Una canzone dei Family of the year

E un incontro serale e poliziesco

(Nan Palmero)
(Nan Palmero)
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
È uscito il disco nuovo di Beth Orton , che era stato preceduto da una bella canzone, la prima del disco: è qui su Spotify .
È morto Pharoah Sanders grandissimo sassofonista jazz (che Christian Rocca mi portò a vedere a New York vent’anni fa).
Beck ha fatto una cover di Old man di Neil Young per la promozione di una partita di football NFL: cover un po’ inutile, anche considerata l’inarrivabilità dell’originale .
Sabato sera a Faenza abbiamo fatto una densa conversazione con Francesco Bianconi, ma soprattutto lui ha fatto sei canzoni accompagnato solo da un pianoforte, comprese tre dei Baustelle mai fatte in quel modo, tutto stupendo .
Sono a Londra, oggi sono stato all’Ikea di Hammersmith, zona che conosco poco ma che associo sempre a cose musicali e gran concerti per via dello Hammersmith Apollo, il teatro famoso e affascinante in cui ha suonato chiunque . È dove i Dire Straits registrarono i concerti del loro doppio live che si chiamò Alchemy , per dirne solo una.
Sono a Londra ma non so dove abiti Tracey Thorn (a Hampstead, ma non ne so di più), se no andrei con un enorme mazzo di fiori per il suo sessantesimo compleanno.

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Sabato sera mentre rincasavamo da Faenza dove avevamo fatto belle cose col Post e con le molte persone convenute, io e Francesco Costa siamo stati identificati da due cortesi agenti di polizia che ci avevano scorti mentre eravamo seduti in un angolo della famigerata “stazione AV” di Bologna, piuttosto deserta alle undici di sera (ci eravamo messi lì ad aspettare la coincidenza con anticipo , perché nella stazione AV di Bologna appena ti allontani un attimo rischi di non trovare più la strada per giorni, come saprete).
Abbiamo consegnato i nostri documenti ai due agenti e, nel tempo in cui ciascuno di loro inquadrava il rispettivo con il suo smartphone, mi ha distratto all’altezza del mio sguardo una toppa ornamentale applicata su una specie di tasca/fondina appesa alla cintura dell’agente di fronte a me. La toppa ospitava il motto “Si vis pacem para bellum”, circondato da due teschi. Vuol dire , per chi di voi ha fatto studi scientifici come me, “se vuoi la pace prepara la guerra”, che già non è una formulazione molto conciliante e rassicurante: ma poi c’erano questi due teschi che mah. Ho chiesto all’agente se fosse una cosa di serie sulle dotazioni della polizia, e lui mi ha risposto sorridendo un po’ orgoglioso, almeno mi è sembrato: “no, questa è una cosa che ho fatto a spese mie”. Magari si era preoccupato che io ritenessi la toppa onerosa per le tasche dei contribuenti (4 euro e 35, ce lo potevamo permettere: ho scoperto che è un prodotto con molta diffusione e varianti). Hanno salutato gentilmente com’erano arrivati e si sono allontanati.

La mattina dopo mi è tornato in mente l’incontro, e mi sono chiesto quale idea del tuo rapporto col mondo, con gli altri, con la vita, tu abbia se questo è quello che decidi di comunicare e se questo è quello che vuoi che sia la tua identità, il motto più importante in cui credere: e ordini una toppa che applicherai sulla tua divisa – per distinguerti dagli altri – la quale suggerisce di prepararsi alla guerra, per quanto con un’intenzione di pace; intenzione però assai attenuata dall’ornamento dei due teschi. Alcuni di voi diranno sbrigativamente che quella idea del mondo è “l’idea di un poliziotto”, categoria professionale che sappiamo non esente da inclinazioni e derive aggressive e intimidatrici, per usare un eufemismo. Ma più che alla categoria mi sono fermato a cercare di immedesimarmi nella persona che, a differenza di altri di noi, vive il rapporto con gli altri in modo così minaccioso e difensivo. Vedendo probabili nemici piuttosto che possibili amici. Dandosi come priorità di corazzare se stesso, e non di cercare di fare cose tutti assieme, come noi due avevamo fatto molto felicemente con centinaia di persone a Faenza nelle ore precedenti.

Sì, mi sono fatto probabilmente troppi film da un episodio di un minuto: e però c’è innegabilmente qualche tipo di scelta nell’acquistare quella toppa e applicarsela sulla divisa. Il suo collega non l’aveva, per esempio (sarà regolarmente permesso, poi?). E poi volevo spiegare perché la canzone di stasera è quindi invece una canzone di ingenuo candore – nella musica e nel testo – e di desiderio di godersi le proprie piccole cose, senza ambizioni eroiche o preparativi per la guerra. Si vis pacem para pacem.

You’re a masqueradeI don’t wanna be a part of your paradeEveryone deserves a chance toWalk with everyone else
While holding downA job to keep my girl aroundMaybe buy me some new stringsAnd her a night out on the weekend

La canzone è quella con cui questa band californiana ebbe i suoi maggiori successi, nel 2021, e molti utilizzi tra cui quello più noto fu nel film Boyhood , quello che fu girato in 12 anni seguendo la crescita del ragazzino protagonista. Loro non si capisce se siano ancora in circolazione, hanno fatto qualche annuncio di nuove cose ma non se ne vedono da un po’.
E cerchiamo di ascoltare cose belle.

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