia l’albero più antico conosciuto al mondo.

Quasi nessuno però sa dove si trovi esattamente.

Methuselah fa parte di un sottogenere della famiglia delle Pinaceae, gli alberi noti per le loro foglie aghiformi, ed è conosciuto come “pino dai coni setolosi” (Pinus longaeva). Come si intuisce, prende il proprio nome da Matusalemme, il più longevo personaggio citato nella Bibbia, che secondo la tradizione visse fino a 969 anni. Gli scienziati ritengono che questo albero sia cominciato a crescere 4.855 anni fa: insomma, si trovava sulla Terra ben prima della costruzione delle Piramidi egizie oppure della nascita delle principali religioni monoteiste praticate ancora oggi.

I pini dai coni setolosi (conosciuti in inglese come “bristlecone pines”) sono noti per i loro tronchi multicolore e i rami spesso spogli che si attorcigliano su se stessi. Sono alti dai 5 ai 15 metri e crescono solo in alcune zone montuose, aride e secche di California, Utah e Nevada. Methuselah in particolare si trova a più di 3mila metri sulle White Mountains, nella contea di Inyo, una zona della California centrale dove poche altre specie di piante sopravvivono e dove si può arrivare solo con un’escursione di un’ora con un dislivello di circa 300 metri.

L’albero più antico del mondo si trova lungo il percorso dell’escursione in mezzo a un gruppo di altri esemplari simili, molti dei quali hanno più di 4mila anni. Non si sa però dove si trovi di preciso e non c’è alcun cartello che lo indichi: la Guardia forestale non fa sapere la sua posizione per tutelarlo e proteggerlo dagli atti vandalici. Sanno dove si trova solo alcuni ricercatori e i ranger del parco: gli escursionisti invece possono provare a indovinare quale sia, magari cercando di capirlo dalla lunghezza delle radici o da quanto sembrano antichi i rami delle piante che trovano lungo il percorso.

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Per decenni si era creduto che gli alberi più antichi del pianeta fossero le sequoie giganti, considerate particolarmente longeve per via delle loro imponenti dimensioni. Negli anni Cinquanta però si scoprì che c’erano alberi ancora più antichi grazie agli studi di Edmund Schulman, un ricercatore dell’Università dell’Arizona che aveva cominciato a studiare i pini della foresta nazionale di Inyo per scoprire qualcosa di più sui periodi prolungati di siccità nelle epoche antiche.

Una delle poche persone che sanno quale albero è Methuselah è Constance Millar, ecologa che a sua volta studia da trent’anni questi particolari pini. Secondo Millar, Methuselah «non ha un aspetto particolarmente eccezionale», e anche altre persone che sanno qual è hanno detto al New York Times che non è né il più grosso né il più bello fra quelli che si possono vedere durante l’escursione. Una ranger del parco, Jamie Seguerra, ha aggiunto che comunque la maggior parte delle persone che visitano l’area sembra apprezzare lo sforzo di voler mantenere la sua posizione segreta per tutelarlo.

Gli scienziati non sanno esattamente come mai questi pini sopravvivano così a lungo, però ci sono alcune ipotesi. Una di queste ha a che fare con la loro crescita, che è molto lenta, un paio di centimetri ogni 100 anni. Per questa ragione il legno di queste piante è molto denso e di conseguenza molto meno vulnerabile agli attacchi degli insetti. L’aria molto secca permette ai rami morti di rimanere attaccati all’albero anche per centinaia di anni senza marcire, dandogli il suo tipico aspetto un po’ spettrale, mentre il clima freddo e il suolo roccioso non favoriscono la crescita di altre specie di piante o insetti che potrebbero danneggiarli.

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È possibile che con il cambiamento climatico ci saranno conseguenze anche per queste piante così antiche e rare. La prolungata siccità e gli altri fattori meteorologici alla base dei gravi incendi boschivi che si sono sviluppati in California negli ultimi anni hanno distrutto numerose sequoie e sequoie giganti, che si pensava fossero molto più resistenti; in più, come ha osservato Millar, di recente sono stati notati per la prima volta alcuni coleotteri, che con temperature più alte della norma proliferano più velocemente e hanno cominciato a infestare anche questi pini. Quelli della foresta di Inyo però per il momento non sembrano essere stati minacciati.

Tutti gli scienziati e i ranger della foresta di Inyo che hanno parlato di Methuselah al New York Times hanno detto che comunque nella zona ci sono anche alberi di cui non è stata accertata l’età, motivo per cui è possibile che non sia nemmeno il più vecchio. Di recente alcuni ricercatori in Cile hanno trovato una conifera che in base alle analisi di un modello computerizzato sarebbe ancora più antica e risalirebbe a 5.400 anni fa: la sua età tuttavia deve ancora essere verificata attraverso la dendrocronologia, la scienza che analizza gli anelli del legno ed è in grado di stabilire la datazione precisa di un albero, di fenomeni meteorologici o reperti archeologici.

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