Guida ai ballottaggi delle elezioni amministrative

Bisognerà tenere d'occhio Roma, Torino e Trieste, oltre agli altri capoluoghi: un piccolo atlante per orientarsi

Un seggio di Roma, 4 ottobre 2021 (Cecilia Fabiano/ LaPresse)
Un seggio di Roma, 4 ottobre 2021 (Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Domenica 17 e lunedì 18 ottobre ci saranno i ballottaggi delle elezioni amministrative in quei comuni con più di 15mila abitanti in cui due settimane fa, al primo turno, nessuno dei candidati aveva ottenuto la maggioranza assoluta. Il voto è particolarmente atteso nei tre capoluoghi di regione andati al ballottaggio, cioè Roma, Torino e Trieste. Si vota anche in sette capoluoghi di provincia: Cosenza, Benevento, Caserta, Isernia, Latina, Savona e Varese.

Roma
Il ballottaggio sarà tra il candidato del centrodestra, l’avvocato Enrico Michetti (conosciuto in città principalmente come controverso opinionista radiofonico) e quello del centrosinistra, l’ex ministro e parlamentare europeo Roberto Gualtieri. Al primo turno avevano raccolto rispettivamente il 30 e il 27 per cento circa, e entrambi sperano ora di ottenere una parte dei voti dei candidati esclusi, quelli della sindaca uscente Virginia Raggi, del Movimento 5 Stelle, e quelli di Carlo Calenda, di Azione. Sia Calenda sia Raggi hanno ottenuto intorno al 19 per cento, al primo turno.

Non è facile prevedere come si comporteranno le persone che hanno votato Raggi e Calenda. Gli elettorati dei due candidati sono piuttosto eterogenei politicamente, ma diversi analisti avevano previsto che, contro Michetti, tutti e tre i suoi principali avversari avrebbero avuto buone possibilità di vincere al ballottaggio.

Raggi, dopo aver incontrato sia Michetti che Gualtieri, ha detto che non darà alcuna indicazione di voto e che, comunque andranno le cose, lei andrà all’opposizione. Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle, ha invece dichiarato che voterà Gualtieri, così come Carlo Calenda, precisando però che la sua non è un’indicazione di voto. Gualtieri ha ottenuto il sostegno anche di +Europa.

Un momento del confronto tv tra il candidato sindaco di Roma per il centrosinistra, Roberto Gualtieri, e il candidato sindaco per il centrodestra, Enrico Michetti, ospiti della trasmissione di RaiUno “Porta a Porta”. Roma, 13 ottobre 2021 (ANSA/CLAUDIO PERI)

Michetti – che in caso di vittoria ha proposto l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso come commissario per i rifiuti e per l’organizzazione del Giubileo del 2025, e mezzi pubblici gratuiti per studenti, over 65, forze dell’ordine e militari – ha chiuso la campagna elettorale con tutti i leader del centrodestra, a differenza di quanto accaduto al primo turno quando ogni partito aveva fatto per sé. A dimostrazione di un’unità finora un po’ tiepida, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia solo di recente hanno sottoscritto un documento chiamato “Il Patto per Roma” che prevede l’impegno di tutti a dare maggiori poteri al sindaco.

Nella breve campagna elettorale per i ballottaggi, gli argomenti principali sono stati i rifiuti, di nuovo, la sicurezza, la gestione dei fondi del Recovery Fund, ma anche gli scontri e gli attacchi avvenuti a Roma sabato scorso guidati da Forza Nuova, le posizioni antisemite espresse in passato da Michetti e le posizioni neofasciste di alcuni suoi candidati.

Gualtieri, commentando la dichiarazioni di Michetti che qualche giorno prima si era vantato di non essere mai stato a Bruxelles, lo ha definito un candidato della «destra estrema».

Torino
Stefano Lo Russo del centrosinistra e Paolo Damilano del centrodestra saranno i due candidati sindaci al ballottaggio di Torino. A differenza di quanto dicevano i sondaggi, al primo turno era arrivato primo Lo Russo con il 43,9 per cento dei voti, superando di cinque punti Damilano che aveva preso il 38,9 per cento. Il risultato del ballottaggio rimane comunque piuttosto aperto.

– Leggi anche: Torino si prepara al ballottaggio

Lo Russo, che aveva vinto le primarie poco partecipate del centrosinistra in città, ha 45 anni, insegna Geologia al Politecnico ed era stato eletto per la prima volta in Consiglio comunale nel 2006 nella lista dell’Ulivo. Damilano, il candidato del centrodestra fortemente voluto da Giancarlo Giorgetti della Lega, ha 56 anni, è un imprenditore del settore vinicolo, dell’acqua minerale e della ristorazione, e per alcuni anni è stato presidente del Museo Nazionale del Cinema.

Uno dei temi di cui si è parlato durante la campagna elettorale dei ballottaggi è stato quello dell’affluenza, la più bassa nella storia recente delle elezioni per il sindaco in città: ha votato il 47,7 per cento degli e delle aventi diritto, contro il 56,6 per cento delle precedenti amministrative e il 71,4 per cento delle politiche del 2018.

Valentina Sganga, la candidata del M5S, partito che con Chiara Appendino governava la città dal 2016, si era fermata al 9 per cento. In vista del secondo turno, il Movimento 5 Stelle non ha dato alcuna indicazione ufficiale di voto, ma diversi esponenti del PD, compreso il segretario del partito Enrico Letta, negli ultimi giorni hanno invitato gli elettori del M5S a scegliere Lo Russo, il quale potrebbe raccogliere anche i voti degli altri candidati minori di sinistra, come quelli di Europa Verde.

I candidati sindaco di Torino, Stefano Lo Russo (centrosinistra) e Paolo Damilano (centrodestra) durante un confronto organizzato dal quotidiano La Stampa alla Nuvola Lavazza, Torino, 13 ottobre 2021 (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Per Damilano arriveranno in città Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, i due partiti che negli ultimi anni hanno aumentato di più il loro consenso in alcune aree periferiche della città.

Trieste
Trieste è, insieme a Roma, l’unico capoluogo di regione di queste amministrative in cui il centrodestra è arrivato primo. Si andrà al ballottaggio tra il sindaco uscente Roberto Dipiazza, sostenuto da tutti i partiti di centrodestra che ha preso quasi il 47 per cento dei voti al primo turno, e Francesco Russo del Partito Democratico, candidato del centrosinistra che si è fermato al 31,6.

Dipiazza è un ex consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, e prima di essere eletto nel 2016 era già stato sindaco di Trieste per due volte, dal 2001 al 2011: si è presentato per ottenere quello che per lui sarebbe il quarto mandato. Francesco Russo, ex senatore del PD, è vicepresidente del consiglio regionale ed è considerato molto vicino al segretario del suo partito Enrico Letta.

In vista del ballottaggio saranno importanti i voti di “Adesso Trieste” del candidato civico di sinistra Riccardo Laterza, che ha ottenuto una percentuale di poco inferiore al 9. Dopo il primo turno la lista ha tenuta un’assemblea e ha pubblicato un comunicato in cui dice di essere e di voler restare «radicalmente alternativa» alla giunta Dipiazza, sostenuta anche da Fratelli d’Italia che ha tra l’altro candidato nelle sue liste, dice Laterza, «anche persone dichiaratamente fasciste». Dicendo di ripudiare fascismo, razzismo e sessismo, la lista ha deciso di dare un’indicazione di voto per Francesco Russo. Non si parla comunque di un apparentamento tecnico né di un’entrata nell’eventuale futura maggioranza.

Nel Movimento 5 Stelle – la cui candidata al primo turno ha ottenuto il 3,4 circa – la situazione in vista del ballottaggio non è ancora chiara: il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, triestino, ha dichiarato di non avere dubbi sul votare Russo, ma la cosiddetta base del partito ha tenuto un’assemblea e ha deciso che «pur criticando fermamente l’operato a tratti arrogante e antidemocratico di questa giunta» non darà indicazioni di voto.

Se Russo ottenesse anche i voti che al primo turno sono andati ai Verdi (1,7 per cento), che hanno dato esplicite indicazioni per sostenerlo, sommando quelli di Adesso Trieste e quelli del Movimento 5 Stelle (3,4 per cento) il centrosinistra arriverebbe circa al 45 per cento: il risultato finale sarà probabilmente molto in bilico.

Cosenza
Andranno al ballottaggio il candidato del centrodestra Francesco Caruso, attuale vicesindaco che al primo turno ha ottenuto il 37,4, e il candidato del centrosinistra, che si chiama Franz Caruso e si è fermato al 23,7. Al terzo e al quarto posto sono arrivati, rispettivamente con il 13,8 e il 12,6 per cento, Francesco De Cicco, assessore comunale uscente, e Biancamaria Rende, del M5S.

Francesco Caruso, candidato del centrodestra (ANSA)

Rende ha dichiarato di voler sostenere il centrosinistra al secondo turno, mentre De Cicco, che si colloca nell’area del centrodestra ma si è candidato in polemica nei confronti dell’amministrazione di cui faceva parte, non ha ancora espresso un’indicazione. In una recente diretta Facebook ha detto di essere consapevole di essere «l’ago della bilancia», di aver incontrato due volte entrambe le coalizioni, ma di non aver ancora deciso nulla. I giornali locali dicono che De Cicco è in trattativa con entrambi i candidati per ottenere un ruolo più significativo di quello da consigliere che gli spetterebbe visti i risultati del primo turno. Lui stesso ha dichiarato: «Le deleghe che chiederò per lavorare e migliorare la città sono quelle del centro storico, della manutenzione, delle cooperative e del welfare. Se nessuno dei candidati asseconderà queste mie condizioni mi manterrò neutrale e farò la mia battaglia di opposizione costruttiva».

Benevento
Il sindaco uscente ed ex ministro Clemente Mastella – sostenuto da molte liste civiche e un pezzo di Forza Italia – non è stato eletto per pochissimi voti: al primo turno ha ottenuto il 49,3 per cento e andrà al ballottaggio con l’avvocato Luigi Diego Perifano del centrosinistra, che ha raccolto il 32,4 per cento.

Il risultato finale potrebbe comunque riservare delle sorprese. Il candidato arrivato terzo con circa il 13,2 per cento, Angelo Moretti, ha trovato un accordo per sostenere il centrosinistra, mentre la candidata sostenuta da Fratelli d’Italia, Rosa De Stasio, che ha ottenuto il 5 per cento circa, ha pubblicato una nota in cui ha espresso in maniera chiara il suo auspicio circa l’esito del ballottaggio: che non vinca Mastella.

Caserta
Andranno al ballottaggio Carlo Marino del centrosinistra, sindaco uscente che ha ottenuto circa il 32 per cento dei voti, e Gianpiero Zinzi, avvocato, capogruppo della Lega in consiglio regionale e candidato dal centrodestra. Zinzi si è fermato a poco meno del 28 per cento dei voti.

A Caserta il M5S aveva deciso di non presentare una sua lista, mentre l’indipendente Pio Del Gaudio, già sindaco dal 2011 al 2015, ha ottenuto il 14,8 per cento: i suoi voti saranno dunque decisivi in vista del secondo turno. Lui però ha annunciato la scelta di non schierarsi apertamente con nessuno dei candidati che andranno al ballottaggio.

Isernia
Gabriele Melogli, appoggiato da Forza Italia, UDC e Lega, ma non da Fratelli d’Italia, andrà al ballottaggio con Piero Castrataro del centrosinistra: al primo turno Melogli ha superato Castrataro di meno di 300 voti.

Al terzo posto è arrivato con il 15 per cento circa dei voti Cosmo Tedeschi, appoggiato da Fratelli d’Italia. I voti di Tedeschi saranno dunque decisivi per il ballottaggio: Tedeschi ha dichiarato di non aver concluso alcun apparentamento o accordo politico con Melogli, anche perché prima del voto il centrodestra locale aveva avuto diversi contrasti interni, ma presumibilmente i suoi voti andranno in larga parte proprio a Melogli.

Latina
Il sindaco uscente Damiano Coletta, il primo della città a non essere espresso dal centrodestra, si era ricandidato con il sostegno del Partito Democratico e ha preso il 35,6 per cento dei voti circa. Il candidato di destra e centrodestra Vincenzo Zaccheo, ex sindaco a sua volta, ex attivista del Movimento Sociale Italiano e poi deputato di Alleanza Nazionale, ha sfiorato la vittoria al primo turno senza però riuscirsi. Zaccheo ha ottenuto il 48,3 per cento.

In vista del ballottaggio il candidato al primo turno Antonio Bottoni, sostenuto da tre liste tra cui quella della neofascista Fiamma Tricolore, sosterrà Zaccheo portando il suo 3,3 per cento, che sarebbe sufficiente a garantirgli la vittoria. Il Movimento 5 Stelle – il cui candidato al primo turno Gianluca Bono ha preso il 3,3 per cento circa – ha formalizzato invece una dichiarazione di apparentamento con Coletta, la cui riconferma sembra però complicata.

Varese
Davide Galimberti, sindaco uscente che nel 2016 era stato il primo non leghista a vincere in città e che era sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, ha preso il 48 per cento al primo turno e andrà al ballottaggio con Matteo Bianchi, ex sindaco di Morazzone, un paese della provincia, sostenuto dal centrodestra (ha preso il 44,89 per cento).

Davide Galimberti (ANSA)

Tutti gli altri candidati avevano preso percentuali molto basse. Giuseppe Pitarresi, il candidato di Sinistra Alternativa Varese che aveva ottenuto meno dell’1 per cento, ha annunciato che non appoggerà il candidato del centrodestra. I candidati civici Daniele Zanzi e Francesco Tomasella di Varese Libera, che avevano ottenuto rispettivamente il 2,7 e meno dell’1 per cento, hanno annunciato che non daranno indicazioni di voto, così come il candidato di Azione che aveva preso il 2 per cento circa. La situazione al ballottaggio resta dunque molto aperta per entrambi i candidati.

Savona
A Savona andranno al ballottaggio l’avvocato Marco Russo del centrosinistra (47,8 per cento dei voti) e Angelo Schirru, ex primario dell’Ospedale San Paolo appoggiato dal centrodestra (37,3 per cento). Quest’ultimo, per il secondo turno, ha ottenuto il sostegno di Francesco Versace (1,3 per cento) e ha sottoscritto l’apparentamento con la lista di Luca Aschei (3,9 per cento).

Il Movimento 5 Stelle aveva scelto di presentare Manuel Meles, attuale capogruppo in consiglio comunale, che aveva ottenuto il 9,8 per cento dei voti e che non ha però dato indicazioni di voto: nella precedente giunta Meles aveva comunque fatto opposizione al centrodestra.