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  • Lunedì 8 agosto 2022

Israele e i palestinesi dello Jihad Islamico hanno sospeso gli attacchi

Domenica sera è entrato in vigore un cessate il fuoco, dopo giorni di bombardamenti

Una donna cerca di ripulire la sua casa danneggiata dai bombardamenti a Rafah, nella Striscia di Gaza, 7 agosto 2022 (AP Photo/Fatima Shbair)
Una donna cerca di ripulire la sua casa danneggiata dai bombardamenti a Rafah, nella Striscia di Gaza, 7 agosto 2022 (AP Photo/Fatima Shbair)
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Domenica sera è entrato in vigore un accordo per il cessate il fuoco fra Israele e il gruppo radicale palestinese dello Jihad Islamico, dopo giorni di violenti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e il lancio di razzi da parte dello Jihad Islamico verso i paesi israeliani sul confine.

L’accordo è stato negoziato con la mediazione dell’Egitto e finora è stato rispettato da entrambe le parti. Secondo i commentatori nei prossimi giorni potrebbe evolvere in una tregua: il governo israeliano ha fatto sapere ai giornali di avere completato gli obiettivi della propria operazione militare. Da venerdì a oggi sono staati uccisi almeno 44 palestinesi: secondo Israele almeno 25 di loro erano miliziani dello Jihad Islamico.

L’operazione di Israele contro il gruppo Jihad Islamico – chiamata Breaking Downera iniziata venerdì. Il primo ministro israeliano Yair Lapid aveva parlato di una «precisa operazione antiterroristica contro un pericolo immediato», riferendosi alla possibilità che lo Jihad Islamico stesse organizzando attacchi contro Israele come ritorsione per l’arresto del leader del gruppo in Cisgiordania, Bassem Saadi, avvenuto all’inizio della settimana scorsa fra enormi proteste e minacce di attacchi imminenti.

Lo Jihad Islamico è un gruppo militare e politico che opera soprattutto nella Striscia di Gaza e si descrive come ancora più radicale di Hamas, il gruppo palestinese che governa la Striscia di Gaza dal 2007. In passato Israele aveva già condotto operazioni contro leader di miliziani dello Jihad Islamico, ma quella compiuta in questi giorni rimane la più estesa. Fra le persone uccise dai bombardamenti israeliani ci sono anche i capi dell’ala militare dello Jihad Islamico nel sud e nel nord della Striscia, e il comandante dell’unità che si occupa di contrastare i mezzi di terra israeliani.

In un incontro tenuto domenica pomeriggio con le autorità israeliane dei centri abitati al confine con la Striscia di Gaza, Lapid ha fatto sapere che l’operazione militare è stata completata e che il governo intende concluderla, scrive il quotidiano israeliano Haaretz.

«Israele temeva che il protrarsi dell’operazione e un numero sempre più alto di morti avrebbero potuto spingere Hamas a intervenire, ma questo finora non è accaduto: Hamas è rimasta in disparte», ha notato la giornalista di Al Jazeera Natasha Ghoneim. Nell’ultimo anno e mezzo, dopo la guerra di due settimane combattuta nel maggio del 2021, le relazioni fra Hamas e il governo israeliano erano gradualmente migliorate, soprattutto grazie al fatto che il governo di destra guidato da Benjamin Netanyahu era stato sostituito da un governo di coalizione, tuttora in carica.

Negli ultimi giorni Hamas verosimilmente ha preferito mantenere i rapporti costruiti in questi mesi col governo israeliano piuttosto che unirsi allo Jihad Islamico in una risposta militare che aveva poche speranze di risultare davvero efficace. Dei circa mille razzi lanciati dalla Striscia contro Israele, una gran parte è stata intercettata dal sistema missilistico Iron Dome.

Secondo alcuni commentatori Hamas non aveva molta scelta. Durante l’operazione militare Israele aveva sospeso l’invio di carburante alla Striscia di Gaza, le cui autorità erano state costrette a ridurre la fornitura di elettricità a poche ore al giorno. «Non ci sono ventilatori né condizionatori, la temperatura è arrivata a 32 gradi con un tasso di umidità al 75 per cento: i bambini sono quelli che hanno maggiori problemi ad addormentarsi», ha scritto domenica sera Muhammad Shehada, giornalista e attivista palestinese.

Dopo la notizia del cessate il fuoco Hamas ha fatto sapere che a breve gli uffici governativi e le università della Striscia avrebbero riaperto, e che i funzionari locali avrebbero iniziato a rimuovere i detriti causati dai bombardamenti.