• Sport
  • Lunedì 10 gennaio 2022

Un tribunale australiano ha dato ragione a Novak Djokovic

Si è espresso contro la decisione del governo di negare al tennista serbo il visto per entrare in Australia

(Clive Brunskill/Getty Images)
(Clive Brunskill/Getty Images)

Un tribunale di Melbourne, in Australia, ha annullato la precedente decisione del governo australiano di negare il visto di ingresso nel paese al tennista serbo Novak Djokovic, che quindi ora potrà riavere il passaporto e uscire dall’albergo in cui si trova bloccato da giorni. Il tribunale ha dato quindi torto al governo, che aveva contestato l’esenzione medica dal vaccino contro il coronavirus presentata da Djokovic e richiesta dalla legge australiana ai non vaccinati per entrare nel paese.

Djokovic è in Australia per partecipare agli Australian Open, uno dei quattro tornei di tennis più importanti al mondo che inizierà il 17 gennaio.

Dopo la decisione del tribunale, un consulente legale del governo australiano ha fatto sapere comunque che il ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, potrebbe intervenire personalmente e decidere di cancellare nuovamente il visto del tennista. Poche ore dopo la decisione del giudice, Djokovic ha pubblicato un post su Twitter in cui ha detto di essere contento della sentenza e che, nonostante quello che è successo, vuole rimanere in Australia per partecipare agli Australian Open.

Djokovic, che è noto per avere posizioni scettiche nei confronti dei vaccini, era arrivato all’aeroporto di Melbourne alla mezzanotte di mercoledì 5 gennaio, ma era stato fermato e interrogato a lungo dalla polizia di frontiera per problemi legati al suo visto. Se n’era lamentato persino il primo ministro australiano Scott Morrison, che aveva detto che Djokovic avrebbe dovuto rispettare le regole per l’ingresso nel paese come tutti, aggiungendo che in caso contrario lo avrebbe fatto salire «sul primo volo diretto verso casa». Poche ore dopo il governo aveva deciso di negargli il visto.

Djokovic aveva presentato ricorso e nel frattempo era stato fatto alloggiare in una struttura in cui il governo australiano ospita e tiene in isolamento le persone che fanno ricorso contro la loro espulsione dal paese. Inizialmente non si sapeva il motivo per cui Djokovic era stato esentato dal vaccino contro il coronavirus, ma sabato i suoi avvocati avevano detto che l’esenzione sarebbe stata motivata dalla positività al coronavirus nei sei mesi precedenti al torneo, come previsto dalla federazione tennistica australiana.

La spiegazione degli avvocati di Djokovic aveva comunque lasciato dei punti in sospeso da chiarire, a partire dalla scadenza prevista per le richieste di esenzione: il termine fissato dalla federazione australiana per presentare richiesta era il 10 dicembre, mentre Djokovic sarebbe risultato positivo a un test effettuato sei giorni dopo, il 16 dicembre. In quei giorni, inoltre, Djokovic avrebbe preso parte a eventi pubblici in Serbia.