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  • Martedì 12 ottobre 2021

Lo scandalo delle email razziste e omofobe nel football americano

Erano state inviate da uno degli allenatori più noti della NFL, Jon Gruden, che poi è stato costretto a dimettersi

Jon Gruden, l'allenatore dimissionario dei Las Vegas Raiders coinvolto nello scandalo (Ethan Miller/Getty Images)
Jon Gruden, l'allenatore dimissionario dei Las Vegas Raiders coinvolto nello scandalo (Ethan Miller/Getty Images)

Jon Gruden, l’allenatore della squadra di football americano dei Las Vegas Raiders, si è dimesso in seguito alla scoperta di diverse email dai contenuti razzisti, omofobi e misogini da lui inviate nel corso degli ultimi dieci anni. La notizia sta avendo molto risalto negli Stati Uniti, sia per il contenuto e i destinatari delle email, sia per la rilevanza che Gruden ha nel mondo del football.

Gruden allena nel campionato NFL da oltre vent’anni. Ha vinto un Super Bowl nel 2002 con i Tampa Bay Buccaneers ed è stato per nove anni uno dei commentatori della rete ESPN. Nel 2018 era ritornato ad allenare firmando un contratto decennale da 100 milioni di dollari complessivi con i Raiders, squadra che nel frattempo si è trasferita da Oakland a Las Vegas. Viene inoltre da una famiglia tra le più note nel football: suo padre fu allenatore alla prestigiosa Università di Notre Dame, mentre suo fratello Jay è stato allenatore di Washington in NFL.

Lo scandalo che ha coinvolto Gruden è partito proprio da quest’ultima squadra, il Washington Football Team, un tempo conosciuta con il nome di Washington Redskins.

Le email scritte da Gruden sono state trovate nell’ambito delle recenti indagini su abusi e molestie sessuali denunciati per anni all’interno della squadra di Washington, che lo scorso luglio erano costate alla proprietà una multa di 10 milioni di dollari e l’allontanamento di alcuni dipendenti, tra cui il presidente Bruce Allen, uno dei destinatari delle email scoperte.

Nelle email che il New York Times ha potuto leggere — la maggior parte delle quali inviate tra il 2011 e il 2015 — Gruden avrebbe rivolto insulti razzisti al presidente del sindacato dei giocatori, l’afroamericano DeMaurice Smith, e altri insulti omofobi e sessisti al commissario della NFL, Roger Goodell, a Michael Sam, il primo giocatore dichiaratamente omosessuale del campionato (che però non esordì mai), e poi a cheerleader e arbitri donne non specificate.

Martedì i Raiders hanno comunicato le dimissioni condividendo una dichiarazione di Gruden: «Mi sono dimesso da capo allenatore dei Las Vegas Raiders. Amo i Raiders e non voglio essere una distrazione per loro. Ringrazio tutti i giocatori, gli allenatori, lo staff e i tifosi. Mi dispiace, non ho mai avuto intenzione di ferire nessuno». Le dimissioni sono state accettate in giornata dalla dirigenza, che ha promosso uno degli assistenti a capo allenatore.

Il caso Gruden capita in un periodo storico in cui il football americano, e più nello specifico la NFL, è al centro di un processo di sensibilizzazione iniziato anni fa con le proteste contro le discriminazioni che sono costate la carriera al quarterback afroamericano Colin Kaepernick. Ultimamente la lega sta cercando di impegnarsi per risolvere i suoi annosi problemi di razzismo e sessismo, come si è visto nei recenti procedimenti a carico del Washington Football Team e nella collaborazione in corso con Roc Nation, l’agenzia creativa del rapper e produttore afroamericano Jay-Z.

In tutto questo, inoltre, i Raiders sono la squadra in cui gioca Carl Nassib, il primo e finora unico giocatore di NFL in attività ad essersi dichiarato pubblicamente omosessuale, lo scorso giugno.

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