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  • Martedì 26 luglio 2022

I contributi pubblici assegnati ai giornali per il 2021

I primi 15 ricevono circa 25 milioni di euro: i maggiori beneficiari sono Libero, Avvenire, il Manifesto, il Foglio e alcune testate che non avete mai sentito nominare

(Ansa/Andrea Fasani)
(Ansa/Andrea Fasani)
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Il Dipartimento per l’informazione e per l’editoria del governo italiano ha pubblicato l’elenco dei giornali a cui è stato riconosciuto per il 2021 il diritto al “contributo pubblico diretto”: cioè alla quota di finanziamento pubblico che la legge prevede per i giornali che si dichiarino pubblicati da cooperative di giornalisti o da società senza fini di lucro, o siano espressione di minoranze linguistiche (altri criteri sono indicati più avanti).

In base alle regole di legge il contributo viene erogato in due rate successive (ma in alcuni casi anche in un’unica soluzione a fine anno): quella che viene pagata ora è la prima relativa al 2021, mentre la seconda arriverà alla fine di quest’anno. Non ci sono sostanziali novità rispetto ai contributi assegnati dal governo per il 2020: la novità più rilevante delle ultime due tornate di contributi è l’ingresso tra i beneficiari della Gazzetta del Sud, giornale della Calabria e della provincia di Messina (dove ha sede). È il sesto giornale che riceve la somma di denaro maggiore e fino alla prima rata del 2020 non ne riceveva affatto. L’editore è la Società Editrice Siciliana, proprietaria dal 2017 anche del Giornale di Sicilia (quotidiano di Palermo, che invece non riceve contributi pubblici).

Queste sono le prime quindici testate per contributo assegnato nella prima delle due rate.

Dolomiten 3.088.498,02 euro
Famiglia cristiana 3.000.000 euro
Libero quotidiano 2.733.555,14 euro
Avvenire 2.711.246,31 euro
ItaliaOggi 2.031.266,98 euro
Gazzetta del Sud 1.868.618,02 euro
Il Quotidiano del Sud 1.848.080,44 euro
Il manifesto 1.552.583,18 euro
Corriere Romagna 1.109.178,49 euro
Cronacaqui.it 1.103.650,04 euro
Il Foglio 933.228,99 euro
Primorski dnevnik 833.334,04 euro
Editoriale Oggi 814.966,33 euro
Il Cittadino 712.049,4 euro
Cronache di (Libra editrice) 629.978,39 euro

Dolomiten è un quotidiano in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano, così come la Neue Südtiroler Tageszeitung (che riceve poco più di mezzo milione di euro), mentre Primorski dnevnik è un quotidiano della minoranza slovena pubblicato a Trieste. I contributi sono attribuiti in base a una serie di calcoli che tengono conto dei costi sostenuti dal giornale e della sua diffusione.

– Leggi anche: I numeri dei quotidiani a maggio

Della legge sui contributi non beneficiano i maggiori quotidiani nazionali, come Repubblica, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, che non ricevono aiuti pubblici diretti. Ne approfittano invece alcuni quotidiani che compaiono tra quelli con maggiore diffusione, fra cui Avvenire e Libero: tra gli altri più noti ma di diffusione più limitata ci sono il Foglio e il Manifesto. Tutti i giornali che si pubblicano in versione cartacea usufruiscono invece di alcuni sostegni indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta, ma si tratta di voci non particolarmente rilevanti per i loro bilanci, a differenza di quanto avviene per i giornali che ricevono le grosse quote di contributi diretti citate sopra, da cui sono fortemente dipendenti.

Il finanziamento diretto all’editoria ha uno scopo preciso e limitato: sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti: la forma cooperativa è però usata strumentalmente da diverse delle testate che ricevono i maggiori contributi (Libero, ItaliaOggi, il Foglio, per esempio) malgrado nei fatti quei giornali abbiano editori privati al pari dei quotidiani che non accedono ai contributi. Nella maggior parte dei casi questo “aggiramento” delle regole è ottenuto attribuendo a una cooperativa la proprietà della “testata” del giornale, mentre è una società commerciale a possederlo di fatto. Un commento esteso ad alcune scelte sui contributi si trova sul sito specializzato Datamediahub (il commento riguarda i contributi degli anni passati, ma è ancora valido, visto che nella recente erogazione non ci sono state sostanziali differenze):

Dopo essersi progressivamente ridotti dal 2010 in poi, a partire dal 2019 i contributi diretti, di soppiatto, sono tornati a crescere negli ultimi tre anni. Nel 2021 sono stati più di 88 milioni di euro. Una crescita del 6%, tutto sommato relativamente contenuta, il cui problema non sta nelle somme erogate ma nella concentrazione di tali somme in favore di pochi “fortunati”, che molto spesso sono molto border line, diciamo, relativamente alla titolarità di riceverli, quale è il caso di Libero, Il Foglio e altri ancora.

Se a questo si aggiunge che è stata introdotta, relativamente all’annualità di contributo per l’anno 2019, la possibilità di posticipare la verifica della regolarità previdenziale e fiscale delle imprese beneficiarie al momento del saldo, anziché al momento del pagamento della rata di anticipo, si inizia a sentire puzza di bruciato.

Puzza di bruciato che diviene insopportabile, per continuare nella metafora, quando si vede che ad oggi è stato accertato a seguito dei decreti di annullamento adottati dall’amministrazione un indebito pari a circa 85 milioni di euro, corrispondente al 9,87% dei contributi erogati. Probabilmente solo una parte di quelle che effettivamente sono violazioni.

Un tempo i finanziamenti sostenevano anche i giornali di partito, ma quest’aspetto della legge è stato soppresso. In tutto hanno diritto ai finanziamenti sette tipologie differenti di periodici e quotidiani.

  1. Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
  2. Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro;
  3. Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
  4. Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche;
  5. Imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
  6. Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;
  7. Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.