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  • Venerdì 9 settembre 2022

In Inghilterra si fa un calciomercato, nel resto d’Europa un altro

I dati dei trasferimenti estivi mostrano che le spese dei club della Premier League sono state tre volte quelle delle squadre italiane

Gabriel Jesus e Casemiro, nuovi acquisti di Arsenal e Manchester United (Shaun Botterill/Getty Images)
Gabriel Jesus e Casemiro, nuovi acquisti di Arsenal e Manchester United (Shaun Botterill/Getty Images)
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Il calciomercato si è chiuso in tutti i principali campionati europei e riaprirà a gennaio, dopo la fine dei Mondiali in Qatar. Per il ventunesimo anno consecutivo la Premier League inglese si è confermata la lega che ha speso più soldi per i trasferimenti dei calciatori, seguita dalla Serie A italiana, dalla Ligue 1 francese, dalla Liga spagnola e dalla Bundesliga tedesca.

Secondo i dati raccolti dal sito specializzato tedesco Transfermarkt, nella sessione di calciomercato appena conclusa i club inglesi hanno investito complessivamente 2,25 miliardi di euro, a fronte di 891 milioni di euro incassati, con un saldo negativo tra spese ed entrate di 1,36 miliardi di euro. La stagione 2001/02 è l’ultima in cui un campionato diverso dalla Premier League fece registrare gli investimenti più alti: durante quell’anno le società di Serie A spesero in tutto 806,24 milioni di euro per acquistare nuovi calciatori, contro i 575,5 pagati dai club inglesi.

Dalla stagione successiva fino ad oggi il primato è sempre spettato alla Premier League, che negli ultimi 21 anni ha speso per il calciomercato la somma complessiva di 22,91 miliardi di euro, seguita dalla Serie A con 13,42 miliardi di euro e dalla Liga spagnola con 10,51 miliardi di euro.

Considerando la sola ultima sessione, la squadra che ha investito più soldi è stata il Chelsea – 281,99 milioni di euro pagati per comprare 21 calciatori e 58,3 milioni di euro incassati per venderne altrettanti – seguito dal Manchester United, dal West Ham e dal Tottenham.

I club di Premier League hanno inoltre fatto otto dei dieci acquisti più costosi dell’estate. In testa alla classifica c’è il trasferimento dell’attaccante brasiliano Antony, ceduto dagli olandesi dell’Ajax al Manchester United per 95 milioni di euro più 5 milioni di euro di bonus. L’operazione è stata conclusa negli ultimi giorni del calciomercato nonostante la superstar Cristiano Ronaldo alla fine sia rimasta al Manchester United, che era intenzionato a venderlo ma alla fine non ha raggiunto un accordo con nessuno dei club interessati. Nell’ultima partita di Premier League, vinta dal Manchester United contro l’Arsenal per 3 a 1, Antony ha segnato il primo gol nella sua nuova squadra ed è stato sostituito proprio da Cristiano Ronaldo dopo 58 minuti di gioco.

Il secondo affare più caro è stato concluso fra due club inglesi: il Leicester ha ceduto il difensore Wesley Fofana al Chelsea per 80,4 milioni di euro. Fofana è diventato così il quarto difensore più costoso della storia del calcio dopo l’inglese Harry Maguire (pagato 87 milioni di euro dal Manchester United nel 2019), l’olandese Matthijs De Ligt, acquistato dalla Juventus per la cifra complessiva di 85,5 milioni di euro nel 2019 e ceduto lo scorso luglio al Bayern Monaco per 67 milioni di euro più 10 milioni di euro di bonus, e l’altro difensore della nazionale olandese Virgil van Dijk, passato nel 2017 dal Southampton al Liverpool per 84,65 milioni di euro.

Il terzo trasferimento più costoso dell’estate 2022 è invece avvenuto tra Francia e Spagna: il Real Madrid ha acquistato dal Monaco il centrocampista francese Aurélien Djani Tchouameni per 60 milioni di euro. Il Real Madrid ha in seguito venduto il centrocampista brasiliano Casemiro al Manchester United per 70,65 milioni di euro.

I club spagnoli della Liga hanno speso in tutto 507,19 milioni di euro e ne hanno incassati 450,25, con un saldo negativo di 56,94 milioni di euro, il più alto in tutto il mondo dopo quello della Premier League. La Liga portoghese è invece il campionato che ha incassato più soldi: il saldo tra spese ed entrate è positivo per 261,75 milioni di euro, seguito dalla Eredivisie olandese con 187,1 milioni di euro e dalla Championship inglese (l’equivalente della Serie B italiana) con 129,74 milioni di euro.

In Italia sono stati spesi complessivamente 749,23 milioni di euro, esattamente un terzo della spesa della Premier League, mentre le cessioni hanno fruttato in tutto 745,82 milioni di euro. Il saldo è quindi negativo per 3,41 milioni di euro. Prima della pandemia, nell’estate del 2019, le spese complessive dei club italiani erano state superiori: 1,225 miliardi di euro. Ma la crisi che ne è seguita ha interessato pesantemente gran parte dei campionati europei, anche se la Premier League l’ha nuovamente superata (aveva speso in quella sessione 1,543 miliardi di euro).

L’acquisto più costoso di quest’estate in Italia è stato quello del difensore brasiliano Bremer, ceduto dal Torino alla Juventus per 41 milioni di euro più 8 milioni di euro di bonus. Nel calcolo delle spese di quest’estate va inclusa anche l’operazione che ha portato Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus: l’attaccante era arrivato a Torino a ottobre del 2020 in prestito biennale per 10 milioni di euro, durante l’ultima sessione di calciomercato la Juventus lo ha poi riscattato a titolo definitivo, pagando altri 40 milioni di euro più 10 milioni di euro di bonus alla Fiorentina, come previsto dal precedente accordo.

Il terzo affare più caro in Italia lo ha chiuso il Milan, che ha comprato dall’Anderlecht il trequartista belga Charles De Ketelaere per 32 milioni di euro più 4 milioni di euro di bonus. Il Milan è stato appena acquistato dal fondo d’investimento americano RedBird Capital, guidato dall’imprenditore statunitense con origini italiane Gerry Cardinale. Il Milan ha terminato la sessione con il saldo negativo più alto nel calciomercato italiano: 35,15 milioni di euro, generati da 48,2 milioni di euro spesi e 13,05 milioni di euro incassati.

Le squadre di Serie A hanno acquistato in tutto 280 calciatori e ne hanno venduti 608. Nel conto sono compresi anche i rientri nei club di appartenenza dei giocatori che erano stati trasferiti in prestito e le operazioni riguardanti i giovani. Le neopromosse Cremonese e Monza hanno tesserato 23 nuovi giocatori ciascuna – più di tutti gli altri club – mentre Salernitana e Lecce ne hanno comprati 22 a testa. L’Atalanta ha venduto 56 giocatori e ne ha persi altri 4 ai quali è scaduto il contratto (Josip Ilicic, Federico Mattiello, Bryan Cabezas e Matteo Salvi), incassando 80,72 milioni di euro. La società di Bergamo ha inoltre acquistato 7 nuovi calciatori per una spesa complessiva di 98 milioni di euro. Si tratta della seconda spesa più alta in Italia dopo quella di 102,4 milioni effettuata dalla Juventus, più che compensata dai 106,15 milioni di euro ricevuti grazie alle cessioni. Al terzo posto delle spese più ingenti in Serie A c’è il Napoli, con 68,05 milioni di euro investiti a fronte di 80,95 milioni di euro incassati.

La Fiorentina è la squadra che ha tesserato meno giocatori, 6, e ne ha ceduti 22. Il Lecce è il club che ha speso meno soldi (5,95 milioni di euro) per gli acquisti, la Roma ha il saldo positivo più alto tra giocatori comprati e venduti: 41,35 milioni di euro, frutto di 22 cessioni e 7 acquisti.

Le difficoltà economiche dei club italiani sono aumentate a causa della crisi generata dalla pandemia. Inoltre le società partecipanti alle coppe europee hanno dovuto rispettare dei limiti di spesa imposti dalla UEFA. Questo ha costretto i dirigenti ad aumentare rispetto al recente passato il numero di operazioni effettuate con la formula del prestito e i tesseramenti dei giocatori svincolati, che hanno consentito di risparmiare i costi per l’acquisto dei cartellini.

Il belga Romelu Lukaku è tornato all’Inter in prestito dal Chelsea per 8 milioni di euro più 3 milioni di euro di bonus, appena un anno dopo essere stato venduto per 115 milioni di euro. L’argentino Paulo Dybala è stato tesserato dalla Roma come svincolato dopo la scadenza del suo contratto con la Juventus. La Roma ha inoltre preso in prestito gratuito dal Paris Saint-Germain il centrocampista olandese Georginio Wijnaldum, che fu uno dei titolari del Liverpool vincitore della Champions League nella stagione 2018/2019.

La Juventus ha tesserato due svincolati di fama internazionale: Paul Pogba, campione del mondo con la Francia nel 2018, e Angel Di Maria, tra i migliori giocatori dell’Argentina che ha vinto la Coppa America nel 2021. Inoltre la Juventus ha preso in prestito dal Paris Saint-Germain un altro nazionale argentino, il centrocampista Leandro Paredes.

Lo scorso 2 settembre, in concomitanza con la chiusura del calciomercato, la UEFA ha reso note le sanzioni inflitte a Inter, Roma, Juventus e Milan e ad altri quattro club (Paris Saint-Germain, Marsiglia, Monaco e Besiktas) per il mancato rispetto dei parametri previsti dal sistema di controllo delle spese, noto come “Financial Fair Play” e ora sostituito da un nuovo regolamento denominato “Licensing and Financial Sustainability Regulations”.

Le sanzioni decise dalla UEFA includono dei limiti che le società devono rispettare nel calciomercato. Già da quest’anno Inter e Roma sono state ad esempio costrette a mantenere un saldo positivo tra spese ed entrate, considerando non solo il costo dei cartellini ma anche gli stipendi dei giocatori acquistati e ceduti e le commissioni pagate ai procuratori per i loro trasferimenti.

Per ridurre l’impatto delle sanzioni, Inter e Roma hanno firmato con la UEFA un accordo di patteggiamento di durata quadriennale, e hanno accettato di rispettare la stessa limitazione per le spese del calciomercato anche nella prossima stagione. In caso contrario non potranno inserire i rispettivi nuovi acquisti nelle liste dei calciatori impiegabili nelle coppe europee alle quali parteciperanno nella stagione 2023/24, ammesso che riusciranno a qualificarsi anche il prossimo anno.

I “Settlement Agreement” firmati invece da Juventus e Milan – e dagli altri quattro club europei sanzionati dalla UEFA – sono di durata triennale e non prevedono al momento dei limiti specifici per le spese effettuate nel calciomercato. Ma è stato stabilito che debbano eventualmente rispettarli a partire dalle prossime stagioni, qualora non riescano a soddisfare i requisiti richiesti dal nuovo sistema di controllo introdotto dalla UEFA.