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  • Giovedì 1 settembre 2022

Il Giappone deve ancora sbarazzarsi dei floppy disk

Il governo vuole provare a eliminarli dalla pubblica amministrazione, dove sono tuttora usati per centinaia di pratiche e servizi

(Wikimedia Commons)
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Il Giappone «ha dichiarato guerra ai floppy disk», un tipo di supporto per l’archiviazione di memoria digitale usato soprattutto tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta, e ancora molto diffuso nella burocrazia del paese nonostante le innovazioni tecnologiche dei successivi decenni. In Giappone infatti esistono quasi duemila procedure amministrative che richiedono l’utilizzo di supporti fisici come quelli che in italiano chiamiamo “dischetti”, di CD o degli ancora meno conosciuti mini-disk. Come cerca di fare da un pezzo, il ministro degli Affari digitali Taro Kono ha promesso che queste procedure saranno spostate online: non è detto però che farlo sarà semplice.

Il floppy disk fu inventato dalla società di tecnologie informatiche IBM e messo in commercio nel 1972: è grande più o meno come il palmo di una mano ed è molto probabile che la maggior parte dei giovani nati in questo secolo, e forse anche qualche anno prima, non ne abbia mai visto uno. Dalla fine degli anni Novanta i floppy disk caddero infatti in disuso per via dell’avvento di supporti sempre più sofisticati, capienti e compatti: prima i CD, poi le chiavette e gli hard-disk e più recentemente il cloud, il sistema di archiviazione esterno che consente di conservare e spostare i dati su diversi server per renderli disponibili sempre e ovunque tramite internet.

Una commissione incaricata dal ministero giapponese però ha stimato che ancora oggi ci siano circa 1.900 servizi amministrativi che prevedono di usare supporti come i floppy disk per fare richieste di vario tipo oppure per archiviare i documenti.

Martedì, in una conferenza stampa, Kono ha detto che il ministero si è impegnato a rivedere queste procedure «con rapidità» e che la commissione sta studiando il modo in cui trasferirle online, con il pieno sostegno del primo ministro Fumio Kishida. Kono, che da tempo ha intrapreso una lotta contro l’inefficienza della burocrazia a causa dei suoi sistemi obsoleti, ha anche aggiunto: «Ma poi dove si comprano oggi i floppy disk?».

– Leggi anche: Il peggior modo in cui perdere una chiavetta USB

Sono anni che il governo giapponese tenta di eliminare la carta e gli strumenti antiquati richiesti per gestire i documenti ufficiali, promuovendo la digitalizzazione dell’amministrazione pubblica. Kono, uno dei politici giapponesi più in vista, sostiene da tempo che l’inefficienza del sistema burocratico giapponese sia legata alle sue pratiche obsolete. Ex ministro degli Esteri, della Difesa e delle Riforme amministrative, nel 2020 aveva per esempio promesso di eliminare l’uso dei fax e degli hanko, i tradizionali sigilli personali che spesso sostituiscono la firma e servono per validare i documenti. Ciononostante, nell’amministrazione pubblica sia i fax che i sigilli continuano a essere utilizzati.

«Voglio sbarazzarmi del fax e conto ancora di farlo», ha detto Kono durante la conferenza stampa. Ha anche aggiunto che la commissione del ministero dovrà valutare se esistono leggi che per come sono formulate non si adattano a una società digitale e, in questo caso, proporre eventuali modifiche che sarebbero presentate in una sessione straordinaria al parlamento. Qualsiasi tipo di opposizione da parte di altri ministeri o enti «sarà respinta», ha chiarito Kono.

Non tutti in Giappone sembrano essere d’accordo con la “rivoluzione digitale” promessa dal ministro: alcuni funzionari pubblici sostengono che supporti fisici come i floppy disk offrano una garanzia di autenticità che un’email non può soddisfare, mentre alcuni politici hanno contestato la sua volontà di eliminare l’uso degli hanko, definendoli un simbolo della cultura giapponese. Secondo una presentazione della task force citata dal Japan Times sembra difficile che tecnologie moderne come il cloud possano essere adattate al sistema burocratico giapponese per un uso su ampia scala in breve tempo; a ogni modo, la commissione dovrebbe annunciare possibili strategie di sviluppo entro la fine dell’anno.

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