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  • Martedì 6 settembre 2022

La Russia e le armi dalla Corea del Nord

Secondo l'intelligence statunitense, il regime nordcoreano ne sta vendendo migliaia all'esercito russo, in difficoltà con i rifornimenti

Il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)
Il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)
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Secondo nuovi documenti resi pubblici dai servizi segreti statunitensi, la Russia ha avviato l’acquisto di migliaia di razzi e munizioni di artiglieria dalla Corea del Nord da utilizzare per le proprie attività militari in Ucraina. L’operazione è considerata una conseguenza delle sanzioni economiche imposte alla Russia, che hanno ridotto sensibilmente le capacità di approvvigionamento del paese, spingendolo ad affidarsi a paesi sostanzialmente isolati dalla comunità internazionale.

Per motivi di sicurezza, le informazioni diffuse dagli Stati Uniti sulle forniture nordcoreane per l’esercito russo sono piuttosto vaghe e non contengono dettagli sul tipo di armi, il calibro delle munizioni e le modalità di spedizione e consegna tra i due stati. Un funzionario del governo statunitense, sentito dal New York Times, ha detto che la Russia ha piazzato ordini per razzi a corto raggio e per munizioni di artiglieria, mentre dovrebbe effettuare ordini per altro materiale nelle prossime settimane. Nei giorni scorsi erano circolate notizie sull’acquisto di droni forniti dall’Iran.

Secondo numerose analisi, finora le sanzioni economiche imposte alla Russia non hanno influito più di tanto sull’economia del paese. I crescenti costi dell’energia, aumentati anche a causa dell’invasione dell’Ucraina, hanno permesso alle grandi aziende statali russe del settore di ottenere nuovi importanti ricavi, nonostante il blocco di buona parte dei meccanismi internazionali per i trasferimenti di denaro tramite i circuiti bancari.

Vari analisti ritengono però che le sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea abbiano influito sulla capacità dell’esercito russo di riorganizzarsi, riducendone la possibilità di ottenere armi e forniture per la guerra in Ucraina. Le forti pressioni dei paesi occidentali hanno inoltre contribuito a disincentivare la vendita di strumentazioni di vario tipo alla Russia anche da parte di altri paesi, a cominciare da quelli asiatici. La Cina si è per esempio astenuta dal vendere attrezzature all’esercito russo, sia in forma diretta sia attraverso l’esportazione di componenti elettronici impiegati nelle tecnologie militari.

Non potendo attingere da buona parte dei mercati, la Russia ha dovuto ripiegare su paesi spesso isolati dai commerci internazionali, come Corea del Nord e Iran. Difficilmente gli acquisti dalla Corea del Nord riguardano armi particolarmente elaborate, segno di una probabile difficoltà dell’industria bellica russa nel produrre anche le armi meno sofisticate. Fino dall’inizio dell’invasione in Ucraina, la Russia ha inoltre dimostrato di non disporre sempre delle armi più adeguate per condurre attacchi di precisione.

Le informazioni fornite dall’intelligence statunitense sugli acquisti russi dalla Corea del Nord sono molto difficili da verificare da fonti indipendenti. Fino dall’inizio della guerra in Ucraina, il governo degli Stati Uniti ha scelto di rendere pubbliche molte informazioni raccolte dall’intelligence, soprattutto sulle condizioni dell’esercito russo.