• Questo articolo ha più di 2 anni
  • Libri
  • Giovedì 18 agosto 2022

Cose dimenticate nei libri

Da dieci anni una bibliotecaria di Oakland archivia e pubblica tutto quello che trova tra le pagine dei libri presi in prestito

Oakland Public Library
Oakland Public Library
0 seconds of 0 secondsVolume 90%
Press shift question mark to access a list of keyboard shortcuts
00:00
00:00
00:00
 

Da circa dieci anni Sharon McKellar raccoglie tutto quello che ritrova nei libri presi in prestito dalla biblioteca in cui lavora, a Oakland, California, lo fotografa e poi lo pubblica sul sito della biblioteca in una raccolta intitolata “Trovato in un libro della biblioteca”. Ci sono segnalibri, lettere d’amore, vecchie foto, biglietti d’auguri mai spediti, biglietti dell’autobus e cartoline.

«Ho sempre raccolto le piccole cose che ritrovavo nei libri della biblioteca» ha detto McKellar. Ha anche raccontato di essersi ispirata a FOUND Magazine, che dal giugno del 2021 raccoglie, cataloga e pubblica sul sito e su una rivista pubblicata senza regolarità appunti, foto, lettere, disegni o altre cose perse, abbandonate, dimenticate e poi ritrovate nei luoghi pubblici di tutto il mondo. Ci sono altri progetti molto simili: in Italia, ad esempio, c’è una pagina Instagram che si chiama “Cose nei libri”.

Sharon McKellar ha per ora raccolto più di 350 “oggetti”. Alcuni restano misteriosi, senza contesto né origine, e nessuno è mai venuto a reclamarli. Il mese scorso, invece, consultando il sito della biblioteca, una donna che dice di non aver mai preso in prestito un libro a Oakland ha riconosciuto la propria calligrafia in un biglietto e ha contattato la bibliotecaria per riaverlo.

Succede anche che alcune persone lascino volontariamente delle note dentro ai libri: biglietti di scuse per aver danneggiato una pagina o per aver restituito il libro in ritardo.

C’è anche un intero libro di Roald Dahl commentato con dei post-it in cui un giovane lettore o una giovane lettrice ha scritto le cose che le venivano in mente mentre lo leggeva. Molte delle cose dimenticate sembrano essere di bambini e di bambine. In un bigliettino, ad esempio, un bambino elogia «Borok Oboma» per i suoi discorsi. In un altro, Ana chiede a un destinatario misterioso conferma della loro amicizia invitandolo a spuntare la casella del “sì”, del “no” o del “forse”. Nessuna delle caselle è stata spuntata.

La biblioteca di Oakland sta anche pensando di organizzare un concorso di scrittura associato a uno di questi oggetti ritrovati.