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  • Giovedì 6 gennaio 2022

La confusa ripartenza della Serie A

Il campionato sarebbe dovuto ripartire giovedì: quattro partite non si giocheranno per via dei molti positivi, e non verranno nemmeno rinviate

(Francesco Pecoraro/Getty Images)
(Francesco Pecoraro/Getty Images)

La Serie A sarebbe dovuta riprendere oggi con la prima giornata del girone di ritorno, ma a causa del crescente numero di contagi in tutto il paese, e quindi anche fra le squadre, quattro partite non si potranno giocare. Non si esclude inoltre che nelle prossime ore ne vengano sospese altre fra quelle rimaste in programma.

Le partite che non si giocheranno sono Atalanta-Torino (8 positivi nel Torino), Salernitana-Venezia (11 positivi nella Salernitana), Fiorentina-Udinese (9 positivi nell’Udinese) e Bologna-Inter (8 positivi nel Bologna). Ufficialmente però la Lega Serie A non le ha rinviate, a causa dell’ormai noto conflitto fra regolamenti sportivi e disposizioni delle autorità sanitarie in caso di contagi nelle squadre.

Fino alla passata stagione la Serie A consentiva il rinvio di una partita solo se una squadra rimaneva con meno di 13 giocatori o con dieci o più positivi nel corso della settimana precedente all’impegno. Per questa stagione la Serie A non ha confermato il protocollo, giustificando la decisione con il calo dei contagi, l’avviamento dei cicli vaccinali e infine le misure previste dal governo, che in caso di contatti con positivi ora prevedono cinque giorni di quarantena per chi ha il ciclo vaccinale primario e autosorveglianza per chi ha ricevuto la terza dose.

Nelle ultime settimane, però, l’aumento dei contagi ha reso evidente il bisogno di un nuovo protocollo. Il consiglio della Lega Serie A ha agito in questo senso soltanto ieri, mercoledì 5 gennaio, e oggi, a pochi minuti dalle gare, lo ha approvato reintroducendo la regola dei 13 giocatori richiesti per poter disputare una partita.

La questione però non si conclude con il nuovo protocollo, dato che rimarrà il problema principale, ovvero il conflitto con gli interventi delle autorità sanitarie, che spesso prendono decisioni in contrasto con la volontà della Lega.

Le partite che non si giocheranno oggi, infatti, non sono state rinviate dalla Lega — secondo cui il campionato deve continuare come da regolamento — ma dai provvedimenti delle autorità sanitarie locali, che a causa dei focolai riscontrati nelle squadre hanno messo preventivamente in quarantena o in autosorveglianza per cinque giorni Torino, Udinese, Salernitana e Bologna (che quindi non potranno giocare nemmeno nel prossimo fine settimana). Queste squadre non potranno presentarsi in campo, ma nei rispettivi stadi tutto procederà come se la partita si dovesse giocare, come già accaduto l’anno scorso. I club non sottoposti a restrizioni aspetteranno per un tempo gli avversari, che non si presenteranno, finché gli ufficiali di gara dichiareranno la partita non disputata.

La diretta di Bologna-Inter su Dazn (Dazn)

Neanche a quel punto però la Lega rinvierà l’incontro, perché per il suo regolamento non ci sono i presupposti per farlo e anzi, in questi casi prevede il 3-0 a tavolino contro la squadra che non si è presentata. Il rinvio verrà disposto soltanto dal giudice sportivo, come successo la prima volta per Juventus-Napoli della passata stagione. D’ora in avanti però la Lega ha annunciato che ricorrerà al Tar contro i provvedimenti presi dalle Asl.

Juventus-Napoli è proprio una delle partite che oggi dovrebbe giocarsi comunque, nonostante i sette contagi riscontrati nel gruppo squadra del Napoli. In questo caso l’Asl locale, pur avendo riscontrato il numero di contagi, non ha disposto la quarantena per il gruppo, e quindi il Napoli è potuto partire per Torino.

Le altre partite che oggi si dovrebbero giocare sono Sampdoria-Cagliari, Lazio-Empoli, Spezia-Verona, Sassuolo-Genoa e Milan-Roma. Spezia-Verona è rimasta in dubbio fino a ieri sera in attesa di provvedimenti da parte dell’Asl di Verona dopo le dieci positività riscontrate nella squadra veneta, che però è potuta partire per La Spezia. Mercoledì sera, inoltre, anche il Milan ha comunicato di avere tre giocatori positivi, che quindi salteranno la partita prevista stasera.

Con le ultime misure adottate dal governo, le partite si giocheranno in stadi con capienza ridotta al 50 per cento dei loro posti. Agli spettatori sarà richiesto il green pass “rafforzato” e di indossare una mascherina FFP2. Dal 10 gennaio, inoltre, ai calciatori non basterà più un tampone negativo per giocare: dovranno essere vaccinati o guariti nei precedenti sei mesi. Secondo le stime che circolano in questi giorni, il 98 per cento dei calciatori di Serie A sarebbe vaccinato.