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  • Venerdì 7 gennaio 2022

Perché giovedì sera il Napoli ha giocato con tre calciatori in quarantena

C'entra una discrepanza fra le norme approvate dal governo e la giustizia sportiva: le cose potrebbero cambiare fra qualche giorno

(Marco Alpozzi/LaPresse)
(Marco Alpozzi/LaPresse)

L’ultima giornata di Serie A di calcio, la prima del girone di ritorno, è stata resa piuttosto caotica dai numerosi casi di calciatori positivi al coronavirus, che hanno spinto diverse Asl locali a imporre quarantene a singoli giocatori o squadre intere. Il caso più eclatante ha riguardato di nuovo una partita in programma fra Juventus e Napoli, come già era accaduto un anno e mezzo fa. Giovedì pomeriggio una delle Asl di Napoli ha imposto la quarantena per tre giocatori della squadra, che però hanno preso parte regolarmente alla partita dopo una decisione presa dalla dirigenza. La gara è finita 1-1.

Nel suo rituale commento su Twitter dopo la partita, il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis non ha commentato la decisione presa dal Napoli, ma diversi giornali hanno ricostruito cos’era successo e perché il Napoli avesse deciso di schierare lo stesso i tre giocatori – Piotr Zielinski, Stanislav Lobotka e Amir Rrahmani – nonostante l’indicazione dell’Asl.

Nei giorni scorsi Zielinski, Lobotka e Rrahmani avevano avuto un contatto stretto con una persona positiva, secondo i giornali un loro compagno di squadra. Tutti e tre hanno completato il ciclo vaccinale ma non hanno ancora fatto la terza dose, non è chiaro perché: si parla del fatto che non siano ancora passati cinque mesi dalla somministrazione della seconda. Secondo le attuali restrizioni contro il coronavirus, approvate a fine dicembre, le persone nelle loro condizioni devono fare una quarantena di cinque giorni, da cui possono uscire con un tampone rapido o molecolare negativo dal quinto giorno dopo l’ultimo contatto con la persona positiva.

– Leggi anche: La confusa ripartenza della Serie A

Il Napoli però ha deciso lo stesso di farli giocare perché sostiene di aver rispettato il protocollo approvato dalla FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) nella scorsa stagione e ancora in vigore, dato che è stato aggiornato solo in parte a inizio dicembre. L’interpretazione del club è che poiché il protocollo non prevede nessuna norma per chi ha completato il ciclo vaccinale ma non ha ancora fatto la terza dose, per il momento ci si attiene alle stesse regole che valgono per i non vaccinati.

Il protocollo, spiega Sky Sport, permette ai non vaccinati di «potersi spostare dalla propria abitazione al lavoro, a patto di presentare un tampone negativo effettuato entro le 48 ore antecedenti l’esercizio lavorativo». Rrahmani, Zielinski e Lobotka sono risultati negativi al tampone sia appena prima di partire per Torino sia il giorno stesso della partita: per questo il Napoli li ha fatti giocare, sentendosi tutelato dal punto di vista della giustizia sportiva. La Gazzetta dello Sport fa notare inoltre che nessuno dei tre ha dato interviste prima o dopo la partita, proprio per evitare di violare il protocollo della FIGC.

Secondo Calciomercato.com, la conseguenza più probabile è quella di una multa individuale per i tre calciatori: la sanzione amministrativa per i contatti stretti che non rispettano la quarantena va dai 400 ai 1.000 euro.

Non è chiaro quanti calciatori potrebbero ritrovarsi nelle stesse condizioni di Rrahmani, Zielinski e Lobotka: per mercoledì 12 gennaio è previsto un incontro della Conferenza Stato-Regioni a cui parteciperanno anche i capi della FIGC e del CONI, nel tentativo di armonizzare le ultime decisioni del governo con i protocolli per far disputare le stagioni sportive.