La piattaforma di streaming per chi assegna gli Oscar

È diventata importante durante la pandemia, e forse sta cambiando qualcosa nei meccanismi che stanno dietro alle candidature

Prima che un film sia candidato all’Oscar, magari arrivando poi a vincere uno o più premi, c’è un lungo e complicato lavoro di promozione da fare per convincere – attraverso campagne che in passato sono costate anche diversi milioni di dollari –i membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (l’associazione che assegna gli Oscar) a scegliere e votare proprio quel film.

Fino a qualche anno fa, gran parte della promozione era fatta di persona, con esclusive proiezioni hollywoodiane riservate ai votanti. La pandemia, però, ha reso più difficili e meno attraenti queste proiezioni. Come ha scritto di recente Variety, «le proiezioni dal vivo sono praticamente sparite» e al loro posto si sta affermando l’Academy Screening Room: la piattaforma di streaming degli Oscar, riservata ai circa diecimila membri dell’Academy.

L’Academy Screening Room esiste dal 2015 ma solo negli ultimi anni ha preso davvero piede e trovato, secondo Variety, «un pubblico entusiasta». Peraltro, questo è il primo anno in cui l’Academy ha vietato la spedizione di DVD, CD o sceneggiature cartacee da parte di chi voleva promuovere un film, la sua colonna sonora o la sua sceneggiatura. Ora, tolte le sempre meno frequenti proiezioni di persona, si possono solo mandare link privati e riservati (i cosiddetti screener, che devono rispettare una serie di rigide regole) o scegliere di rendere disponibile un film sull’Academy Screening Room.

Oltre all’oggettiva comodità di rendere disponibili tanti film tutti nello stesso posto, peraltro su un’app che si dice essere efficacemente aggiornata e che ora è disponibile anche per dispositivi iOS, l’Academy Screening Room sembra avere avuto un ruolo rilevante nell’assecondare, e forse addirittura incentivare, una relativa internazionalizzazione degli Oscar. I cui segni si vedono nella vittoria di due anni fa di Parasite e nel fatto che quest’anno tra i film con almeno un paio di candidature ci siano lo spagnolo Madres paralelas (colonna sonora e Penélope Cruz come attrice protagonista), il giapponese Drive My Car (candidato a miglior film, miglior film internazionale, miglior sceneggiatura non originale e miglior regia) e il norvegese La persona peggiore del mondo (candidato per la sceneggiatura oltre che come miglior film internazionale).

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Sono film che difficilmente sarebbero riusciti a farsi conoscere e apprezzare soltanto organizzando proiezioni hollywoodiane e che, senza l’Academy Screening Room, avrebbero rischiato di essere poco conosciuti, e quindi non candidati. C’è poi il fatto che è l’Academy stessa a essere diventata più internazionale negli ultimi anni: ormai ha sempre più membri che vivono in giro per il mondo, non solo dalle parti di Los Angeles, e quest’anno a votare sono stati membri provenienti da oltre 80 paesi diversi.

Oltre che per i film stranieri, l’Academy Screening Room sembra essersi rivelata importante – secondo Variety addirittura «una manna» – anche per i film che spesso hanno ancora maggiori problemi a farsi conoscere e vedere, come i cortometraggi o i documentari (per non parlare dei cortometraggi documentari).

Nella Academy Screening Room c’è una categoria per i lungometraggi che puntano a essere candidati alla maggior parte delle categorie degli Oscar: si chiama “For your consideration” e perché il proprio film venga ammesso occorre pagare 12.500 dollari e rispettare alcune regole. Ci sono poi apposite categorie per vedere film d’animazione, documentari, cortometraggi, che invece non devono pagare per comparire sulla piattaforma. Nelle ultime settimane, quindi, un membro dell’Academy ha potuto mettersi sul divano una sera e passare un paio d’ore a guardare e valutare cortometraggi in vista degli Oscar, cosa che fino a qualche anno fa sarebbe stata più difficile, e che probabilmente facevano solo pochi membri davvero interessati.