Le proteste contro l’invasione dell’Ucraina in Russia
Si sono tenute in decine di città e sono state represse duramente dalla polizia, che ha arrestato più di 1.700 persone
Giovedì la notizia dell’invasione russa dell’Ucraina è stata accolta con numerose proteste e manifestazioni contro la guerra in tutte le principali città europee e anche in altre parti del mondo, tra cui Stati Uniti e Australia. Nonostante negli ultimi anni il presidente russo Vladimir Putin abbia cercato di reprimere il dissenso nel paese, ci sono state numerose proteste anche in decine di città russe, tra cui Mosca e San Pietroburgo, le due più popolose. Come era prevedibile, anche in questo caso le manifestazioni sono state represse duramente dalle forze dell’ordine: secondo le prime informazioni, giovedì sono state arrestate più di 1.700 persone, e si teme che molte altre saranno arrestate nei prossimi giorni.
Sebbene la gran parte degli osservatori riconosca che Putin sia stato in grado di risollevare l’economia della Russia e stabilizzare la situazione del paese rispetto al periodo seguente alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, molti in Russia criticano il suo atteggiamento aggressivo e nazionalista. Giovedì, mentre era in corso l’invasione, migliaia di attiviste e attivisti russi si sono radunate per protestare contro l’operazione, che il presidente aveva detto di essere stato costretto a lanciare per «demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina», ritenendo che il paese «non abbia mai avuto una tradizione stabile come nazione a sé stante» e sia parte della Russia.
Secondo OVD-info, un gruppo di cittadini che sta seguendo le manifestazioni in Russia, ci sono state proteste e manifestazioni in 53 città russe, da quelle più grosse e conosciute a quelle più piccole o remote, come Togliatti, a sud-ovest, Novosibirsk, nella Russia centrale, o a Khabarovsk, nell’estremo oriente del paese. Se nelle città più piccole le proteste hanno coinvolto gruppi sparuti di persone, sia nella capitale Mosca che a San Pietroburgo i partecipanti sono stati diverse centinaia. La polizia però è intervenuta per far disperdere anche i gruppi più piccoli.
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Giovedì sui social network si sono visti video di persone che venivano arrestate pochi secondi dopo aver gridato qualche slogan contro l’invasione, sventolato bandiere dell’Ucraina oppure esposto striscioni e cartelli, come quelli con scritto “Нет войны”, che in cirillico significa “no alla guerra”.
https://twitter.com/Andrew__Roth/status/1496877916797345792?s=20&t=1iNTpwYMVztbfTJjQpV2Jw
Secondo OVD-info, le persone arrestate durante le proteste in Russia di giovedì sono almeno 1.728, la maggior parte delle quali a Mosca e San Pietroburgo. Marina Litvinovich, una nota attivista che in mattinata aveva incitato la gente di Mosca a partecipare a una “marcia” contro la guerra con un video condiviso sui social network, è stata arrestata poco dopo fuori casa.
Nella capitale, dove alle proteste hanno partecipato circa mille persone, si sono visti video di decine di agenti e poliziotti in tenuta antisommossa che presidiavano le strade e portavano via i manifestanti che protestavano contro la guerra. Alcuni giornalisti internazionali hanno detto di aver rischiato di essere arrestati a loro volta e di essere riusciti a cavarsela solo sventolando il proprio tesserino.
WATCH: Anti-war protesters in downtown Moscow are quickly detained by police pic.twitter.com/Qjf7epY4Mj
— BNO News (@BNONews) February 24, 2022
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