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  • Giovedì 11 agosto 2022

Le esplosioni in Crimea sembrano sempre di più un attacco mirato 

Le immagini satellitari mostrano grossi danni e sono poco compatibili con l'incidente descritto dai russi

Una colonna di fumo sale dalla base aerea russa in cui si è verificata l'esplosione, in Crimea (UGC via AP)
Una colonna di fumo sale dalla base aerea russa in cui si è verificata l'esplosione, in Crimea (UGC via AP)
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Mercoledì sono state diffuse alcune immagini satellitari della società americana Planet Labs che mostrano i danni provocati dalle esplosioni di due giorni fa alla base aerea russa di Saki, sulla penisola di Crimea, un territorio ucraino occupato dalla Russia dal 2014. Le immagini forniscono la prima conferma indipendente sulle esplosioni e sui danni causati, che contrariamente a quanto affermato dal ministero della Difesa russo sono piuttosto ingenti: almeno 8 jet da guerra russi e diversi edifici sono stati distrutti.

Soprattutto, le immagini satellitari sembrano smentire la versione del ministero della Difesa russo, che aveva attribuito le esplosioni a un incendio e ad alcune non meglio specificate violazioni dei protocolli di sicurezza nella base aerea. Secondo gli analisti, potrebbe essere più probabile che i danni provocati alla base siano opera di un attacco mirato: sia perché le esplosioni sono più di una sia perché hanno colpito in maniera piuttosto precisa vari jet lontani gli uni dagli altri. Gli aerei, inoltre, erano parcheggiati lontano dagli hangar, dove sarebbe più facile che si sviluppasse un incendio.

Le esplosioni si erano verificate martedì pomeriggio poco dopo le 15: la base aerea russa in cui sono avvenute si trova a Novofedorivka, sulla costa occidentale della penisola, luogo piuttosto frequentato dai turisti. È a meno di 200 chilometri dal confine con la regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, dove al momento le forze ucraine sono impegnate in una controffensiva. Dopo le esplosioni, dalla base aerea russa si erano sollevate grosse colonne di fumo, riprese e fatte circolare da diversi account sui social media.

Le cause dell’esplosione restano comunque sconosciute. Nell’immediato ci sono state versioni molto contrastanti: l’Ucraina non aveva rivendicato l’attacco e anzi l’aveva attribuito a cause accidentali, e il governo russo aveva immediatamente minimizzato l’accaduto, sostenendo che non ci fossero stati morti, feriti né danni, e che l’esplosione fosse appunto il risultato di un incidente.

Poco dopo, però, le autorità locali russe in Crimea avevano fatto sapere che le esplosioni avevano causato un morto e 13 feriti. Erano circolate anche immagini di civili che venivano evacuati dall’area, oltre alle prime immagini di aerei russi danneggiati, poi confermante dalle immagini satellitari diffuse mercoledì da Planet Labs.

Ci sono state speculazioni su un eventuale attacco ucraino, o su un’operazione di sabotaggio. L’Institute for the Study of War (ISW), centro studi specializzato in affari militari che ogni giorno diffonde un bollettino sulla situazione sul campo, cita per esempio alcuni funzionari ucraini che in forma anonima hanno attribuito l’attacco alle forze ucraine. Non ci sono però conferme indipendenti e continuano a non esserci sufficienti prove per stabilire con certezza cosa sia successo.

I crateri a terra e i danni alla base aerea, scrive l’ISW, potrebbero essere stati provocati sia da missili lanciati da lontano che da azioni compiute più da vicino.

La Crimea è la penisola che la Russia aveva invaso e annesso nel 2014. Dopo le esplosioni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva approfittato della situazione per ricordare che la sua liberazione resta uno dei principali obiettivi ucraini: «Questa guerra russa contro l’Ucraina e tutta l’Europa libera è iniziata con la Crimea e deve finire con la Crimea: con la sua liberazione», ha detto Zelensky martedì sera.