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  • Mercoledì 2 marzo 2022

Cosa fu il massacro di Babyn Yar a Kiev

Bombardando la torre della tv di Kiev l'esercito russo ha danneggiato il memoriale di uno dei peggiori eccidi dell'Olocausto

Uno dei monumenti del memoriale del massacro di Babyn Yar a Kiev (AP Photo/ Efrem Lukatsky)
Uno dei monumenti del memoriale del massacro di Babyn Yar a Kiev (AP Photo/ Efrem Lukatsky)

Martedì pomeriggio, nel sesto giorno dell’invasione in Ucraina, l’esercito russo ha bombardato la torre della Kyiv TV, una televisione pubblica della capitale Kiev. Nell’attacco alla torre sono morte cinque persone e ne sono rimaste ferite altre, ed è stato parzialmente danneggiato anche il vicino sito di Babyn Yar (o Babi Yar), il memoriale della Shoah che ricorda il luogo in cui nel settembre del 1941 i nazisti uccisero più di 33mila persone ebree. Quello di Babyn Yar fu uno dei peggiori eccidi dell’Olocausto, superato soltanto da quello che avvenne poche settimane dopo a Odessa, sempre in Ucraina, e alla cosiddetta Operazione Erntefest, in Polonia nel 1943.

Sia secondo le autorità ucraine che per la comunità ebraica di Kiev, l’attacco al sito che commemora il massacro di Babyn Yar non è stato un caso. Lo considerano anzi un gesto altamente simbolico, soprattutto visto che secondo la propaganda russa l’operazione militare voluta dal presidente Vladimir Putin servirebbe per «denazificare» l’Ucraina, accusata di portare avanti un presunto «genocidio» nel Donbass, la regione dove si trovano i due territori di Donetsk e Luhansk, formalmente ucraini ma gestiti da separatisti filorussi.

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Babyn Yar era un grosso fossato lungo circa 150 metri, largo 30 e alto 15 che nei secoli era stato usato per vari scopi, per esempio per uso militare e come cimitero (“yar” vuol dire gola, burrone). Negli anni Quaranta del Novecento si trovava poco fuori dal centro di Kiev: dopo l’inizio dell’invasione dell’Unione Sovietica da parte dei nazisti, cominciata nel giugno del 1941, fu invece utilizzato per compiere uno dei peggiori eccidi compiuti durante la Seconda guerra mondiale, ricordato oggi da un memoriale che ospita diversi monumenti e installazioni.

Prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale l’Ucraina ospitava una delle comunità ebraiche più grandi d’Europa. Dopo l’arrivo dei nazisti migliaia di ebrei riuscirono a scappare, ma molti altri – tra cui anziani, donne, bambini e malati – dovettero rimanere. Nei mesi successivi all’invasione, decine di migliaia di loro furono massacrate dagli Einsatzgruppen, reparti militari composti da uomini delle SS, dell’esercito e della polizia nazista che si stima abbiano ucciso tra il 1941 e la fine della guerra centinaia di migliaia di persone, in larga parte ebree: secondo alcuni storici, oltre due milioni. Agirono tra la Polonia, l’Ungheria e i paesi dell’Unione Sovietica, compresa l’Ucraina. I massacri ucraini avvennero in varie città come Dubno, Bila Tserkva, Gurka Polonka e Kamenets-Podolsk, dove alla fine dell’agosto del 1941 furono massacrati più di 23mila ebrei. Il massacro di Babyn Yar fu compiuto poco più di un mese dopo.

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Il 26 settembre del 1941 le autorità naziste diedero l’ordine di sterminare gli ebrei di Kiev in risposta a una serie di esplosioni ordinate dalle forze di sicurezza sovietiche che avevano distrutto alcuni avamposti militari tedeschi. Tre giorni dopo, con la collaborazione della polizia ucraina, fecero radunare attorno alla gola di Babyn Yar migliaia di ebrei ignari, a cui venne detto di depositare i propri documenti, gli oggetti personali e gli indumenti in appositi cumuli.

Come raccontò lo storico Michael Berenbaum in un libro del 1997 dedicato alle memorie dell’Olocausto, gli ebrei venivano condotti all’interno della gola attraverso un percorso piuttosto stretto: una volta arrivati lì, venivano fatti sdraiare sulle pile di persone già uccise e venivano a loro volta fucilati. Un camionista che aveva assistito al massacro – identificato solo col nome di Hofer – aveva raccontato a Berenbaum che i nazisti non facevano distinzione tra uomini, donne e bambini, e questi ultimi venivano uccisi assieme alle loro madri. I suoni degli spari non si riuscivano a sentire al di fuori della gola di Babyn Yar, e per questo secondo Hofer le persone non capivano quello che succedeva all’interno.

Nel giro di due giorni, tra il 29 e il 30 settembre del 1941, a Babyn Yar furono massacrati più di 33.750 ebrei. Alla fine dell’operazione i loro cadaveri furono coperti con vari strati di terra e i loro averi ridistribuiti tra i soldati tedeschi.

Il parco in cui sorge il memoriale di Babyn Yar e la torre della Kyiv TV, prima del bombardamento di martedì (Google Maps)

Secondo il sito internet del memoriale, durante la Seconda guerra mondiale la gola continuò a essere utilizzata per uccidere anche persone che soffrivano di disturbi psichiatrici, prigionieri di guerra russi, persone di etnia rom e altri civili. Si stima che in totale durante l’occupazione nazista nel sito siano state uccise almeno 100mila persone. I nazisti tentarono per anni di insabbiare il massacro, ma dopo la fine della guerra vari comandanti delle SS che avevano ordinato l’eccidio furono arrestati e processati.

Una fotografia del massacro di Babyn Yar, nel 1941 (Hulton Archive/ Getty Images)

In base a quello che si vede in alcuni video verificati dal Washington Post, martedì la torre della Kyiv TV e l’area circostante sono state bombardate almeno due volte nel giro di pochi minuti. Il rabbino capo Moshe Reuven Azman, capo religioso degli ebrei in Ucraina, ha detto che tre missili russi hanno colpito anche alcune aree del memoriale, che occupa buona parte di un parco nella zona nord-ovest di Kiev ed era stato inaugurato lo scorso ottobre.

Dopo l’attacco di martedì pomeriggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di aver colpito di proposito il memoriale di Babyn Yar in un post su Twitter, sostenendo che la storia si stesse ripetendo. Lo stesso ha fatto il rabbino Azman, che in un comunicato diffuso su Facebook ha parlato di crimini di guerra da parte dell’esercito russo, che «nel 1941 combatté contro i fascisti e adesso bombarda i civili di Kiev, Kharkiv e Odessa».

Prima ancora dell’attacco Paul Shapiro, direttore degli affari internazionali del Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti, aveva detto al Washington Post che il presunto obiettivo di «denazificare» l’Ucraina era «un attacco alla memoria» delle persone che erano effettivamente state vittime di un «genocidio reale», quello degli ebrei da parte dei nazisti. Secondo l’organizzazione che gestisce il memoriale di Babyn Yar, «è emblematico» che Putin voglia attaccare Kiev bombardando «il sito del più grande dei massacri nazisti». In un comunicato, un portavoce del memoriale ha osservato che Putin «cerca di distorcere e manipolare l’Olocausto per giustificare l’invasione illegale di un paese sovrano e democratico» con un gesto «del tutto ripugnante».

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