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  • Lunedì 21 febbraio 2022

L’esercito russo entrerà nell’Ucraina orientale

Lo ha ordinato Putin, usando come pretesto una missione di “peacekeeping” in favore dei territori separatisti che ha appena riconosciuto

(Russian Defense Ministry Press Service via AP)
(Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una missione militare nelle due repubbliche autoproclamate del Donbass, quella di Donetsk e Luhansk, che sulla carta fanno parte dell’Ucraina ma dal 2014 sono occupate da separatisti filorussi. Lunedì sera le due repubbliche erano state ufficialmente riconosciute dal governo russo come entità indipendenti, uno sviluppo inatteso arrivato comunque dopo settimane di tensioni fra Russia e Occidente.

Nel decreto, Putin parla della necessità di impiegare l’esercito russo in una missione di peacekeeping. Ormai da giorni i separatisti avevano ricominciato ad attaccare con forza le postazioni ucraine, e cercato di spacciare la reazione ucraina per una minaccia alla loro sicurezza. I separatisti filorussi stavano anche costringendo migliaia di persone che abitano nel Donbass ad andarsene in Russia. Gli analisti occidentali ritenevano da tempo che la Russia e i separatisti filorussi avrebbero cercato di inventarsi una minaccia da parte dell’esercito ucraino per giustificare un intervento russo: e così è avvenuto.

Non è chiaro se l’operazione militare inizierà nelle prossime ore o sia già iniziata. Sui social network circolano alcuni video, non verificati in maniera indipendente, che sembrano mostrare l’arrivo di mezzi militari russi nelle repubbliche autoproclamate del Donbass.

Anche se sulla carta le due regioni di Donetsk e Luhansk sono gestite da leader ucraini, la Russia esercita da tempo su di loro un forte controllo. Chi vive nelle due repubbliche autoproclamate è invitato a richiedere la cittadinanza russa e abbandonare quella ucraina e può votare alle elezioni russe pur non avendo la cittadinanza vera e propria. Come moneta non si usa la grivnia ucraina, ma il rublo, e la lingua ucraina è bandita, così come la celebrazione delle feste ucraine.

Finora però la Russia non aveva mai riconosciuto ufficialmente le due repubbliche come entità ufficiali: una decisione del genere viola platealmente gli accordi di pace di Minsk del 2015 fra Russia e Ucraina (che comunque non sono mai stati rispettati dalla Russia).

Al momento non è ancora chiaro fin dove si spingeranno le truppe russe: se cioè rispetteranno il confine informale fra i territori controllati dal governo ucraino e quelli delle due repubbliche autoproclamate (che non occupano per intero i distretti di Donetsk e Luhansk), o se si spingeranno più avanti. Non sappiamo nemmeno se questo ulteriore sviluppo convincerà i paesi occidentali a cambiare i propri piani: dopo l’annuncio del riconoscimento delle due repubbliche gli Stati Uniti e l’Unione Europea avevano annunciato alcune sanzioni di lieve entità.

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