Una canzone di Seal

Che partì benissimo, poi si sedette comodo, ma esiste anche un tempo per sedersi comodi

(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
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La canzone nuova di Beyoncé sta andando molto forte: come avevamo detto, è “un pezzone house che suona pescato bel bello dagli anni Novanta”, e il New York Times ha infatti raccontato la storia della sua base campionata – un pezzo del 1993 già abbondantemente usato altrove – e dell’ondivago riconoscimento verso gli autori nei crediti della canzone di Beyoncé: prima citati, poi rimossi, poi reinseriti, misteriosamente.
Ieri sera Malika Ayane ha ” sguainato una gran voglia di leggerezza ” e pubblicato una canzonetta estiva allegra e assai anni Sessanta, da ballarci il twist.

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Seal

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C’è una cosa che ai miei occhi accomuna due cantanti che peraltro sarebbero piuttosto diversi, Seal e Lenny Kravitz : sono entrambi partiti con dei dischi molto originali, che mescolavano generi, e in cui loro e i loro modi contemporanei di essere “soul” si facevano molto notare; hanno avuto quindi improvvisi e meritati successi, è stata scoperta anche la loro coolness estetica e stilistica, sono stati adottati dalla moda che li ha coperti di soldi e di eleganza e di ragazze, e si sono ridimensionati a ottimi cantanti di canzonette piacevoli (adottati dalla moda più sul fronte ornamentale e di esibizione, ché poi le musiche da sfilata sono un’altra storia). Certo, ci sono declini peggiori, direte voi: hanno fatto entrambi davvero delle buone e piacevoli cosette (Kravitz di più ), ma chissà se fossero rimasti quelli del primo disco.

Seal va per i 60, è londinese di genitori africana e brasiliano: il suo primo disco del 1991, quello che aveva qualcosa di diverso, lo fece – pensa un po’ – con Trevor Horn e la ZTT, la casa discografica di cui abbiamo parlato altre volte per via degli Art of Noise, dei Frankie goes to Hollywood, dei Propaganda, sebbene il periodo migliore della ZTT stesse finendo. Andò fortissimo con un paio di singoli aggressivi e pieni delle solite idee di arrangiamenti e suoni di Horn: il pezzo che è rimasto di più è Crazy . Poi Seal fece altri dischi sempre con Horn, più di maniera, che andarono bene ma non così bene, divenne appunto un beniamino delle cose della moda, sposò una supermodel, aggiunse dischi abbastanza inutili con qualcosa di gradevole , molte cover, si separò dalla supermodel.

Tra le cover, malgrado tutto quello che ho detto finora, pesco la canzone di stasera, perché pure le canzonette poco creative ma piacevoli hanno dei momenti che le rendono necessarie, come certi martedì sera. Free era del 1976, nella sua versione originale di Deniece Williams, cantante la cui notorietà più perdurante fuori dagli Stati Uniti (dove è andata forte) si deve forse a un’altra canzoncina leggerina che era nella colonna sonora di Footloose . Seal ci mette qualcos’altro da cantante confidenziale , e tutto il retrò della cosa ha una qualche allegra ironia con cui tenere su una serata domestica (dopo ci potete appiccicare questa di Will Young).


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