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  • Martedì 12 luglio 2022

«Il peggior affare nella storia dello sport»

Ogni primo luglio l'ex giocatore di baseball Bobby Bonilla, ritirato da vent'anni, riceve più di un milione di dollari dai New York Mets, che fecero un pessimo calcolo

di Pietro Cabrio

Bobby Bonilla nel 1999 con i New York Mets (Matthew Stockman /Allsport)
Bobby Bonilla nel 1999 con i New York Mets (Matthew Stockman /Allsport)
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Nei primi giorni di luglio le squadre di baseball professionistiche nordamericane sono solite versare ai loro giocatori bonus e pagamenti differiti previsti dai contratti. Il primo luglio è il giorno in cui ne vengono versati la maggior parte, e da alcuni anni la giornata è simbolicamente dedicata a un ex giocatore che fino al 2035 riceverà annualmente oltre un milione di dollari da una sua vecchia squadra, che nel 1999 glielo concesse un po’ troppo frettolosamente.

L’ex giocatore in questione si chiama Bobby Bonilla e si è ritirato da oltre vent’anni. Tra gli anni Ottanta e Novanta fu però uno dei migliori battitori del campionato. Con le sue prime stagioni tra Chicago e Pittsburgh si guadagnò uno dei contratti più ricchi di allora nello sport americano: a offriglierlo furono i New York Mets, che per averlo nel 1992 furono disposti a dargli 6 milioni di dollari all’anno per cinque stagioni.

I Mets però erano famosi anche allora per deludere spesso le aspettative, cosa peraltro resa più evidente e dolorosa dalla vicinanza con i rivali New York Yankees, i vincenti per eccellenza. E così dei cinque anni previsti inizialmente, Bonilla ne fece soltanto tre e mezzo prima di essere scambiato. Finì a Baltimora e poi a Miami, dove riuscì a vincere le World Series, le finali del campionato.

Da giocatore poco incline alla vita da atleta, la sua carriera in Major League durò meno di quindici anni, con molti alti e bassi. Qualche anno prima di smettere definitivamente, però, riuscì a firmare un altro contratto con i Mets per il 1999. A New York deluse ancora una volta e perse definitivamente il posto in squadra quando, durante una partita decisiva dei playoff, fu trovato a giocare a carte negli spogliatoi con un compagno di squadra.

I Mets vennero eliminati e Bonilla fu escluso dalla squadra, anche se da contratto doveva ancora ricevere quasi 6 milioni di dollari. Fu allora che con il suo agente propose alla dirigenza di rimodulare il pagamento sotto forma di compenso dilazionato tra il 2011 e il 2035 con l’8 per cento di interessi annuali calcolati sul totale. Bonilla si offrì di aspettare fino al 2011 per due motivi: perché riuscì a ottenere ancora due contratti ad Atlanta e St. Louis prima di ritirarsi definitivamente, e perché dal 2004 avrebbe iniziato a ricevere un altro pagamento dilazionato (una prassi nella Major League), questa volta dai Baltimore Orioles, pari a circa mezzo milione di dollari per venticinque anni.

All’epoca i Mets erano di proprietà del costruttore Fred Wilpon, coinvolto negli investimenti del finanziere newyorkese Bernie Madoff, inizialmente ritenuti molto fruttuosi per le persone a lui più vicine, ma successivamente parte di una delle più grandi truffe finanziarie mai realizzate negli Stati Uniti. Madoff fu arrestato nel 2008 e condannato a una pena complessiva di 150 anni di reclusione: è morto in carcere nel 2021.

Quando Bonilla offrì alla dirigenza il pagamento dilazionato, i Mets accettarono. Alcuni ritengono fossero certi che negli anni la crescita del franchising della Major League avrebbe superato ampiamente quel tasso di interesse, e così la dirigenza usò i soldi risparmiati sul momento per rinforzare la squadra nel breve periodo, arrivando a sfiorare la vittoria delle World Series nel 2000.

Altri giornalisti americani sostengono invece che fu Madoff a consigliare l’accordo alla proprietà, perché investendo anche solo una parte di quei soldi nel mercato azionario avrebbero potuto ricavare il 10 per cento all’anno, prima di arrivare al 2011 e iniziare a pagare il giocatore: in pratica in undici anni avrebbero raddoppiato i soldi che spettavano a Bonilla, abbastanza per ripagarlo e ricavarci sopra qualcosa per rinforzare la squadra nel frattempo.

A oltre vent’anni di distanza, i Mets aspettano ancora di vincere le World Series — che mancano dal 1986 — e di recente hanno cambiato proprietà, passando dalla gestione sempre meno ambiziosa della famiglia Wilpon — danneggiata notevolmente dal suo coinvolgimento nella truffa di Madoff — al finanziere Steve Cohen, altrettanto controverso (e a cui è ispirato il protagonista della serie televisiva Billions). Nonostante questo, i Mets sono ancora tenuti a versare annualmente la somma stabilita dall’accordo concesso dalla vecchia proprietà.

Bonilla oggi ha 59 anni e fino a quando ne avrà 72 si vedrà accreditati 1.193.248,20 dollari ogni primo luglio, giornata che nello sport americano è ormai nota come il “Bobby Bonilla Day”. Dai 6 milioni che avrebbe dovuto ricevere inizialmente dai Mets, con l’ultima rata è arrivato a 14.318.978,40 dollari e nei prossimi tredici anni riceverà altri 15 milioni. Per il Wall Street Journal può essere considerato «il peggior affare nella storia dello sport»; per la rivista Fortune è «una delle migliori decisioni finanziarie di tutti i tempi», quella del giocatore.

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