• Scienza
  • Mercoledì 21 settembre 2022

Nel mondo ci sono così tante formiche che non si riesce neanche a immaginarle

Secondo un nuovo studio sarebbero più o meno 20 milioni di miliardi, circa 2,5 milioni per ogni persona

(Nurcholis Anhari Lubis/ Getty Images)
(Nurcholis Anhari Lubis/ Getty Images)
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In un’intervista data a Esquire nel 2009, il mirmecologo statunitense Edward O. Wilson, entomologo specializzato nello studio delle formiche, disse che a prescindere dall’ambiente naturale, dalla cultura umana e dal posto (forse solo con l’eccezione dell’Antartide e del nord dell’Artico) le formiche si trovano dappertutto. Vivono un po’ in ogni habitat e hanno un impatto molto importante sugli ecosistemi che popolano, per esempio spostando terra, semi e materia organica: per ovvie ragioni è anche particolarmente complicato capire quante ce ne possano essere sulla Terra.

Uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Università di Hong Kong, e basato sull’analisi di 489 analisi sulla popolazione di formiche di tutti i continenti, ha provato però a dare una risposta parziale. Ha concluso che la popolazione mondiale di formiche sarebbe attorno a circa 20 milioni di miliardi di esemplari, un numero difficile anche solo da immaginare: circa 2,5 milioni per ciascuna persona che vive sul pianeta.

Secondo lo studio, pubblicato lunedì sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, la massa complessiva di tutte le formiche che vivono sul pianeta sarebbe superiore a quella degli uccelli e dei mammiferi attualmente esistenti messi insieme.

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Patrick Schultheiss, primo autore dello studio e attualmente ricercatore all’Università tedesca di Würzburg, ha detto al Washington Post che la quantità di formiche che vivono sul pianeta «è inimmaginabile». Secondo Schultheiss così tante formiche «semplicemente non si riescono a immaginare». Per contarle generalmente o si esaminano le colonie facilmente osservabili, oppure si dispongono piccole trappole e si aspetta che arrivino (negli anni gli scienziati hanno fatto sia una cosa che l’altra per raccogliere dati un po’ ovunque, con l’eccezione di alcune zone di Africa e Asia).

La cifra ottenuta dai ricercatori dell’Università di Hong Kong è appunto una stima ricavata mettendo insieme i dati osservati da migliaia di scienziati in più di 1300 aree in tutto il mondo, nel giro di circa 80 anni. In realtà, ha spiegato a CNN Sabine Nooten, ecologa e co-autrice dello studio, «non avevamo alcuna aspettativa sul numero di formiche che avremmo trovato», soprattutto perché i numeri che erano stati calcolati in precedenza nella letteratura scientifica erano «sostanzialmente stime approssimative», basate su una quantità di dati empirici molto limitata e calcolate con un ragionevole margine di dubbio.

Data la presenza massiccia di formiche in moltissimi tipi di habitat – specialmente nelle regioni tropicali e subtropicali – i risultati dello studio sono inevitabilmente incompleti, per stessa ammissione degli scienziati: per esempio, tra gli studi analizzati non ce n’erano che indicassero la quantità di formiche che vivono sottoterra. Il dato comunque è molto superiore rispetto alle stime che circolavano in precedenza: uno studio svolto da Wilson in collaborazione con il biologo Bert Hölldobler aveva vagamente collocato il numero tra 1 e 10 milioni di miliardi.

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In questi anni gli entomologi hanno osservato un forte declino della popolazione di insetti in varie parti del mondo, dalla Germania a Porto Rico, attribuito in parte all’utilizzo di pesticidi e in parte alla perdita degli habitat naturali o ad altri motivi legati al cambiamento climatico. Questo fenomeno è stato soprannominato “bugpocalypse”, letteralmente “l’apocalisse degli insetti”: secondo uno studio del 2019, il 40 per cento delle specie, molte delle quali essenziali per i nostri ecosistemi, sarebbe a rischio di estinzione (altre invece riescono ad adattarsi meglio ai cambiamenti e a crescere).

Al momento non è chiaro se anche la popolazione delle formiche sia in declino, ha detto Schultheiss, che tuttavia ha notato come i cambiamenti nell’agricoltura e il disboscamento possano avere un grosso impatto sulla loro popolazione. Capirlo comunque è uno dei prossimi obiettivi di molti scienziati, ha confermato Nooten.