I migliori film del 2022, fin qui

Scelti dai critici del New York Times, a cui tra gli altri sono piaciuti un documentario italiano e due diverse storie che parlano di aborto

(Kimi)
(Kimi)
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Come ogni anno, a metà anno, A.O. Scott e Manohla Dargis, i due principali critici cinematografici del New York Times, hanno scelto i film che hanno apprezzato di più tra quelli che hanno visto finora nel 2022. È un elenco, non una classifica e tra gli altri c’è anche un documentario italiano. Qualche film ancora deve uscire in Italia, altri non si sa se e quando arriveranno, alcuni sono già arrivati e un paio si possono vedere online.

Everything Everywhere All at Once
È uno dei film “indipendenti” di cui negli Stati Uniti più si è parlato negli ultimi mesi. Ha per protagonista una donna statunitense di origini cinesi con una serie di problemi nella vita privata e professionale. Solo che – il solo che di questo film è particolarmente importante – scopre che esistono multiversi e che lei può viverli e anche “salvarli”. È insomma un dramedy, una commedia drammatica con pieghe di azione e fantascienza.

«Uno stravagante ingegno al servizio di un cuore generoso», ha scritto Scott nella sua recensione: «sì, il film è un viaggio mentale e metafisico in un multiverso galattico, ma nel profondo – anzi, anche in superficie – è un dramma domestico agrodolce, una commedia coniugale, la storia di un’immigrata e la sofferente ballata sull’amore tra una madre e una figlia». In Italia arriverà a ottobre, nei cinema.

La scelta di Anne – L’Événement
Vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 2021, è l’adattamento della regista francese Audrey Diwan dell’omonimo romanzo di Annie Ernaux. È ambientato nella Francia dei primi anni Sessanta e racconta la storia di una giovane donna che, rimasta incinta, deve scegliere cosa fare, in un periodo e in un paese in cui l’aborto è ancora illegale. In Italia è stato un film del 2021, visto che uscì a novembre dello scorso anno. Dargis ha elogiato lo sguardo «chiaro, dritto e coraggioso» della regista e la sua capacità di «mostrare una parte della vita che i film raramente mostrano».

Flux Gourmet
Un black comedy horror, cioè uno di quei film horror che vuole anche far ridere. Parla di un gruppo di artisti appartenenti a un “collettivo sonoro” senza nome che, isolati in un luogo remoto, vogliono registrare rumori in vario modo legati al cibo, aiutati da un tecnico. Le cose prendono presto una piega grottesca e disgustosa.

L’ha diretto il regista britannico Peter Strickland e c’è Asa Butterfield, protagonista di Sex Education. Scott ne ha scritto che gli ha fatto pensare a come e quanto siamo, noi umani, «animali guidati da lussuria, rabbia e aggressività, ma anche creature delicate che amano il bello e l’astrazione: due aspetti della nostra natura che spesso si incontrano e scontrano in modi infinitamente vari». In Italia arriverà a settembre, ma c’è da dire che – comprensibilmente, visto il tipo di film – ci sono anche molti critici a cui non è piaciuto.

Kimi
È un film drammatico di Steven Soderbergh, ambientato a Seattle durante la pandemia. Zoë Kravitz interpreta una donna affetta da agorafobia che, durante il suo lavoro che ha a che fare con la tecnologia, trova le prove di un crimine. La scoperta, e il fatto che nessuno oltre a lei sembra curarsene, la porta a uscire di casa, nonostante la sua agorafobia. “Kimi” è il nome dell’assistente vocale fatto dalla società per cui lavora la protagonista: una sorta di “Siri” o “Alexa”. È un thriller e Dargis l’ha scelto come uno dei migliori film dell’anno per come «presenta consapevolmente un assortimento di riferimenti cinematografici» e per come al contempo Soderbergh riesca a metterci molto del suo, apparentemente divertendosi molto. Non si sa quando arriverà in Italia.

Neptune Frost
È un musical di fantascienza afrofuturista che ruota attorno all’incontro tra un fuggitivo intersessuale e un minatore. Ha una trama «vaga e suggestiva», ha scritto Scott, che ne ha apprezzato «il vivido collage di immagini, i suoni e le parole» e il fatto che il film sembri «sia altamente tecnologico che fatto a mano, digitale e analogico, poetico e punk rock».

Una madre, una figlia
Presentato nel 2021 a Cannes, ha per protagonista una 15enne espulsa da scuola poiché incinta e che, insieme alla madre single, cerca un modo per abortire, in un paese – il Ciad – in cui non è consentito. Lo ha diretto il regista ciadano Mahamat-Saleh Haroun. «Mostra donne in azione e in rivolta» ha scritto Dargis. In Italia è arrivato ad aprile.

Futura
Un documentario italiano, diretto da Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher. È fatto da una serie di interviste realizzate in giro per l’Italia a adolescenti, per capire come vedono il futuro. «È l’affermazione della resistenza di un approccio cinematografico basato sulla curiosità, sui principi democratici e sull’idea che le persone possano parlare per se stesse».

Mr Bachmann e la sua classe
Un altro documentario sui giovani. Girato nell’anno scolastico 2016/17, sul rapporto tra un insegnante e i suoi studenti, in un paese tedesco vicino a Francoforte, con molti immigrati. «Non è un film su un professore eroico e sul suo idealismo sbattuto in faccia a ogni avversità. È il riconoscimento del duro lavoro che è imparare». È molto lungo (oltre tre ore) e ancora non c’è modo di vederlo legalmente dall’Italia: uscirà al cinema a ottobre.

Pleasure
Un film svedese con protagonista una giovane donna che va in California con l’obiettivo di fare carriera nel mondo del porno. L’ha diretto Ninja Thyberg, che già aveva diretto un cortometraggio con lo stesso titolo. È su Mubi e Dargis ne ha scritto: «è astuto, grintoso e inatteso e, in essenza, è la solita vecchia storia di un qualcuno che lotta con ambizione per realizzare il suo sogno americano».