Il Parlamento tedesco ha votato contro l’obbligo vaccinale per chi ha più di 60 anni

È stata la prima grossa sconfitta del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz dall'inizio del suo mandato

Scholz in Parlamento, 6 aprile 2022 (AP Photo/Markus Schreiber)
Scholz in Parlamento, 6 aprile 2022 (AP Photo/Markus Schreiber)

Giovedì il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha bocciato una proposta di legge sull’obbligo vaccinale per chi ha più di 60 anni, in quella che è stata definita la prima grande sconfitta del cancelliere Olaf Scholz dall’inizio del suo mandato. È stata una sconfitta anche per il suo ministro della Salute, Karl Lauterbach, che aveva sostenuto la legge. Prima del voto si riteneva che i numeri in Parlamento fossero in equilibrio, ma le forze politiche contrarie si sono rivelate in discreta maggioranza: dei 674 votanti, 378 hanno votato contro e solo 296 a favore (9 astenuti).

Anche se l’obbligo vaccinale non era stato proposto direttamente dal governo, Scholz si era speso molto per farlo approvare: aveva persino richiamato a Berlino la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, che si trovava a Bruxelles per un incontro della NATO. La decisione ha ricevuto critiche da parte dell’opposizione, in particolare dall’esperto parlamentare dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) Norbert Röttgen, il quale ha scritto su Twitter che «il voto sull’obbligo vaccinale è molto importante, ma la guerra in Europa è più importante ora».

Uno dei motivi per cui sono mancati i voti è che il governo aveva lasciato liberi i vari partiti della coalizione – Socialdemocratici, Verdi e liberali dell’FDP – di votare come volevano, e molti membri più anziani dell’FDP si sono rivelati contrari alla proposta di legge, perché considerata una violazione dei diritti civili. La CDU invece aveva imposto un indirizzo di voto ai propri parlamentari.

La Germania ha un tasso di popolazione vaccinata più basso degli altri grandi paesi europei: il 76 per cento è vaccinato con doppia dose, mentre solo il 58,9 per cento ha ricevuto anche la terza dose (in Italia l’ha ricevuta quasi il 66 per cento della popolazione).