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  • Martedì 22 febbraio 2022

L’Unione Europea ha annunciato sanzioni mirate alla Russia

Sono dirette ad aziende, banche e politici che hanno «contribuito a destabilizzare» la situazione in Ucraina

AP Photo/Francois Mori
AP Photo/Francois Mori

L’Unione Europea ha annunciato che imporrà un «pacchetto di sanzioni» economiche mirate alla Russia, in risposta all’ingresso delle truppe russe nel Donbass, in Ucraina. La decisione è arrivata dopo un incontro straordinario tra i ministri degli Esteri europei. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri Josep Borrell ha specificato che il presidente russo Vladimir Putin non è tra i soggetti sanzionati, mentre il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato che l’incontro previsto per venerdì con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov non si terrà.

Secondo Borrell, le sanzioni riguardano soggetti che hanno contribuito a danneggiare la «sovranità e l’integrità» dell’Ucraina, e che operano in vari settori, dall’economia all’informazione. Borrell ha aggiunto che riceveranno sanzioni anche i 351 membri della Duma – la camera bassa del parlamento federale russo – che hanno votato a favore del riconoscimento delle repubbliche autoproclamate del Donbass, quelle di Donetsk e Luhansk.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che quello approvato è un «solido pacchetto» di sanzioni che contiene «misure calibrate» nei confronti di «individui» e aziende coinvolte nelle azioni militari nelle repubbliche autoproclamate. Le sanzioni interessano anche le banche che sostengono economicamente gli apparati militari russi, e che hanno «contribuito a destabilizzare l’Ucraina».

Infine, ha concluso Von der Leyen, l’Unione Europea vuole limitare alla Russia la possibilità di ottenere capitali finanziari sui mercati europei. «Faremo tutto il possibile per impedire al Cremlino di continuare con le sue aggressioni».

Le sanzioni europee erano state annunciate già lunedì sera, poco dopo l’inattesa operazione militare ordinata da Putin nelle due repubbliche autoproclamate del Donbass, quelle di Donetsk e Luhansk, che sulla carta fanno parte dell’Ucraina ma dal 2014 sono occupate da separatisti filorussi appoggiati dalla Russia. L’operazione militare era arrivata dopo che Putin aveva riconosciuto ufficialmente le due repubbliche autoproclamate come entità indipendenti, in violazione plateale dell’accordo di pace di Minsk del 2015 fra Russia e Ucraina (in realtà mai rispettato dalla Russia).

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